In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il Capitano del Tolentino, Federico Ruggeri.
Il 36enne atleta marchigiano, reduce dall’ottava stagione consecutiva in maglia cremisi, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Federico, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle rispettive abitazioni, anche i calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Anch’io, così come tutti gli italiani, sto vivendo questo momento con legittima apprensione. E’ una situazione del tutto inedita, a cui non potevamo essere abituati e che ha sconvolto radicalmente la nostra quotidianità. Fortunatamente non ho vissuto in prima persona questa problematica e anche i miei cari sono usciti indenni dalla fase più critica della pandemia, quella che sembrerebbe oramai alle spalle.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale, dovuta alla totale mancanza di tutele e garanzie contrattuali. Qual’è il tuo pensiero a riguardo? E’ davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
E’ una preoccupazione notevole, legata a delle problematiche che riguardano questa categoria ormai da troppi anni e sono destinate ad aggravarsi nei mesi a venire. Il 90% degli atleti dilettanti non percepirà le tre mensilità successive al momento dell’interruzione del campionato, con le Società che saranno legittimate nel non retribuire le spettanze relative al periodo in cui non si è potuto scendere in campo. In Italia sono diversi i Club fermi con il pagamento degli stipendi già da molto prima che si materializzasse la pandemia e ci sono casi in cui si fa veramente fatica ad andare avanti. Io spero solo che, superata questa emergenza, per noi calciatori possano cambiare radicalmente le cose riguardo a garanzie e tutele contrattuali. Io ho giocato in tutte le Serie dilettantistiche dalla D alla Seconda Categoria e so bene come siano strutturate, come vadano affrontate e di cosa necessitino per svoltare in positivo. In Serie D, per il livello che si è raggiunto negli ultimi anni, difficilmente ci si può consentire di affrontare un secondo lavoro. Ogni Società è organizzata in tutto e per tutto come una realtà professionistica. Persino in Eccellenza ci sono alcuni Club in cui si lavora e si agisce da Pro. Pertanto, considero “dilettantismo” solo ciò che riguarda i livelli dalla Promozione alla Terza Categoria. In Eccellenza, regolamentare in maniera del tutto differente le logiche contrattuali forse è eccessivo, ma in D è assolutamente necessario. Non si può continuare in questi termini ed è il momento giusto per attuare dei cambiamenti epocali che tutelino tutti gli addetti ai lavori dal punto di vista economico, sanitario, assicurativo e previdenziale.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e calciatori?
Le Società che solitamente si reggono grazie alle varie sponsorizzazioni andranno inevitabilmente in difficoltà. La grande crisi che sta già colpendo tutto il sistema economico-produttivo nazionale, porterà molti Presidenti a ridurre drasticamente gli investimenti solitamente compiuti nel Calcio. Ad uscire indenni saranno solo quei Club che hanno alle spalle un colosso industriale che non risentirà particolarmente di questa situazione di austerità generale. Fortunatamente, nel nostro Girone, di Società del genere ce ne sono diverse e non siamo di fronte allo scenario catastrofico che riguarda invece altri raggruppamenti di D. Qui anche le realtà collocate in bassa classifica sono in regola con i pagamenti almeno sino al momento dello stop. A Tolentino siamo molto fortunati, perché riusciamo a fare Calcio in maniera serena, avendo alle spalle una Società seria, sana, che rispetta i propri impegni fino in fondo ed ha un’organizzazione da Club professionistico. Purtroppo, però, il contesto globale è alquanto critico e, a prescindere da eventuali ed auspicabili riforme, toccherà anche a noi calciatori fare molta attenzione a valutare la solidità del Club con cui ci si andrà ad accordare. In passato mi è capitato di rifiutare le proposte ricevute da determinate Società che sapevo non essere in grado di ottemperare ad ogni impegno sino alla fine. Spesso alcuni di noi scendono a compromessi pur di non restare senza squadra e forse, al di là di tutto, sarà il caso di prestare molta più attenzione anche a questo in futuro. Di fronte ad uno scenario abbastanza complicato, credo sia indispensabile l’intervento del Governo. Il bonus di 600,00€ previsto dall’ultimo Decreto “Cura Italia”, a cui anche noi atleti dilettanti possiamo accedere, è un primo passo importante ma non risolutivo, specie per chi ha delle famiglie numerose da gestire. In ogni caso, sono convinto che il Governo darà luogo anche ad altre manovre, cominciando dal mettere fine alla stagione calcistica, visto che ormai appare chiaro che la Lega stia aspettando solo questo, anche per garantire al movimento quei finanziamenti di cui difficilmente si potrebbe disporre se fosse la stessa LND a compiere autonomamente questo passo.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare di concludere la stagione, scendendo in campo entro il 30 giugno o magari anche in estate inoltrata?
Parto dal presupposto che, a mio avviso, debba essere il campo a stabilire i verdetti dei vari campionati. Al tempo stesso è doveroso riconoscere come ci si trovi dinnanzi ad una situazione a dir poco anomala, in cui ipotizzare una ripresa equivale ad un irresponsabile azzardo. Purtroppo devo essere realista e prendere coscienza di come non ci siano i presupposti per completare la stagione regolarmente sul campo. La quasi totalità delle squadre di Serie D non ha le strutture e le risorse per garantire ai rispettivi tesserati una ripresa in totale sicurezza. Sarebbe impossibile attenersi a certi protocolli sanitari, specialmente immaginando di affrontare lunghe trasferte in gruppo con relativo ritiro pre-gara. Credo sia improponibile anche una ripartenza in piena estate, perché si dovrebbe giocare per lo più in notturna e sono pochissimi gli stadi con un impianto di illuminazione adeguato. Inoltre, non sarebbe rispettoso per le decine di persone che lavorano dietro ad ogni squadra e che meritano di riposarsi durante l’estate, godendo delle meritate ferie. Ma la cosa maggiormente penalizzante sarebbe l’inevitabile condizionamento della stagione successiva, e questo è un rischio che nessun Club e nessuno di noi calciatori può permettersi di correre.
Si parla comunemente di “stagione falsata” in caso di campionato deciso a tavolino e di annata sportiva ancor più “falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa due mesi siano tutti completamente fermi. Quali sono le tue considerazioni a tal proposito?
Ribadendo tutte le criticità che ho appena elencato e che di fatto allontanano l’ipotesi di una ripresa a breve-medio termine, sono convinto che tornare in campo ora “falserebbe” il finale di campionato. I protagonisti sarebbero gli stessi, ma si troverebbero a competere in condizioni totalmente diverse da quelle di oltre due mesi fa. D’altronde, se di solito ci si allena quasi ogni giorno un motivo ci sarà. Scendere in campo a breve, dopo una sosta così lunga e con la mente non del tutto sgombra, porterebbe a dei risultati poco attendibili e ad un inevitabile stravolgimento delle varie classifiche. Inizierebbe di fatto una nuova stagione e non so quante Società siano disposte a riprendere in simili condizioni. Lo dimostra il fatto che tanti Club, compreso il Tolentino, nonostante l’incertezza che avvolge questo momento storico, stiano programmando sin da ora la prossima annata sportiva.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Federico Ruggeri, cosa suggerisce di fare per chiudere la stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Se alla fine toccasse realmente alla Lega stabilire i verdetti conclusivi di questa stagione, credo che sarebbe giusto cristallizzare le attuali classifiche, promuovendo in Serie C le nove capolista e facendo retrocedere in Eccellenza solo l’ultima, in ognuno dei raggruppamenti. Mi rendo conto che sarebbe una beffa per molte realtà, in alcuni casi immeritata e difficile da accettare, ma è altrettanto vero che una decisione vada presa al più presto, in maniera forte, netta e con l’obiettivo primario di scontentare meno squadre possibile. Sarebbe pretenzioso credere di riuscire ad assecondare le aspettative di 166 compagini, ecco perché la mia speranza è che si arrivi a penalizzare il minor numero di formazioni. Temo che in ogni caso andremo incontro ad un’altra estate piena di reclami e ricorsi, ma questa è una consuetudine prettamente italica, visto che la critica e la non accettazione della realtà delle cose appartiene all’indole di noi italiani. Una caratteristica unica, che in certi ambiti ci ha consentito di distinguerci in positivo, ma di cui farei volentieri a meno in questo caso specifico. Anche per questo auspico una decisione rapida, univoca e rispettosa di tutti, da parte del Governo e della Lega, pur riconoscendo la complessità della gestione di quest’onere, considerando che nelle categorie superiori siano solo una decina le realtà che potrebbero risentire di un verdetto piuttosto che un altro, mentre in D è in gioco il destino di non meno di 40/50 formazioni diverse.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua annata. Quest’anno sei stato ancora una volta tra i maggiori protagonisti tra le file della compagine cremisi, scendendo in campo in 25 occasioni e confermandoti uno straordinario punto di riferimento per questa squadra, giunto al tuo ottavo anno consecutivo con indosso questa maglia. Che tipo di stagione è stata quest’ultima a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto all’annata sportiva ancora in corso, come valuteresti il tuo rendimento complessivo?
A livello personale è stata indubbiamente la stagione più emozionante, particolare e per certi versi difficile della mia carriera. Dopo tante annate da titolare ho dovuto accettare con grande umiltà la panchina e anche la tribuna. Ad inizio anno, non è un mistero che fossi nella lista dei partenti e non è stato semplice tollerare quella condizione. Nonostante questo ho tenuto duro e ho deciso di restare, benché avessi avuto alcune richieste da altre Società di Serie D. Sono troppo legato alla piazza, all’ambiente e ho riflettuto molto sul da farsi. Poi, però, dalla seconda gara di campionato ho ritrovato il campo e, a parte altre due o tre panchine, sono sempre stato impiegato dal Mister, ritagliandomi uno spazio importante. Oggi, guardando indietro, sono davvero felice per la scelta fatta. Da otto anni indosso la maglia cremisi, sento una grande responsabilità e la vittoria più grande per me è stata senz’altro l’aver dimostrato di poterci stare in questa categoria. Così come tutti i miei compagni, anch’io ho disputato un Girone di Ritorno esaltante, con prestazioni di livello medio-alto che hanno costituito una sorta di rivincita personale, che mi fa essere orgoglioso del percorso fatto.
Riguardo agli obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate al proseguo della tua carriera?
La mia speranza è quella di continuare a giocare in Serie D e mi auguro di poterlo fare ancora con il Tolentino. La prossima sarebbe la nona stagione con indosso questa maglia e ho già avuto l’onore di entrare nella top ten dei calciatori con il maggior numero di presenze nella storia del Club. Con un’altra decina di gettoni arriverei a ridosso del terzo posto assoluto, con la possibilità di diventare il giocatore con il numero più alto di stagioni di militanza nel Tolentino. Sono statistiche che non mi lasciano indifferente, anzi, mi riempiono di orgoglio e mi danno la carica per cercare di tagliare ognuno di questi traguardi. Certo, tra i Dilettanti ho vinto tutti i campionati dall’Eccellenza alla Seconda Categoria e mi manca solo vincere quello di Serie D. Sarebbe il coronamento più esaltante di una bella carriera. Non so se avrò mai questa opportunità ma, come detto, spero in ogni caso di restare a Tolentino al di là dei programmi societari, che saranno giustamente valutati e stilati a tempo debito, con l’evolversi della situazione legata alla pandemia ancora in corso.
La stagione del Tolentino è stata sicuramente positiva. Nell’anno del Centenario avete regalato delle gioie molto importanti alla Società e a tutto l’ambiente. In campionato vi siete resi protagonisti di uno splendido cammino, dimostrando di potervela giocare a viso aperto con chiunque e centrando di fatto la salvezza con diverse giornate di anticipo. A rendere straordinaria quest’annata è stato senz’altro il cammino che avete concretizzato in Coppa Italia di Serie D, dove avete superato alla grande sei turni, fermandovi solo ad un passo da una storica Finale. In attesa che ne si conosca l’epilogo, che stagione è stata sin qui quella della tua squadra?
Senza dubbio la nostra stagione merita un 9. Siamo riusciti a superare le difficoltà iniziali in maniera eccellente. Il primo periodo non è stato dei migliori, soprattutto perché abbiamo pagato lo scotto della matricola e ci siamo presentati ai nastri di partenza con gran parte dell’organico dell’annata precedente. Nel momento più buio è stata fondamentale la lungimiranza della Società, che ha ritenuto correttamente di dare fiducia al Mister, puntellando la rosa con innesti mirati, che ci hanno fatto fare un grosso salto di qualità e ci hanno consentito di fare un Girone di Ritorno superlativo. Un grosso plauso è doveroso rivolgerlo al Club, che ha meritato ampiamente determinate soddisfazioni. Nella seconda parte di Stagione siamo stati tra le prime tre del nostro raggruppamento per numero di punti conquistati e ci siamo consolidati tra le squadre in assoluto più difficili da battere. Abbiamo tenuto testa a tutte le prime delle classe tranne il Campobasso, che è una compagine di categoria superiore e contro cui abbiamo sbagliato l’approccio, unica pecca e unica sconfitta negli ultimi tre mesi prima dello stop. Il solo rammarico è rappresentato dal mancato approdo in Finale di Coppa Italia di Serie D, dopo un percorso quasi perfetto. La Semifinale di ritorno, disputata su un campo difficile, davanti a un pubblico da Serie B, contro una squadra forte e dalle grandi individualità, è stata per noi penalizzante. Chissà, se avessimo giocato il ritorno al “Della Vittoria”, forse sarebbe potuto finire diversamente, ma l’esserci fermati a un passo dall’atto conclusivo non altera il mio giudizio e non macchia minimamente una stagione che per noi resta straordinaria.
Fino al momento dello stop, in campionato avete concretizzato una striscia di sei risultati utili consecutivi, con una sola sconfitta nelle ultime tredici giornate, portandovi al nono posto della graduatoria con otto punti di margine sulla zona Play-Out e solo sei su quella Play-Off. Vi siete probabilmente fermati nel vostro momento migliore, pronti per un rush finale in cui era lecito sognare qualcosa di più prestigioso della sola permanenza in Serie D. Il pensiero di non poter più scendere in campo per cercare di centrare un piazzamento ancor più esaltante di quello attuale, quanto rammarico comporta all’interno del gruppo?
Comporta un rammarico enorme perché negli ultimi tempi, nonostante mediaticamente parlassimo solo di obiettivo-salvezza, dentro lo spogliatoio parlavamo soltanto di Play-Off. Con una sola sconfitta subita negli ultimi tredici turni non poteva essere altrimenti. La vittoria nel derby contro la Recanatese ci aveva galvanizzato non poco e avevamo in programma degli scontri diretti importanti proprio in chiave Play-Off. Tra noi si era creata un’aspettativa concreta, nonostante fino a qualche mese prima parlassimo solo di una permanenza da conquistare con i denti. Questo stop inatteso ha smorzato i nostri entusiasmi e stoppato la corsa verso quel sogno. Le difficoltà vissute inizialmente, assieme alle soddisfazioni maturate nella seconda parte di stagione, hanno portato il nostro gruppo a cementarsi in maniera incredibile. Siamo una grande famiglia e posso dire di aver condiviso lo spogliatoio con tanti ragazzi splendidi e calciatori di notevole valore. Nel Tolentino ci sono diversi giovani molto interessanti e volendo fare un nome su tutti, nomino Davide Viola, difensore scuola Milan, passato da Bari e Como. Il suo percorso calcistico è stato finora pesantemente condizionato dalla rottura di un tendine d’Achille e da altri infortuni che purtroppo gli hanno tarpato le ali. Con il Tolentino si è rilanciato alla grande, dimostrando di avere una mentalità e delle peculiarità tecniche di ben altra categoria. Auguro a lui e a tutti i miei compagni più giovani e promettenti, di realizzare ogni desiderio e togliersi le soddisfazioni che meritano, nel Calcio e nella vita.
Cosa ne pensi della scelta della Società di confermare sin da ora la fiducia a Mister Andrea Mosconi e al D.S. Giorgio Crocetti, in vista della prossima stagione?
La nostra società ha sempre dimostrato di avere una programmazione eccezionale e le idee chiare, un valore aggiunto che fa la differenza in queste categorie. Negli ultimi due anni e mezzo sono state fatte le cose davvero per bene e in maniera oculata, con scelte azzeccate in ogni ambito. Il Mister ha creato un connubio forte con il Club e per lui, così come per il Direttore Crocetti, parlano i risultati. La loro conferma è stata il giusto merito per un lavoro straordinario. E’ stata una scelta che ha trovato piena condivisione in tutto l’ambiente cremisi e ha significato una continuità doverosa per quanto è stato realizzato quest’anno.
Federico, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, ai tifosi e all’intero ambiente cremisi?
Voglio mandare un abbraccio virtuale ai componenti della Società, ai miei compagni, allo Staff e ai tifosi del Tolentino. Spero che questo momento difficile passi in fretta e che si torni allo stadio con i nostri sostenitori assiepati sugli spalti. A loro voglio garantire che, quando sarà possibile, faremo di tutto per ripartire alla grande, esattamente nel modo in cui ci siamo lasciati qualche tempo fa.
Si ringraziano Federico Ruggeri e l’U.S. Tolentino 1919, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.