Il Cartigliano piazza un altro colpo di mercato e con questo siamo a dieci: una vera e propria “piccola rivoluzione” per provare a scrivere un’altra pagina di cronaca sportiva con un finale a lieto fine. Arriva in riva al Brenta Antonio Baggio, attaccante ex Portomansuè, che porta in dote ad Alessandro Ferronato un bagaglio importante di esperienza e gol, ma soprattutto tanta voglia di tornare a calcare i campi della Serie D. Un talento sbocciato in provincia, accompagnato da un cognome da predestinato. Antonio Baggio è alla ricerca della consacrazione e del definitivo salto di qualità per provare ad entrare nel mondo del professionismo, accarezzato ai tempi del Cittadella. La sua storia inizia a Ramon di Loria, paese del trevigiano poco distante da dove sono nati due fra i più grandi calciatori dell’epoca moderna: Alex Del Piero e Roberto Baggio. Quest’ultimo solo un omonimo.
«Me lo chiedono tutti se siamo parenti ma non è così – racconta Antonio – anche se un po’ è come se lo fossimo, visto che fin da piccolo in casa mio padre parlava di lui e non si perdeva nemmeno un gol del suo beniamino». Fede calcistica juventina, Antonio fa appena in tempo a nascere quando al suo omonimo Roberto, allora giocatore proprio della Juventus, venne consegnato il Pallone d’Oro 1993. Dopo i primi calci nella squadra del suo paese, ecco la chiamata del Treviso: un’emozione per tutta la famiglia che però dura poco, visto che il club fallisce nel giro di qualche anno, ma il destino e il talento lo premiano facendolo approdare a Cittadella. Una stagione con gli Allievi Nazionali (4 gol in 17 apparizioni) e due con la Primavera (21 reti in 44 presenze) prima della promozione in prima squadra. Claudio Foscarini lo fa allenare stabilmente col gruppo dei “grandi” portandolo con sé per una dozzina di volte in panchina.«Purtroppo non sono mai riuscito a debuttare e un po’ mi dispiace, anche se adesso non ci penso più».Nel dicembre 2013 Baggio passa al Giorgione, in Serie D: in un campionato e mezzo si mette in mostra con 12 gol in 48 gare giocate. Da lì in avanti è un susseguirsi di buone prestazioni, momenti entusiasmanti e prospettive rosee. Triestina, Calvi Noale, Montebelluna e Cordenons si ricordano ancora dei suoi gol e della sua duttilità in campo: seconda punta, esterno offensivo o trequartista.
“Mi adatto facilmente a giocare in questi ruoli e sono a completa disposizione della squadra e dei compagni. Sono un attaccante che segna e che fa tanti assist, ma la priorità in campo e fuori è il gruppo. Ecco perché, dopo aver deciso di scendere di categoria per qualche anno in modo da stare vicino alla famiglia e al lavoro, non ho esitato un minuto quando mi ha chiamato il Cartigliano. Qui il gruppo è tutto, è il punto di partenza e quello d’arrivo. Avevo bisogno di ripartire da una squadra così. E poi, oltre all’ambiente, parlano i risultati: sono anni che il Cartigliano cresce sempre più, la scorsa stagione è stata quasi perfetta e voglio dare il mio contributo affinchè anche la prossima lo sia… Io ci credo, sarà difficile ripetersi ma darò il massimo sempre”Negli occhi di Baggio si vede quel fuoco sacro capace di infiammare tifosi e far “scottare” gli avversari, ed ecco che nasce spontaneo chiedergli a chi dedicherà il primo gol della prossima stagione? “Alla mia fidanzata Nicole, visto che l’anno prossimo ci sposeremo”