Interessante intervista rilasciata dal mister Pietro Infantino ai colleghi di Goalsicilia.it in cui l’ex tecnico di Acireale, Gela e Messina fra le altre ha parlato dei temi principali inerenti la serie D, a partire dalla sempre meno improbabile possibilità di riprendere i campionati, sospesi per la diffusione del Coronavirus anche nel nostro paese:
“Per tornare a giocare ci devono essere tutte le condizioni migliori e nessun rischio per la salute. Il calcio è diviso, chi non vuole riprendere perché non ha più niente da chiedere al campionato e risparmia sugli stipendi, e chi invece ha interessi a ripartire. Vedo che la LND vuole fare di tutto per tornare a giocare e lasciare che sia il campo a dare i verdetti perché è difficile dare sentenze a tavolino: dovrebbero poi o allargare i campionati o promuovere le prime classificate di ogni girone e retrocedere le ultime”.
Esperienza al Tuttocuoio- ” “Per me è stata un’esperienza molto positiva, ero già stato tre anni al Rieti e conoscevo la realtà. A dicembre con il club, che ringrazio, abbiamo deciso di separarci e, a posteriori, dico meno male, se penso che potevo passare la quarantena lì, da solo…”.
Acireale- “Sicuramente ma il traguardo di oggi è merito anche dei ragazzi e dello staff di quella stagione lì, che a dicembre non hanno chiuso le porte, grazie al Sindaco e ai tifosi, abbiamo tirato avanti cinque mesi senza retribuzione che hanno consentito al club di non fallire e perdere la categoria. Devo fare i complimenti all’Associazione che in questi anni ha fatto transazioni eccezionali, hanno costruito una grande squadra, hanno un grande allenatore e secondo me già dall’anno prossimo possono ambire a giocare per vincere. Acireale merita il professionismo. Ho un grande rapporto con la città, mi sento un acese e sono contento che adesso ci sono le basi per puntare in alto”.​​​​​​​
Messina- “Io sono stato diversi anni all’Acr, ho un buon rapporto con Sciotto, uno che investe tanto nel calcio ma che forse non ha mai trovato le persone giusto per creare un progetto vincente: ha sempre costruito grandi basi a inizio anno ma poi, per difetti suoi e per demeriti di altri, non ha mai ingranato. Arena invece ha puntato su gente che conosce l’ambiente, che ha vissuto il calcio messinese e il calcio professionistico ed è stata una scelta vincente: io non lo conosco ma mi dicono sia una persona affidabile e credo che meriti fiducia. Messina però deve dare una svolta, serve una squadra sola con una società forte e una ristrutturazione del San Filippo che, nel 2009, era un albergo a 5 stelle con internt, aria condizionata e tv, poi, dieci anni dopo, ho trovato tutto distrutto”.​​​​​​​
Futuro- “ Le società stanno pensando più che altro a chiudere questa stagione, per le ripartenze ci sarà tempo. Io sono ambizioso, un allenatore non si ferma mai, studia dove ha sbagliato e su cosa proporre di nuovo. Cerco sempre di farmi trovare pronto per un nuovo progetto, sono giovane e se capita l’occasione giusta, la vorrei sfruttare: ho uno staff tecnico all’avanguardia, un gruppo di professionisti che mi sostengono, senza un gruppo di lavoro importante non puoi entrare da nessuna parte perché il calcio è cambiato, si parla di match Analysis, preparazione fisica funzionale. Oggi devi essere all’altezza perché già al primo giorno i calciatori, se non sei credibile e non hai competenze, ti scaricano”.