In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’allenatore dell’Acireale Calcio, Giuseppe Pagana.
Il 42enne ex tecnico di Troina e Siracusa, autore con la formazione granata di una splendida stagione, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 31mila vittime lungo lo stivale e centinaia di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l’Italia intera?
Vivo questo momento con il giusto senso di responsabilità, senza allarmismi e nella maniera più equilibrata possibile. Quella che stiamo attraversando è una situazione che dovrebbe portarci a riflettere. Durante l’anno ripeto di continuo ai miei ragazzi che la vita è piena di insidie ed è necessario vivere ogni attimo affrontando ogni giorno come se fosse l’ultimo ed ogni partita come se fosse una finale. Sarebbe bello se tutti vivessimo con rispetto ed educazione, dimostrando affetto a chi ci vuole bene e cercando di non rimandare mai a domani ciò che può essere fatto oggi. La pandemia ha stravolto la quotidianità di tutti noi. A volte accadono eventi straordinari che modificano radicalmente i programmi di ognuno e sarebbe auspicabile che dinnanzi a certe catastrofi si rinsaldassero determinati valori. Questo non è affatto scontato e infatti sto riscontrando molto buonismo di facciata e tanta ipocrisia, specie in coloro che hanno ruoli istituzionali, persone che oggi tirano acqua al proprio mulino, dimenticando di avere enormi responsabilità a cui assolvere con rispetto e rigore morale. Spero tanto che determinate difficoltà ci portino a migliorare dal punto di vista umano, caratteriale e comportamentale.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha flagellato il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli addetti ai lavori appartenenti al vasto mondo dei Dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando. A questo, si aggiunga l’ulteriore timore rispetto alla possibilità che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. E’ una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto oppure no?
Sa qual’è la cosa che mi fa più male? Sentir parlare di “calciatori” generalizzando il concetto, senza distinguere chi fa questo mestiere da professionista ed è tutelato in tutto e per tutto, da chi invece, tra i Dilettanti, forse guadagna il necessario per pagare le bollette e sopravvivere mensilmente con la propria famiglia. In Serie D facciamo la vita dei professionisti eppure siamo considerati l’ultima ruota del carro. Bisogna parlare! Dire le cose per quelle che sono realmente! La gente comune non si rende conto che i problemi veri siano quelli dei Dilettanti, non quelli dei Professionisti o dei calciatori di Serie A! Ciò che è peggio è che non ci sia il coraggio di parlare! Siamo dei numeri, utili solo nel momento in cui ci siano delle tornate elettorali in cui il nostro voto possa contare qualcosa, poi per il resto siamo abbandonati del tutto al nostro destino. Tutto questo non è più tollerabile. Come si può guardare al futuro con ottimismo se in questo momento nessuno parla di tutele nei nostri confronti? Come si fa se nessuno si sta preoccupando del futuro di questa categoria, indicandoci se, come e quando potremo ripartire? E’ da almeno un mese e mezzo che sappiamo che non ci sono le condizioni per completare questa stagione: cosa stiamo aspettando a decidere? Chi deve venirci a dire come ci si debba comportare? Io sono veramente avvilito di fronte ad uno scenario simile e penso che di Calcio si debba occupare solo chi abbia competenza e conosca determinate dinamiche del nostro Sport. Credo, inoltre, che sia arrivato il momento di chiudere i conti con questa stagione e occuparci di programmare sin da ora il futuro. A mio avviso, la prima cosa da fare è attuare un controllo serrato di tutte le varie Società. La Lega dovrebbe verificare quali siano le realtà inadempienti e consentire l’iscrizione ad inizio anno solo a quei Club che abbiano i requisiti per fare Calcio sino in fondo. Non ha senso consentire l’iscrizione di qualsiasi Società, anche quelle che riconoscono giusto un paio di rimborsi su dieci ai propri tesserati e poi si disimpegnano del tutto. La Lega ha il dovere di tutelarci almeno sotto questo aspetto. Quando si vuole fare una cosa il modo per farla lo si trova sempre. Ecco perché auspico che vengano effettuate delle verifiche finanziarie bimestrali su ogni Club e se quelli non in regola con il pagamento degli stipendi non adempiono ai propri impegni nel giro di poco tempo, sarebbe giusto estromettere quella determinata squadra dal campionato. Smettiamo di andare avanti per inerzia facendoci andar bene qualunque cosa! E’ tempo di svoltare e di pensare alle cose serie e concrete piuttosto che fare politica inutilmente. In questa fase così delicata credo sia fondamentale l’intervento del Governo. Ci vuole coraggio, responsabilità e voglia di cambiare le cose. Lo Stato non può non tener conto dell’indotto che si fonda e si finanzia attraverso il Calcio. Ci sono milioni di persone coinvolte. Non parliamo solo di calciatori, di allenatori o dirigenti, parliamo soprattutto di figure invisibili che lavorano dietro le Società di Calcio e guadagnano meno di mille Euro al mese. Senza dimenticare quelle persone che sopravvivono grazie al nostro sistema, dagli alberghi, al settore dei trasporti, la ristorazione, i produttori e distributori di materiale sportivo e decine di altre categorie che oggi sono totalmente paralizzate, esattamente come questo Sport. Il Governo sa bene come il Calcio sposti interessi di miliardi ed è necessario intervenire a sostegno di quello che forse è il settore più redditizio dell’intera nazione.
Riguardo alla stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa che non ci siano più i presupposti tecnici, logistici, fisici ed atletici per una ripresa?
Per quanto mi riguarda la stagione si è completamente chiusa già da circa un mese e mezzo. Io penso che bisogna essere realisti, prendere coscienza di cosa sia realmente accaduto nel mondo e capire che tra i Dilettanti non ci sia nessuna possibilità di garantire una ripresa in sicurezza per tutti gli addetti ai lavori. Tra i tanti, l’ostacolo principale è rappresentato dall’impossibilità di attenersi a determinati protocolli, sia a livello logistico sia economico. D’altronde, stanno facendo enorme fatica Serie A e B ad ipotizzare una ripartenza, figuriamoci dalla Serie C in giù se possa essere possibile tornare in campo a breve-medio termine. Come ho detto prima, credo sia necessario mettere la parola fine e preoccuparsi di programmare un futuro ancora incerto e ricco di troppe insidie da affrontare in ogni categoria calcistica.
Condividendo in pieno il suo pensiero, qualche altro protagonista della nostra categoria ha detto che la stagione potrebbe risultare “falsata”, in caso di chiusura anticipata andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, ma soprattutto nell’eventualità di un ritorno in campo dopo una inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Qual’è nello specifico lo scenario conclusivo che auspica venga concretizzato dalla Lega?
Sul fatto che il finale possa risultare “falsato” sono pienamente d’accordo. Dopo circa tre mesi di sosta forzata ci vorrebbero quattro settimane di ritiro per ritrovare una condizione quantomeno accettabile. Se non avessimo questa possibilità sarebbe inevitabile assistere a delle gare anomale e a dei risultati di certo condizionati dalla mancanza di serenità mentale dei calciatori. Piuttosto che ostinarsi a pensare ad un modo per ultimare questa stagione, cerchiamo di fare tutti un passo indietro, accettando la realtà. Chi ha avuto la bravura e la fortuna di ritrovarsi al primo posto al momento dello stop è giusto che vada in Serie C. Riguardo a tutti gli altri verdetti non me la sento di espormi, voglio solo avere rispetto di chi dovrà decidere, accettando qualunque verdetto. Mi auguro di non dover assistere ad un’estate piena di ricorsi, di udienze nei tribunali e di altre problematiche di questo genere. Leggo di Presidenti di Serie D pronti a ricorrere in qualunque sede, pur di vedersi riconosciuti dei diritti che non stanno né in cielo né in terra. Per quanto sia pessimista a questo proposito, spero che non vengano creati ulteriori problemi al sistema da quelle Società che vogliono andare contro il regolamento e pretendono di essere promosse nonostante sappiano che se il campionato fosse terminato regolarmente, le seconde e le vincitrici dei Play-Off non avrebbero avuto nessuna garanzia di essere promosse. Non vedo quindi perché pretendere un qualcosa che non sarebbe accaduto neppure completando appieno la stagione. Per poter ripescare una squadra dalla D alla C è stato sempre necessario che venisse meno una compagine di Lega Pro. Quindi perché mettere le mani avanti e giurare battaglia in caso di mancato ripescaggio? E’ ovvio che se accadrà che uno o più Club di C non dovessero farcela ad iscriversi al prossimo campionato, si andrà a ripescare dalla D quelle seconde che abbiano i requisiti, soprattutto finanziari, per poter essere prese in considerazione. Questo è l’unico scenario che auspico si concretizzi così come è giusto che succeda. Vedere oggi Società sul “piede di guerra”, nonostante alcune di esse siano addirittura a dieci/quindici punti dalla capolista, mi sembra abbastanza grottesco oltre che ridicolo. Questa gente non vuole il bene del Calcio, vuole solo creare ulteriori problemi con un atteggiamento assurdo e ostruzionista. Il nostro sistema deve categoricamente evitare ricorsi e puntate nei vari tribunali. Un evento straordinario e di portata mondiale, come quello che sta condizionando l’esistenza di ognuno di noi, giustifica un finale di campionato anomalo e qualunque tipo di verdetto. Personalmente, l’unica cosa che farò sarà accettare le decisioni della Lega e per una questione di coscienza lo farei anche se allenassi una squadra collocata al secondo posto, ad uno o due punti dalla vetta.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla stagione del suo Acireale. Con i suoi ragazzi vi siete resi protagonisti di un’annata splendida, dove vi siete tolti enormi soddisfazioni e avete espresso un Calcio di altissimo livello. Sette vittorie nelle prime sette gare ufficiali, compresa quella in casa dell’ACR Messina poi persa a tavolino per i motivi che sappiamo. Sei successi nelle ultime nove sfide disputate e soltanto sette sconfitte in ventinove gare ufficiali, con il secondo attacco più prolifico del Girone. In totale sono ben 50 i punti conquistati sul campo e, senza i sei di penalizzazione e i tre persi a tavolino contro l’ACR Messina all’Andata, sareste al terzo posto in solitaria a solo sei punti dal Savoia secondo. Anche se, la soddisfazione più grande del vostro campionato, è senz’altro quella maturata al “Barbera”, dove avete dominato e vinto per 3-1 contro la capolista Palermo. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, come giudica la stagione della sua squadra?
Alla mia squadra posso dare solo un 10 per come ha affrontato una stagione ricca di difficoltà, ma anche di enormi soddisfazioni. Ho vissuto con i miei ragazzi tutto l’anno e so quanti sacrifici quotidiani abbiano fatto. Da fuori si vede solo il risultato della partita domenicale, ma io conosco quello che c’è dietro e ogni singola sfaccettatura di un intenso lavoro settimanale. Tutti i componenti della squadra meritano un 10, come uomini e come calciatori. Hanno fatto davvero troppo, più di quello che potevano fare. Abbiamo sempre giocato a viso aperto con tutti, imponendo la nostra filosofia di Calcio contro qualsiasi avversario. Sul campo abbiamo racimolato 50 punti che sono tantissimi e senza i nove che ci sono stati sottratti per varie ragioni, classifica alla mano, saremmo terzi da soli a sei punti dal secondo posto. Sono davvero orgoglioso del nostro percorso, ancor di più perché sono cosciente delle difficoltà che abbiamo dovuto fronteggiare. Quei 50 punti valgono almeno come 70. La soddisfazione più grande tra le tante, è stata sicuramente quella che siamo regalati vincendo 3-1 al “Barbera” contro il Palermo. Al di là del risultato, della cornice di pubblico e dell’importanza della gara, è stato il massimo aver vinto da squadra superiore, giocando a Calcio dal primo fino all’ultimo minuto. Siamo andati sul 2-0, poi abbiamo subito il 2-1 e i normali attacchi dei rosanero alla ricerca del pari. Nonostante questo non ci siamo mai disuniti, abbiamo continuato ad attaccare, subendo pochissimo, siglando il 3-1 e rischiando di fare anche altri gol, a fronte di un portiere tutto sommato inoperoso come il nostro. E’ stato un pomeriggio che difficilmente dimenticheremo, il premio per un percorso splendido, ricco di ostacoli da sormontare. La Società quest’anno si è trovata a risolvere diverse problematiche legate alla stagione precedente e tutti noi eravamo consapevoli sin dall’inizio che ci sarebbero state alcune difficoltà. Sapevamo che poteva essere un anno di transizione in cui porre le basi per un futuro migliore. Tra le otto gare finali, che non siamo riusciti a disputare, avevamo Palermo e Savoia da ospitare in casa. Quelle sfide avrebbero garantito al Club due incassi cospicui e vitali per le finanze societarie e questa è stata forse la cosa che più ci ha penalizzato a seguito della sosta. E’ stata un’ annata molto complicata sotto certi aspetti ma, come detto, eravamo coscienti un po’ di tutti di ciò a cui saremmo andati incontro. L’ultima cosa che voglio è colpevolizzare la Società, questo sia chiaro. Il Club ha cercato e sta cercando di colmare le lacune del passato, con l’idea di fare Calcio in maniera diversa e meno affannosa nel futuro. Il fatto che in queste settimane i dirigenti stiano cercando di sistemare ogni cosa, significa che c’è la volontà di venire incontro alle esigenze di tutti e questa è una cosa molto importante.
La stagione ha subito uno stop alquanto inatteso, con la sua squadra al settimo posto, ancora in piena lotta per un piazzamento Play-Off e con la quinta posizione distante solo cinque lunghezze. Il pensiero di non poter più scendere in campo per provare a centrare un posizionamento in classifica ancor più esaltante di quello attuale, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
Il rammarico è enorme perché c’era grande entusiasmo e tanta voglia di fare. Ci divertivamo e cercavamo di far divertire i nostri tifosi. A volte abbiamo schierato quattro attaccanti anche per privilegiare la manovra offensiva e, di conseguenza, lo spettacolo. E’ un gran peccato che ci si sia fermati sul più bello ma ciò non è dipeso da noi, è stato dovuto ad un evento pandemico drammatico e non possiamo far altro che accettare questo finale anomalo, pensando a fare ancora meglio non appena si potrà tornare in campo.
Volgendo uno sguardo al futuro, quali sono le speranze, le aspettative e le ambizioni che la caratterizzano professionalmente?
Mi fa molto piacere essere apprezzato per il modo in cui riesco a far giocare la squadra. Sono tanto orgoglioso nel momento in cui i ragazzi rispecchiano sul terreno di gioco i miei valori e la mia personalità. Il Calcio è gioia, passione e quando la squadra si esprime e trasmette queste caratteristiche facendosi apprezzare dai tifosi, io sono estremamente fiero e contento. Riguardo al futuro anch’io, così come qualsiasi altra persona, ho l’ambizione di arrivare più in alto possibile senza pormi alcun tipo di limite. Mi piace tanto allenare e, generalmente, la squadra in cui lavoro è il massimo per me. In questo momento l’Acireale è il massimo e sarei felice di rimanere a lavorare qui. Nel nostro Girone ci sono piazze come Palermo e Messina che hanno visto la Serie A, ma Acireale a livello di passione e attaccamento non è seconda a nessuno. Per me è un orgoglio rappresentare questo Club che ha una storia importante alla spalle. Nell’ambiente granata si respira un’aria speciale. In altre città il Calcio può anche sparire per assurdo, ma non qui. Ad Acireale le persone possono anche rischiare di chiudere la propria attività commerciale, ma non consentiranno mai al Club di fallire e questa è già una grande garanzia per il futuro. La passione per i colori granata è unica e non esistono altre squadre da tifare se non questa, forse non fa eccezione neppure la Nazionale. Se c’è la voglia di continuare insieme un certo tipo di progetto, la Società sa già che io non potrei mai voltare le spalle a chi ha puntato e creduto tanto in me. In un momento di difficoltà generale troverei ancora più motivazione nello stare con persone che mi hanno sempre mostrato rispetto. Per continuare assieme la dirigenza sa bene di cosa ci sia bisogno. Non ho mai chiesto la luna, solo di poter lavorare serenamente per sviluppare al meglio un certo tipo di Calcio, frutto di organizzazione, duro lavoro e la valorizzazione di giocatori di talento. Azzerando ogni problematica ci sono tutti i presupposti per raggiungere traguardi prestigiosi. Questa squadra, già adesso, gioca alla pari con tutti in questa categoria e, confermando l’attuale organico, puntellandolo nella maniera più oculata ed opportuna si potrebbe tranquillamente pensare ad un campionato da protagonisti. In ogni caso, a tempo debito, ci incontreremo con la Società e valuteremo cosa si possa e si debba fare nel pieno rispetto di tutti.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, al Club, ai tifosi e a tutto l’ambiente granata? C’è un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
Sin da inizio anno i miei ragazzi sanno quale sia la mia filosofia di vita. Credo sia necessario essere sempre positivi al di là di qualunque avversità, così facendo si può trovare la forza per ripartire. Questo è il momento giusto per mettere in pratica ciò che abbiamo sempre professato. Nonostante le difficoltà la vita continua. Non sarà semplice, ma nulla è impossibile. Dopo un momento buio c’è sempre qualcosa di bello ad attenderci. Ad Acireale noi, squadra, Società e tifosi, abbiamo vissuto molti momenti di gioia quest’anno e dobbiamo necessariamente continuare su questa scia, affrontando ogni cosa con ottimismo e rialzandoci tutti quanti più forti e uniti di prima.
Si ringraziano Mister Giuseppe Pagana e l’Acireale Calcio, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.