Ospite della seconda diretta Instagram sui canali di TuttoSerieD è stato il direttore sportivo della Pro Sesto, Jacopo Colombo, che ci ha raccontato l’ultima stagione vissuta da prima della classe, con uno sguardo rivolto anche al futuro.
Direttore, cominciamo col chiederle come sta lei e come stanno i tesserati della Pro Sesto, visto che siete situati in un’area che è ad oggi il principale focolaio di questa pandemia in Italia.
“Fortunatamente io e la mia famiglia stiamo bene, così come tutto il direttivo della società. Nessuno dei nostri ragazzi ha accusato sintomi, neanche Christian Maldini, il figlio di Paolo, che come sapete ha avuto il padre e il fratello che sono stati contagiati, quindi siamo rimasti tutti tranquilli e sereni.”
Veniamo al calcio: il vostro rendimento è migliorato di stagione in stagione, perché siete partiti dal quindicesimo posto della stagione 2014/15 fino ad arrivare all’attuale primo posto. Era una posizione che vi aspettavate di occupare alla vigilia di questa stagione?
“Partiamo dal presupposto che il Girone B, a detta di molti addetti ai lavori, è quello più difficile della Serie D. Non nascondo che quando abbiamo cominciato questo progetto con Mauro Ferrero e Stefano Crosariol l’obiettivo era quello di migliorarci anno dopo anno, non solo a livello di risultati della prima squadra, ma anche per quanto riguarda il settore giovanile, la squadra femminile e la struttura. Fin dal primo giorno in cui ci siamo insediati il nostro obiettivo era quello di raggiungere il professionismo. Quindi sì, me lo aspettavo, non per presunzione, ma perché eravamo convinti di aver allestito una buonissima squadra. Anche il fatto di aver tenuto mister Parravicini per tre anni è indice di continuità. Poi, sicuramente, il fatto di non avere nel nostro girone delle corazzate come Mantova, Monza e Piacenza ci ha “spianato” la strada verso l’attuale primo posto.”
A proposito di mister Parravicini: dopo oltre cinque anni spesi al servizio della squadra, in qualità di collaboratore tecnico prima e di allenatore ora, si può dire che l’eventuale vittoria di questo campionato rappresenti per lui il degno coronamento di questo fin qui breve percorso da allenatore?
“ Sì. Abbiamo scelto lui perché aveva già dimestichezza col nostro settore giovanile, ma anche perché è una persona vera, il suo curriculum parla da solo; vedendo i risultati si può solo dire che abbiamo avuto ragione noi. Il merito è anche dello staff che ha alle spalle, che per questa categoria è di alto livello, fatto di gente seria e competente, con cui ci si confronta in ogni momento, anche quando si fanno scelte sbagliate.”
Alla luce del fatto che la vostra ultima partita sia stata lo scontro diretto che vi ha permesso di allungare sul Legnano, si può dire che questa sosta forzata sia arrivata per voi nel momento sbagliato?
“Sicuramente sì, ma prima volevo cogliere l’occasione per porgere nuovamente le mie condoglianze al Legnano per la tragica perdita del giovanissimo Andrea Rinaldi, che ha giocato la sua ultima partita proprio contro di noi; posso solo capire quello che stanno provando i familiari. Abbiamo chiuso il girone d’andata con sette punti di vantaggio su di loro, poi in quello di ritorno abbiamo subìto il loro riavvicinamento; sono una piazza seria e con un pubblico importante, ma per fortuna nello scontro decisivo è tornata fuori la vera Pro Sesto e ci siamo aggiudicati il match. Credo che lì si siano viste le differenze tra una squadra costruita per vincere e un’altra che era invece la rivelazione del campionato, visto che parliamo di una neopromossa. Per quello che abbiamo fatto anche nel match di andata, direi che il primo posto è più che meritato.”
Cosa ne pensa di un’eventuale ripresa dei campionati? Ritiene che ci siano i margini per tornare a giocare, oppure è già stata scritta la parola fine?
“A prescindere da come vada a finire la stagione, credo che la nostra vittoria sia meritata, perché a partire dalla quinta giornata siamo sempre stati in vetta alla classifica; poi è successo un fenomeno inspiegabile che, secondo un articolo del regolamento, potrebbe fare in modo che la classifica venga cristallizzata con gli attuali verdetti. Magari per noi che siamo primi è un discorso facile da fare, ma con undici partite ancora da giocare può cambiare tutto. Lo dico con la massima umiltà: se dopo due terzi del campionato sei in quella posizione di classifica, vuol dire che molto probabilmente finirai la stagione così. Sento dire da squadre che lottano per la salvezza “eh ma ancora mancano undici partite”: vero, ma ne hai avute il doppio in precedenza per tirarti fuori dalla zona calda. Non spetta a me dirlo, siamo governati da persone capaci che sapranno sicuramente prendere una decisione giusta, ma è ovvio che qualche scontento ci sarà sempre. Con quello che è successo era impensabile ripartire in Serie D, perché non abbiamo quasi nessun introito e disponiamo di poco pubblico: come fa un presidente a tirare fuori i soldi per garantire la sicurezza di un suo calciatore in un campionato spesso lasciato solo? Perfino in Serie C ci sono squadre che si iscrivono e poi non arrivano alla fine; personalmente ritengo sbagliato cercare nel Covid la soluzione per migliorare il calcio, perché il calcio va migliorato in maniera diversa: se si vuole fare una riforma, che la si faccia con un senso logico. Noi siamo d’accordo con qualsiasi decisione dovesse essere presa, ma all’atto pratico ci sentiamo in Serie C.”
Cosa ne pensa invece dell’istituzione di un’eventuale terza serie non professionistica nella quale oggi vi trovereste a giocare?
“Come ho detto prima: ci sarà sempre una spaccatura quando verranno fatte delle proposte. Personalmente è una cosa che non mi dispiace, ma che al contempo mi lascia qualche dubbio, perché quaranta squadre di C dovrebbero retrocedere nei dilettanti. Quali vantaggi ho se retrocedo? Ok la defiscalizzazione, ma perderei dei parametri e dei contributi fondamentali, tipo il minutaggio. Sono cose che in Serie D non hai, perché il costo di una società è quello, tu sai la perdita, ma non hai la possibilità di avere introiti. In C invece, col minutaggio, punti sui giovani e retrocedi non per colpa del minutaggio, ma perché hai fatto delle scelte sbagliate. E’ una vetrina per far giocare i ragazzi giovani, altrimenti ci si ritrova con degli under fuori quota che poi diventano carne da macello; questo è il sistema che va aggiustato. Poi è normale che quando ci sono di mezzo tanti soldi non troverai mai l’accordo definitivo, ma è una riforma che ha dei vantaggi, perché se tu fai due Serie B e la terza serie, se poi fai bene la stagione ti ritrovi in B, quindi potrebbe essere una proposta interessante rispetto a quella di fare una C d’élite e una Serie B. Il calcio è un movimento importante in Italia e attorno ad esso andrebbe creato qualcosa d’importante, anche perché ultimamente le nazionali italiane giovanili stanno funzionando. Significa che con una programmazione forte arrivi ad ottenere obiettivi ed è questo quello che devono fare le federazioni: trovare il giusto sistema per far funzionare il movimento.”
Torniamo alla Pro Sesto: la squadra non ha un vero e proprio bomber, dal momento che i migliori marcatori, Monni e Gualdi, non hanno nemmeno raggiunto la doppia cifra (9 reti ciascuno). Si può dire quindi che la vostra forza sia lo spirito di squadra?
“Assolutamente sì e non è una frase fatta. Per vincere un campionato devi avere la fortuna di incastrare gli ingranaggi giusti. Non abbiamo un capocannoniere perché Monni ha fatto un lavoro eccezionale per la squadra, quindi magari qualche volta era meno lucido sotto porta. Il gruppo vince, perde e si rialza insieme: è l’unità d’intenti a fare la differenza. Quando c’è una società forte, uno staff all’altezza e una grande squadra, se tutti remano dalla stessa parte difficilmente non raggiungi l’obiettivo. Basta una persona fuori dal coro e rischi di buttare alle ortiche una stagione.”
Domande in ottica futura: vi state già muovendo per rinforzare la squadra in vista del prossimo campionato che molto probabilmente disputerete in Serie C? La conferma di mister Parravicini è data per assodata?
“Parto dalla seconda: sicuramente c’è la volontà di andare avanti con Francesco, perché vogliamo proseguire il cammino che abbiamo iniziato con lui, quindi da parte di tutti noi c’è il desiderio di confermarlo anche per l’anno prossimo. Per quanto riguarda la prima, qualche movimento è già iniziato, ho visionato anche qualche giocatore di Serie C, cosa che gli altri anni non facevo perché sono sempre rimasto coi piedi per terra. Il primo passo però sarà quello di sancire la chiusura dei campionati, in modo tale da permettere ai partenti di avere il tempo necessario per trovarsi una nuova squadra e di non farci trovare impreparati, perché è vero che la Serie C è un torneo molto difficile, ma allo stesso tempo non vedo l’ora di misurarmi in un campionato di alto livello. Da questo punto di vista abbiamo le idee abbastanza chiare.”
Direttore, un’ultima domanda per chiudere: l’anno prossimo la vedremo ancora tra i ranghi della Pro Sesto nel professionismo?
“Fortunatamente o sfortunatamente per la Pro Sesto ho la certezza di rimanere ancora qui (sorride, ndr), perché ritengo che il mio percorso professionale in questo ambiente non sia ancora finito. Da quando ho iniziato la mia attività nel settore giovanile ho avuto momenti di alti e bassi, com’è normale che sia. Da Sesto non mi muovo, perché ho ancora molto da dare qui: mi sento di aver messo il primo piede sul gradino, se in C o in D non mi cambia niente, ho un obiettivo personale che collima perfettamente con le ambizioni del club. Quand’è iniziata quest’avventura sapevo quello che mi aspettava, perché sono una persona ambiziosa. Io e Gabriele Albertini (il presidente, ndr) ci completiamo, quindi questo merito è anche suo, perché da quando mi ha preso in Promozione è sempre stato al mio fianco, soprattutto nei momenti di difficoltà, per cui i complimenti vanno divisi con lui. Poi se il patron Ferrero decidesse di mandarmi via, lì non potrò fare niente (sorride, ndr).”
Si ringraziano il direttore Jacopo Colombo e l’AC Pro Sesto per la cortese disponibilità concessa alla nostra redazione.