Chiusa ufficialmente la stagione 2019/20, in attesa di conoscere il destino delle nove capolista e delle trentasei formazioni per cui è stata proposta la retrocessione, per la Serie D è già tempo di guardare al futuro. In quest’ottica, la Redazione di TuttoSerieD ha voluto confrontarsi con un allenatore giovane, che tanto bene ha fatto nella prima parte di quest’ultima annata con la Gelbison, coinvolgendolo in un’intervista esclusiva che abbraccia varie tematiche tra quelle che attengono a questo determinato momento storico.
Il 37enne tecnico campano, che nella sua ancor giovane carriera ha già vinto due campionati e centrato due piazzamenti Play-Off con Virtus Goti ed Eclanese, ha raggiunto la Serie D quest’anno al culmine di un’escalation personale rapida e vincente. Martino ha cercato di sfruttare al meglio l’opportunità concessagli dalla Gelbison di Patron Maurizio Puglisi e i risultati molto positivi ottenuti nella prima parte di stagione sono evidenti ed inconfutabili. Poi l’esonero a dir poco “controverso” maturato il 4 novembre scorso, dopo le prime dieci giornate di campionato. Un esonero che ancora oggi risulta di difficile comprensione visto che, fino a qualche domenica prima, della Gelbison parlava un po’ tutta la nazione, grazie al fatto che la porta rossoblù fosse rimasta inviolata per sei turni di seguito, incassando il primo gol, per opera della Nocerina, al 90′ della settima partita. Solo quattro i gol incassati dai cilentani nelle dieci gare sotto la gestione-Martino, eppure l’avventura del tecnico partenopeo si è conclusa in largo anticipo e tra lo stupore generale.
Per chiarire questo e tanti altri aspetti, è intervenuto lo stesso Alessio Martino, che con estrema disponibilità ha concesso alla Redazione di TuttoSerieD la seguente intervista.
Buongiorno Mister, innanzitutto le chiedo un giudizio rispetto alla chiusura anticipata della stagione di Serie D, a causa dell’emergenza legata alla pandemia ancora in corso. Lei è d’accordo con la scelta intrapresa dalla Lega Nazionale Dilettanti?
Sono pienamente d’accordo riguardo alla chiusura anticipata del campionato. Siamo tutti quanti reduci da mesi molto difficili e di sicuro non c’erano e continuano a non esserci i presupposti per tornare in campo, almeno tra i Dilettanti. Faranno fatica persino in A ad attenersi a determinati protocolli sanitari, figuriamoci se in D si potesse ipotizzare una ripresa a breve-medio termine. Per altro, giocare ogni tre giorni, sostenere trasferte lunghe e di difficile organizzazione, sarebbe stato improponibile per quelle squadre che sono già da tempo in gravi difficoltà economiche. Pertanto, la scelta della LND mi ha trovato totalmente concorde.
Per quanto concerne, invece, la proposta di far retrocedere le ultime quattro nelle classifiche dei nove Gironi di Quarta Serie, qual’è il suo pensiero? E’ d’accordo con la Lega anche rispetto a questa soluzione o crede che debba essere un altro lo scenario più opportuno?
Riguardo a questo, sono fortemente contrario a quanto proposto dalla Lega Nazionale Dilettanti. L’idea di far retrocedere d’ufficio quattro squadre la trovo sbagliata e per certi versi illogica. Tante delle trentasei squadre coinvolte in questo senso, potevano giocarsi le proprie chances in chiave permanenza. Nel Girone H erano ancora quasi tutte in piena lotta per la salvezza diretta e mancando molte gare al completamento della stagione, una chiusura di questo tipo la ritengo un’ingiustizia. A mio avviso, lo scenario più opportuno sarebbe quello che preveda il blocco totale delle retrocessioni, facendo però in modo che al prossimo campionato partecipino solo le Società in regola con il pagamento degli stipendi e quelle realmente in grado di mantenere tutti i propri impegni sino in fondo. Bloccare le retrocessioni potrebbe presupporre un sovrannumero solo sulla carta. Il rischio che tante realtà vengano meno a causa della crisi economica e del passo indietro che saranno costretti a fare tanti sponsor e imprenditori, è molto alto. Anche per questo avrei optato per una soluzione che non vedesse nessuno penalizzato oltremodo, scendendo in Eccellenza con ancora troppe gare da giocare. Trovo legittima la protesta mossa dalla gran parte delle Società direttamente coinvolte da questo discorso e adesso non resta che vedere cosa sarà deciso a margine del prossimo Consiglio Federale, sperando di non dover assistere all’ennesima estate costellata di ricorsi e recriminazioni varie.
Il movimento calcistico italiano è arrivato a un punto di svolta, soprattutto tra i Dilettanti, è arrivato il momento di cambiare tante cose, cercando di rendere il sistema più sostenibile e aperto solo a chi abbia un potenziale tangibile per poter fare Calcio. Che tipo di futuro auspica possa concretizzarsi per la Serie D?
Sono convinto anch’io che si sia arrivati dinanzi ad un bivio. Bisognerebbe sfruttare la lunga sosta e il momento di grande difficoltà generale per dare luogo ad una riforma senza la quale non potrà esserci un futuro sostenibile. Se si vuole salvare tutto il movimento, credo che la Lega debba valutare molto attentamente ogni aspetto, ogni scelta e decisione, senza lasciare nulla al caso. Con una LND forte e compatta, sono certo che si potranno apportare dei cambiamenti radicali che facciano il bene della categoria. Spero che si lavori in un’unica direzione facendosi guidare dal buon senso, già riguardo ai verdetti relativi alle retrocessioni e alle promozioni anche di quelle compagini meritevoli del salto di categoria per ambizioni, patrimonio e blasone. In ogni caso, ci sono persone che lavorano costantemente per la LND, donne e uomini competenti e professionali, che sicuramente sapranno cosa fare per riformare e stravolgere in meglio tutto il movimento.
Mister, lei ha preso parte al campionato appena concluso, allenando la Gelbison nelle prime dieci gare. Della sua squadra ha parlato l’Italia intera, stampa e media nazionale si sono soffermati ad esaltare i numeri di una formazione capace di rimanere imbattuta e con la porta inviolata per le prime sei gare e per 89′ minuti della sfida della settima giornata. Il 4 novembre scorso, dopo il k.o. interno contro il Taranto e con la Gelbison a ridosso della zona Play-Off, lei è stato esonerato. Le andrebbe di ripercorrere le tappe principali del suo percorso in rossoblù, spiegandoci la sua versione relativamente ad un esonero che, adesso come allora, è di difficile comprensione?
Guardi, rammentare il periodo in cui ho avuto il privilegio di allenare la Gelbison, alla mia prima esperienza in Serie D da tecnico, mi fa può fare solo estremamente piacere. Il nostro è stato un percorso esaltante, splendido, siamo sempre stati dentro o a ridosso della zona Play-Off, facendo parlare di noi tutta l’Italia. Sette partite senza subire gol, una media-punti importante, valorizzando Under di straordinario talento e prospettiva come Passaro, Caruso, De Gregorio, solo per citarne alcuni, e giocatori più esperti come Cassaro, atleta voluto fortemente da me e che alla fine, tra l’ingiustificato scetticismo di molti, si è segnalato come uno dei migliori difensori dell’intera categoria. Loro, assieme ad altri ragazzi provenienti dall’Eccellenza, individuati da me e dai miei collaboratori, sono stati capaci di risultare determinanti. Questi sono dati e circostanze che nessuno potrà mai smentire e tentare di confutare, perché sono evidenze oggettive che sono lì a certificare la bontà del lavoro svolto a Vallo della Lucania con il mio Staff. Il fatto che i giovani talenti della Gelbison oggi siano contesi da grandi Società di Lega Pro e Serie D, non può che essere motivo di vanto. Riguardo all’esonero, che dire? L’amarezza è stata notevole, più che altro perché sono convinto che io e miei collaboratori non meritassimo di essere congedati senza un valido motivo. In questi mesi se ne sono dette tante in proposito, ho letto di tutto e tante cose erano prive di fondamento. L’esonero è dipeso solo e soltanto da determinate incomprensioni sorte tra me e il Presidente Puglisi subito dopo l’ottava giornata di campionato, poi alla decima sono stato avvicendato. Questa è l’unica ragione che ha portato a dividere le nostre strade. Mi è dispiaciuto perché non meritavamo di chiudere in quel modo un percorso che fino a quel momento è stato incredibilmente positivo ed esaltante. Abbiamo incassato quattro gol in dieci gare, perdendo 1-0 al 90′ sul campo della Nocerina, 2-1 a Cerignola con il gol del nostro 2-2 annullato inspiegabilmente in pieno recupero e poi abbiamo perso 1-0 contro una squadra forte ed attrezzata come il Taranto. Difficile che si possa esonerare un tecnico dinanzi a questi risultati, ottenuti da una squadra che per lungo tempo ha vantato un record nazionale, lottando per salvarsi in un Girone infernale e non certo per vincere il campionato. Mi è dispiaciuto davvero tanto, soprattutto all’inizio, perché non è stato semplice accettare un addio non dipeso dai risultati o dal rendimento di una squadra che ha raccolto solo elogi e complimenti da più parti, anche da colleghi esperti impegnati nel nostro e in altri Gironi di Quarta Serie. E’ stato un fulmine a ciel sereno, perché con il mio vice Marco La Greca e miei collaboratori Pasquale Rea e Sacha Lanci, non ci siamo mai sentiti in odore di esonero ed è servito del tempo per metabolizzare. In ogni caso non ho voluto e non voglio alimentare alcuna polemica, questo ci tengo a sottolinearlo. Anzi, colgo l’occasione per dire “Grazie” alla Gelbison e in particolare al Presidente Maurizio Puglisi, perché mi ha dato la grande possibilità di misurarmi in un torneo affascinante, prestigioso e complicato come quello di Serie D. Ingaggiando un allenatore giovane, all’esordio in questa categoria, ha in un certo senso rischiato e optato per una scelta forte. Senza presunzione, nonostante sia finita anzitempo e non in maniera positiva, penso di aver dimostrato di poter allenare a questi livelli e se oggi si parla di Mister Martino lo devo soprattutto al Presidente Puglisi. Al di là delle incomprensioni che ci sono state tra noi, sento un forte senso di riconoscenza nei suoi confronti e ci tenevo a sottolinearlo. Un “Grazie” voglio riservarlo anche al mio Staff, perché mi ha permesso di sviluppare un certo tipo di lavoro mantenendo sempre un livello molto alto e professionalmente all’avanguardia per la categoria. All’inizio dell’anno abbiamo cercato di imporre una filosofia nuova, basata su idee e concetti di Calcio specifici, che tutti i calciatori hanno assimilato e tradotto in campo nella maniera migliore. Ricordo spesso con piacere una frase che mi disse Francesco Mautone dopo le prime partite: “Mister, ormai possiamo giocare con qualsiasi modulo, siamo convinti di poterci esprimere al meglio in qualunque maniera si scenda in campo. Ci sentiamo forti, giochiamo alla pari con tutti e sappiamo di poter fare risultato contro chiunque”. Ci tengo a ringraziare pubblicamente anche lui e tutti i ragazzi che ho avuto il piacere di allenare, perché si sono sempre messi a nostra completa disposizione, lavorando in simbiosi per il bene del gruppo. E’ stata una splendida avventura. Sono andato via amareggiato ma a testa alta e con la coscienza a posto. A chi continua a denigrare il mio operato sulla base del nulla lascio che siano i numeri e le statistiche a rispondere, dati inconfutabili che nessuno potrà mai smentire o disconoscere. La Gelbison ha rappresentato un’occasione di crescita personale e ciò che più mi ha gratificato è stato ricevere la stima di colleghi, dirigenti di altre squadre del Girone, Presidenti e Direttori Sportivi che ho il piacere di sentire tuttora e che hanno manifestato un alto gradimento per un lavoro portato avanti per lo spazio di sole dieci partite.
Secondo alcune indiscrezioni, tra lei e la Gelbison ci sarebbe stato un riavvicinamento nel mese di gennaio e ci sarebbe stata addirittura la possibilità di tornare in sella alla formazione rossoblù quando i risultati faticavano ad arrivare. Può confermare questa “voce” o si tratta solo di un’indiscrezione priva di fondamento?
A questa domanda, francamente, non vorrei rispondere. Sulla Gelbison ho già detto abbastanza e qualunque cosa aggiungessi sarebbe offensivo per me stesso, per la Società e per il collega che oggi siede sulla panchina rossoblù.
Dopo quasi sette mesi dal suo addio alla Gelbison, quanta voglia ha di rimettersi in gioco? Quanto le manca il campo, lo spogliatoio e tutte le dinamiche quotidiane alle quali è abituato?
I primi tempi confesso che mi sia mancato tantissimo tutto questo. Quando ho realizzato che effettivamente il mio mandato fosse concluso, ho fatto molta fatica a privarmi di tutto ciò che ruota attorno al mio lavoro, specialmente per uno come me che ha un rapporto viscerale con lo spogliatoio e con l’ambiente in cui allena. Poi, dopo qualche mese ho metabolizzato il tutto e ho approfittato della lunga sosta per studiare tanto. Ho assistito a moltissime gare prime che scoppiasse la pandemia e ho lavorato su cose che prima non avevo tempo di elaborare. Devo dire che adesso mi sento ancora più pronto. Assieme al mio match-analyst abbiamo visionato le nostre partite e quelle degli avversari. Conosco un po’ tutte le squadre del Girone H, i giocatori che vi appartengono e ho anche individuato dei ragazzi su cui penso si possa puntare nel prossimo futuro. Da questo punto di vista è stato utile avere un bel po’ di tempo in più a disposizione.
In questo momento, quali sono le speranze e le ambizioni a livello professionale che la caratterizzano?
Sicuramente mi auguro di restare in questa categoria, cercando di continuare a sviluppare un certo tipo di lavoro. Sono arrivato in Serie D per meriti, scrivendo alcune belle pagine della storia delle Società per cui ho lavorato. Adesso vorrei tanto proseguire la mia carriera lavorando in Quarta Serie, sposando un progetto che mi consenta di valorizzare i giovani e dove mi venga data la possibilità di esprimere il mio Calcio a 360 gradi.
Ci sono già stati dei contatti più o meno concreti con alcune Società, in vista della prossima stagione?
Alcuni contatti ci sono già stati. Ho avuto modo di confrontarmi con i dirigenti di due Società del Girone H e di un Club di un altro raggruppamento di Serie D. Mi hanno avvicinato anche tre realtà di Eccellenza campana che hanno un progetto importante alla base. L’interessamento di quest’ultime mi ha gratificato tantissimo, ma mi sono riservato di dare una risposta definitiva perché ho manifestato la voglia di rimanere nell’orbita della Serie D, ma solo se mi venisse prospettato il progetto giusto. Finora ho avuto il piacere di fare diverse chiacchierate e speriamo che una di questa si traduca presto in concreto.
In questi giorni il suo nome è stato accostato anche ad una panchina prestigiosa come quella del Giugliano. Quante possibilità ci sono di vederla in gialloblù nella stagione che verrà?
Posso dirle solo che essere accostato ad una Società come il Giugliano Calcio è un privilegio assoluto per me. E’ un piacere doppio il fatto che si parli di me dopo un esonero. Nelle ultime settimane sono stato contattato da Presidenti di Club importanti di Serie D, alla ricerca di un tecnico giovane, che in breve tempo è riuscito evidentemente a dare un’impronta positiva. Anche per questo sarò sempre riconoscente alla Gelbison. Tornassi indietro rifarei tutto, ogni singola scelta e sono felice di aver rifiutato altre opportunità la scorsa estate per fare la D a Vallo della Lucania. L’unico rammarico, come detto, è relativo ad un finale inaspettato e immeritato, al di là delle incomprensioni con il Presidente, una persona che a suo tempo mi ha dato fiducia e che comunque merita la mia riconoscenza.
Si ringrazia Mister Alessio Martino per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.