Chiusa ufficialmente la stagione 2019/20, per la Serie D è già tempo di guardare al futuro. In quest’ottica, la Redazione di TuttoSerieD ha voluto confrontarsi con un allenatore giovane, ma con un palmarès già piuttosto importante e che per quattro mesi di quest’ultima annata sportiva, tra ottobre ’19 e febbraio ’20, ha allenato l’Agropoli nel Girone H di Serie D.
Si tratta del 44enne catanzarese Gianluca Procopio, tecnico capace di vincere nella stagione 2017/18 il campionato sammarinese con La Fiorita, Società con cui ha vinto anche una Coppa Titano e ha partecipato ai Preliminari di Champions ed Europa League. Un’esperienza “unica” così come da lui stesso definita in più occasioni, pur rimanendo legatissimo ai successi altrettanto importanti conseguiti in ambito Giovanile con le formazioni Allievi e Berretti del Catanzaro. Poi la sfortunata parentesi di quest’anno ad Agropoli, dove le promesse fatte dalla dirigenza allora a capo del Club cilentano, quella precedente a quella attuale, non si sono mai tradotte in concreto, tanto che Procopio si è trovato costretto a rassegnare le proprie dimissioni al culmine della sopportazione ed esasperato dal dover lavorare in condizioni generali a dir poco disumane.
La Redazione di TuttoSerieD ha coinvolto il tecnico calabrese in un’intervista che abbraccia varie tematiche tra quelle che attengono a questo determinato momento storico, ripercorrendo con lui anche i momenti più significativi che hanno caratterizzato il suo breve ma intenso percorso ad Agropoli, chiedendogli quali prospettive ed ambizioni lo riguardino relativamente al proprio futuro professionale.
Buongiorno Mister, innanzitutto le chiedo un giudizio rispetto alla chiusura anticipata della stagione di Serie D, a causa dell’emergenza legata alla pandemia ancora in corso. Lei è d’accordo con la scelta intrapresa dalla Lega Nazionale Dilettanti?
La scelta della Lega Nazionale Dilettanti di chiudere anzitempo la stagione mi ha trovato pienamente d’accordo. Per quanto il peggio sembra essere passato, siamo ancora in una fase critica a livello mondiale e non ci sarebbero stati i presupposti tecnici, fisici, economici e soprattutto sanitari per ipotizzare una ripresa. Anche tra i Professionisti si sta facendo grossa fatica ad organizzare una ripartenza e credo che la scelta della LND sia stata la più opportuna. Anzi, al Presidente Sibilia va il mio plauso per la coerenza dimostrata e per l’aver compreso prima di tutte le altre Leghe la reale gravità di ciò che stesse accadendo nel mondo.
Per quanto concerne, invece, la proposta di far retrocedere le ultime quattro nelle classifiche dei nove Gironi di Quarta Serie, qual’è il suo pensiero? E’ d’accordo con la Lega anche rispetto a questa soluzione o crede che dovesse essere un altro lo scenario più opportuno?
Se riguardo alla chiusura anticipata della stagione sono stato pienamente d’accordo, altrettanto non posso dire relativamente a questo provvedimento d’ufficio. Ritenevo giusto che ci fossero promozioni e retrocessioni, quindi sarei stato contro un blocco totale di quest’ultime, ma far retrocedere quattro squadre in ogni raggruppamento l’ho trovato a dir poco eccessivo. Credo che lo scenario più giusto dovesse prevedere una promozione e una sola retrocessione, strutturando il prossimo campionato in maniera differente. In caso di sovrannumero si potevano predisporre delle retrocessioni in più, anche se difficilmente avremmo assistito alla composizione allargata dei vari Gironi, perchè molte Società rischiano di scomparire del tutto a causa della crisi economica che attanaglia e attanaglierà molte delle realtà dilettantistiche. Mi auguro di non assistere ad un’estate ricca di ricorsi e di scomode puntate nei Tribunali, ma temo che molti Club non resteranno inermi dinanzi ad una retrocessione, dai più, ritenuta profondamente ingiusta.
Il movimento calcistico italiano è arrivato ad un punto di svolta. Soprattutto tra i Dilettanti, è arrivato il momento di cambiare tante cose, cercando di rendere il sistema più sostenibile e aperto solo a chi abbia un potenziale tangibile per poter fare Calcio. Che tipo di futuro auspica possa concretizzarsi per la Serie D?
I Dilettanti sono giunti davanti ad un bivio. La Serie D, che tra l’altro di “dilettantistico” non ha nulla e a livello tecnico, agonistico e organizzativo è al pari della Lega Pro, è divenuta insostenibile per tante Società. Non tutte possono permettersi di mantenere la categoria, anzi, sono sempre meno le realtà virtuose, quelle che abbiano tutti i requisiti per fare Calcio. Credo sia arrivato il momento di attuare delle riforme rivoluzionarie e ritengo che la Lega debba intervenire affinché prendano parte al campionato solo quelle Società che possano garantire il rispetto di tutti gli impegni nei confronti dei propri tesserati dall’inizio alla fine della stagione. E’ necessario vigilare molto attentamente in questo senso, controllando periodicamente ogni Società, per tutelare almeno in questo modo le migliaia di addetti ai lavori che vivono e sostengono le proprie famiglie grazie allo stipendio derivato proprio dall’attività svolta nel Calcio. Ahimè, ho vissuto sulla mia pelle una situazione drammatica da questo punto di vista e so bene cosa significhi lavorare e andare avanti senza garanzie e in condizioni di totale disagio.
A proposito di situazioni insostenibili, lei ha preso parte al campionato di Serie D appena concluso, allenando l’Agropoli dal 20 ottobre 2019 al 18 febbraio 2020, giorno in cui ha rassegnato le dimissioni dal proprio incarico. Che la Società al timone del Club all’epoca non navigasse in acque tranquille e che fosse andato ad abbracciare un progetto ricco di incognite era risaputo ma, nonostante questo, con i suoi ragazzi vi siete tolti diverse soddisfazioni, come battere per 4-2 la Nocerina nel Derby del “Guariglia” e soprattutto impattare per 0-0 nel match interno contro la corazzata Foggia, con i Satanelli che, ironia della sorte, hanno lasciato ad Agropoli quei due punti con i quali forse avrebbero potuto ritrovarsi in vetta al momento dello stop e andare direttamente in Serie C. Oltre a questi risultati, sono arrivate diverse sconfitte immeritate e di misura, esprimendo sempre un buon Calcio, come certificato dagli apprezzamenti ricevuti ripetutamente da calciatori e tifosi avversari. Circostanze che hanno rivestito un valore doppio se si considera che la Società era quasi del tutto assente e si è dovuto andare avanti con Mister Procopio impegnato a svolgere faccende extra-campo che non rientravano nelle mansioni dell’allenatore, ma a cui ha dovuto far fronte per spirito di sacrificio e per sopravvivere in uno stato di precarietà generale. Ecco perché, quanto di buono fatto in terra cilentana, assume decisamente i contorni dell’impresa. Tutto questo, fino al momento in cui ha deciso che non si poteva andare oltre ogni limite e ha rassegnato le proprie dimissioni. Le andrebbe di ripercorrere le tappe principali del suo percorso ad Agropoli, chiarendo le motivazioni che l’hanno spinta a compiere il passo indietro di quasi quattro mesi fa?
Nella mia vita ho sempre fatto ogni scelta con la massima convinzione e accettando di allenare l’Agropoli sapevo di andare incontro ad una sfida ricca di insidie. Con il secondo organico dall’età media più bassa e con il budget più limitato dell’intera categoria, collocati da matricola in un Girone di fuoco, ero consapevole che mi si stesse prospettando dinanzi qualcosa di più di una semplice “sfida”. Con i miei ragazzi abbiamo vissuto situazioni che hanno minato la nostra dignità personale, subendo tremendamente la precarietà dovuta ad un contesto non pronto per affrontare economicamente gli oneri di un campionato come quello nazionale di Quarta Serie. Col senno del poi sarebbe stato più giusto non accettare, anche se ad azzerare ogni mia perplessità iniziale intervennero le continue rassicurazioni da parte della Società rispetto ai movimenti di mercato in entrata che sarebbero dovuti essere finalizzati, ma che in realtà non si sono mai concretizzati. Gradualmente sono andati via quasi tutti gli elementi di maggiore esperienza presenti in organico e con gli atleti rimasti in rosa abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Non è la classifica a dimostrare la bontà di quello che è stato il nostro lavoro quotidiano, e solo chi è a conoscenza delle traversìe vissute giorno per giorno può comprendere la portata del “miracolo” da noi compiuto. Non abbiamo mai smesso di lottare nonostante tutto e non finirò mai di ringraziare ognuno dei miei ragazzi, perché hanno dato tutto, dimostrando spirito di sacrificio, professionalità, serietà e rispetto nei confronti dei tifosi e della gloriosa maglia dell’Agropoli. La soddisfazione più grande rimane indubbiamente quello 0-0 interno con il Foggia, un pari che di fatto è costato il campionato ai rossoneri. Con due punti in più il Foggia si sarebbe magari ritrovato in testa al momento della sospensione e avrebbe centrato una promozione diretta in C sfuggita alla fine per un solo punto. E’ stato un pari che è valso oro e nelle nostre condizioni, è stato come vincere un campionato. Purtroppo, in generale, sono state più le difficoltà delle gratificazioni e se ripenso alla parentesi di Agropoli, credo che difficilmente accetterei di rischiare se potessi tornare indietro. La possibilità di misurarsi in un campionato affascinante ma complicatissimo come quello del Girone H di Serie D è stata trascinante però dovevo stare più attento, lo ammetto. Tutto fa esperienza e anche questa avventura fa parte di un bagaglio di crescita umana e professionale. Sicuramente, se in passato ero attento e scrupoloso prima di sposare un determinato progetto, in futuro lo sarò ancor di più.
Dopo quasi quattro mesi dalla sua ultima panchina, quanta voglia ha di rimettersi in gioco? Quanto le manca il campo, lo spogliatoio e tutte le dinamiche quotidiane alle quali è solitamente abituato?
Mi mancano infinitamente tutte le dinamiche legate al campo, alle sensazioni e all’aria che si respira prima e dopo le gare, la preparazione settimanale di ogni sfida, il rapporto con i calciatori. In tanti anni di Calcio, prima da giocatore e poi da tecnico, non avevo mai vissuto uno stop così lungo. In ogni caso, questi ultimi mesi sono stati molto importanti per me, perché mi hanno permesso di migliorare diversi aspetti di carattere professionale. Ho avuto modo di aggiornarmi continuamente, ho rivisto e rianalizzato il mio operato, ho elaborato tante dinamiche che certamente mi consentiranno di sviluppare un lavoro ancor più all’avanguardia dovunque dovessi andare ad allenare nel prossimo futuro.
In questo momento, quali sono le speranze e le ambizioni che la caratterizzano a livello professionale?
Sicuramente spero di tornare presto a fare il lavoro che amo. L’ambizione è senza dubbio quella di sposare il progetto di una Società seria, sana, solida e con le idee ben delineate. Il momento di austerità generale non offre ampie garanzie da questo punto di vista, però, è anche vero che non posso essere propenso ad accettare situazioni poco chiare. Mi piace tanto lavorare con i giovani e i campionati vinti a livello di Settore Giovanile con il Catanzaro dimostrano una certa attitudine a valorizzare i prospetti di talento che si affacciano al cosiddetto Calcio che conta. Ripeto, che sia una Prima Squadra o meno, l’importante sarà avere modo e tempo per poter esprimere il mio Calcio in tutta serenità.
Ci sono già stati dei contatti più o meno concreti con alcune Società, in vista della prossima stagione?
Non posso negare che ci siano già stati dei contatti telefonici con delle Società di Serie D, con un paio di Lega Pro e anche con alcune di Serie A, interessate a coinvolgermi nel proprio Settore Giovanile. Naturalmente valuterò ogni proposta nella maniera più attenta ed oculata possibile, proprio per non incorrere più in una situazione paradossale come quella vissuta quest’anno.
Si ringrazia Mister Gianluca Procopio per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.