Per il settimo anno consecutivo Alessandro Ferronato guiderà il Cartigliano, dopo la chiusura dell’accordo il tecnico ha rilasciato un’intervista ai colleghi de “Il giornale di Vicenza”, ripresa dal sito ufficiale del club:
“La società mi ha dimostrato grande stima che io ricambio in pieno. Era doveroso parlarci prima di rendere ufficiale l’accordo perché non sono solo io a dover decidere, ma fra noi c’è un feeling che va oltre il semplice rapporto professionale. Sono orgoglioso di essere ancora l’allenatore del Cartigliano, adesso però l’attenzione di tutti deve spostarsi sulle difficoltà che ci saranno”.
Motivazioni- “Assolutamente no, non avrei accettato se non avessi ancora più motivazioni rispetto all’anno scorso. Continuare insieme è una nuova sfida, molto stimolante proprio perché inusuale. Chiederò molto a me stesso ed ai ragazzi, perché avremo una responsabilità in più. Ad ogni modo ci saranno cambiamenti: proveremo un impianto tattico diverso, proveremo a sfruttare altre caratteristiche di gioco e poi né io né la società volevamo lasciarci dopo un campionato interrotto… Per me non sarà il settimo anno, ma l’anno della ripartenza».
Migliorarsi- “Qualcuno può pensare che il cammino fatto quest’anno sia irripetibile: ma chi l’ha detto? È sempre e solo il campo a decretare i giudizi. Sicuramente sarà difficilissimo tenere il ritmo che abbiamo avuto nella prima parte della stagione, ma non dobbiamo sentirci legati al passato. In autunno inizierà un nuovo campionato e noi partiremo con l’obiettivo di raggiungere una tranquilla salvezza, provando a toglierci qualche soddisfazione strada facendo”.
Crisi Economica-“È prematuro fare qualsiasi ipotesi visto che non sappiamo nemmeno come saranno i vari gironi, però penso di sì. Ci saranno tre o quattro club con una potenza economica invariata rispetto al passato: queste squadre non avranno difficoltà a fare offerte irrinunciabili ai calciatori. Resta poi da vedere se i rimborsi verranno effettivamente pagati… Ad ogni modo, la differenza la faranno le idee e il gruppo. Il calcio non è un’equazione economica dove più spendi e più vinci”.