Un’eredità pesante da raccogliere, ma anche tanta voglia di mettersi in gioco a casa sua. Pietro Manganelli, il primo acquisto del Badesse Calcio Lornano per la prossima stagione, non è solo il sostituto naturale di Gregorio Mazzanti, ma anche un figliol prodigo. I suoi primi passi nel calcio che conta risalgono all’ultima stagione dei biancazzurri in Serie D: quasi un decennio fa, quando la società si chiamava Monteriggioni. Da allora, tante cose sono cambiate. La passione no, soprattutto se c’è da far bene davanti al “suo” pubblico. Queste le dichiarazioni rilasciate al sito ufficiale del Badesse Calcio Lornano.
Pietro, che significato ha il ritorno a casa?
«E’ una sensazione che non provavo da tanti anni. In un certo senso Siena, almeno negli ultimi campionati, non l’ho mai abbandonata. Ora però è diverso, perché mi alleno a 10 minuti da casa. Quindi, posso solo essere contento».
Dopo la promozione, ti eri immaginato l’arrivo al Badesse?
«Mi avrebbe fatto piacere, però fino a quando non si firmano i contratti, in questo mondo non si può mai dire. La vicinanza rispetto a casa contava, ma altrettanto l’ambiente. Lo avevo conosciuto tanti anni fa e ritrovare alcune figure di allora, mi ha fatto sentire subito a mio agio. Spero di ricambiare la loro fiducia».
Arrivi al posto di Mazzanti. Ti pesa questa eredità?
«Conosco Gregorio e so bene che giocatore sia. Mi immagino che qui sia stato molto apprezzato. Lasciando perdere i paragoni, spero di poter contribuire anche io in maniera importante alla causa del Badesse. Sono pronto per questa sfida».
La società ha grandi ambizioni. Questo fatto ha inciso nella tua scelta?
«Più di tutti mi hanno motivato le persone che la gestiscono. La serietà di ciò che ho conosciuto in passato e che ho ritrovato non appena siamo ritornati in contatto. La velocità della trattativa parla per me. Sono caratteristiche che in questo mondo sono tutt’altro che scontate».
Cosa ti aspetti da questa stagione?
«Ho letto le dichiarazioni del presidente e so bene quali sono i traguardi da raggiungere. Io credo che però, visto l’ambiente, ci sia l’opportunità di andare oltre le aspettative. Mi piacerebbe essere una piccola rivelazione».
A te stesso cosa chiedi?
«Di dimostrare che la fiducia della società è stata ben riposta. Non parlo solo dal punto di vista sportivo. Mi piacerebbe che fosse apprezzato l’uomo ancora prima del giocatore. Mi considero una persona seria e professionale. Vorrei che anche i dirigenti mi vedessero così».