Futuro ricco di incognite quello del Sondrio Calcio, reduce da un’ultima annata splendida di Serie D, ma con un orizzonte tutt’altro che limpido dinanzi a se. Il Presidente Oriano Mostacchi, desideroso di cedere il passo come rimarcato in più circostanze, ha lanciato un appello al mondo dell’imprenditoria valtellinese che però è andato quasi del tutto inascoltato. L’unico accenno di trattativa si è registrato con l’imprenditore Michele Rigamonti. Quest’ultimo, però, ha prospettato un piano che prevedrebbe la ripartenza del Sondrio dalla Prima Categoria o al massimo dalla Promozione: un progetto che non è andato minimamente a genio a Mostacchi, che ha salvato dal fallimento il Club quasi trent’anni fa, portandolo alle soglie del Calcio professionistico. L’idea di rivedere la compagine biancoazzurra precipitare in campionati Regionali o Provinciali, non è andata, non va e non andrà mai giù al Presidentissimo sondriese, che proseguirà ancora qualche giorno nella sua ricerca di un pool di imprenditori seri, solidi e credibili ai quali affidare quella che di fatto è una sua “creatura”, mandata avanti con impegno, sacrifici e una gestione sempre sana, all’insegna di un Calcio sostenibile e di alto livello.
Probabilmente la prossima settimana sarà decisiva per le sorti del Sondrio, sperando che qualche personaggio tutt’altro che “sprovveduto” possa farsi avanti per rilevare la Società o per affiancare Mostacchi nella gestione del Club, magari con l’idea di subentrarvi del tutto a distanza di circa dodici mesi.
In queste ultime settimane si sono paventate persino delle ipotesi di fusione o di cessione del titolo sportivo, soluzioni scartate a prescindere dal numero uno biancoazzurro perché ciò sarebbe significato veder calare il sipario sulla realtà di punta del Calcio valtellinese dopo 28 lunghi anni di attività e di soddisfazioni impagabili.
E’ chiaro che il futuro del Sondrio Calcio sia, ora più che mai, nelle mani dello stesso Mostacchi, con lo storico Presidente che potrebbe decidere di proseguire con l’appoggio di un eventuale partner, oppure di andare avanti almeno per un’ulteriore stagione in solitaria, oppure ancora di cedere la “sua” Società a piccoli imprenditori locali, vedendo precipitare il Sondrio in diverse categorie più giù della D. Soluzioni, tante, ma ancora nessuna concreta e tangibile, con l’unica certezza attualmente costituita dalla necessità di dare un futuro importante e al tempo stesso sostenibile ad una realtà che ha il dovere di mantenere lo standard e la credibilità costruita in decenni di Calcio sviluppato in una certa maniera, sotto la sapiente gestione targata Mostacchi.