Ospite del quarto appuntamento con le dirette Instagram della nostra redazione è stato Luigi Scotto, attaccante del Mantova e calciatore più prolifico, insieme a Patierno, di questa stagione 2019/2020 con le sue 20 reti segnate in 23 apparizioni. Ecco l’intervista integrale.
Mercoledì il Consiglio Federale ha decretato la fine dei campionati dilettantistici mentre la Serie A, B e C proseguono ovviamente rispettando le condizioni del comitato tecnico scientifico. Ma è possibile ripartire? Dato che in questo momento storico il rischio zero non esiste.
“Personalmente penso che finché non ci sarà un vaccino o una cura efficace il rischio sarà sempre dietro l’angolo. Dall’altra parte però è giusto ripartire perché prima o poi si deve riprendere. Sicuramente in Serie D non ci sono le strutture per garantire il rispetto delle norme approvata dal Comitato tecnico scientifico perché gli stadi non sono così grandi in alcune realtà e quindi è stato giusto sospendere il campionato. Partire ora o fra tre mesi sarebbe la stessa cosa. Bisognerà seguire il modello della Germania:”
Anche la Lega Pro riuscirà a farlo?
“Delle tre serie che potrebbero ripartire sicuramente la Lega Pro è quella più penalizzata perché non ha gli introiti che ci sono nelle due leghe superiori. Avrà più difficoltà, questo è indubbio.”
Come potranno andare avanti tutti quei tesserati che popolano la LND senza ricevere lo stipendio fino al prossimo ottobre? Considerano che molte società in D non pagavano già in condizioni normali.
“Noi tesserati della Serie D siamo a tutti gli effetti dei professionisti per il carico di allenamento a cui siamo sottoposti. Però, agli occhi delle istituzioni calcistiche non siamo tutelati attualmente. Perché soprattutto quest’anno in quarta serie ci sono state tante squadre che hanno dato spettacolo nei rispettivi gironi e altrettanti calciatori forti che hanno impressionati in lungo e in largo per lo stivale. Fare il calciatore in Serie D è un lavoro a tutti gli effetti perché stiamo sul campo a tempo pieno, è impensabile che molti miei colleghi restino senza stipendio per molti mesi fino alla eventuale partenza futura della Serie D in ottica prossima stagione.”
La serie A con 20 squadre, la B divisa in due gironi per un totale di 40, la Lega Pro che diventerebbe semi-professionistica e la Serie D interregionale. Il tutto per ridurre le squadre professionistiche da 100 attuali e 60. Potrebbe essere l’opzione più giusta?
“Credo che una scrematura delle squadre che popolano il professionismo sia necessaria. Perché molte squadre non possono permettersi di assecondare i costi elevati del professionismo. E poi quelli che rischiano di più quando le cose non vanno bene siamo proprio noi tesserati, che, per esempio, non percepiamo lo stipendio a causa di scelte scellerate.”
Ci spieghi qual è stato il tuo segreto che ti ha permesso di segnare 20 gol in 23 partite ed essere il capocannoniere in assoluto in D insieme a Patierno? L’anno scorso ne avevi segnati soltanto 14, fornendo però ben 17 assist.
“In questo momento sono maturato molto come giocatore e 29 anni sono più in grado di comprendere le varie situazioni che si vanno a creare in campo. Il merito di questi 20 venti gol è tutto dei miei compagni. Può essere interpretata come una frase fatta ma ho avuto dei compagni davvero forti che mi hanno permesso di esprimermi al meglio, al di là dei gol segnati. Non smetterò mai di ringraziare la squadra per questa annata favolosa.”
Lo scorso campionati siete stati beffati dal Como nella lotta per la Lega Pro nonostante gli 84 punti conquistati: cos’ha fatto la differenza in quel caso?
“E’ stata una stagione memorabile, anche se terminata non come speravamo noi: merito dei nostri avversari che si sono meritati ampiamente la promozione. I dettagli hanno fatto la differenza: soprattutto lo scontro diretto a Como.”
Compagno di reparto con cui ti sei trovato meglio?
“Fortunatamente ho avuto dei compagni straordinari in quasi tutte le squadre in cui sono andato. Quest’anno però c’ stato un feeling particolare con Guccione e Altinier.”
Un difensore che non vorresti mai incontrare in una partita decisiva?
“Ce ne sono tanti in giro per l’Italia. Per esempio, Biondi nella stagione con il Rieti: lui meglio averlo in squadra che contro.”
Non c’è due senza tre, dice il detto. Ti rivedremo l’anno prossimo con la maglia del Mantova in Lega Pro?
“Non mi sono ancora confrontato con la società ma credo che i presupposti per rimanere ci siano tutti. Ho deciso ad agosto di rimanere a Mantova perché volevo conquistare qualcosa di grande con loro e ci sono riuscito dato che abbiamo vinto il campionato.”
Fra dieci anni Luigi Scotto che farà?
“Bella domanda (ride, ndr). Mi vedo bene come direttore sportivo perché mi piacerebbe scovare dei talenti per poi lanciarli nel calcio che conta. Questa sarebbe una delle soddisfazioni più grandi per un direttore sportivo.” Come allenatore? “Non sono il genere di persona che potrebbe farlo. Però non la escludo.”