In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, l’Avvocato Antonio Petraglia, Presidente del Grumentum Val D’Agri.
Il numero uno del sodalizio lucano, reduce dal primo storico campionato di Serie D, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Presidente, le chiedo innanzitutto come sta vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando il nostro Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 26mila vittime lungo la penisola e centinaia di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così delicato e triste per l’umanità intera?
Quelli che stiamo vivendo, sono momenti di grande tristezza, ma anche di profonda riflessione. Abbiamo ancora negli occhi il tragico corteo con le camionette dell’Esercito che trasportavano i feretri di centinaia di vittime innocenti. Sono morte quasi duecentomila persone nel mondo e non possiamo non fermarci a pensare alla drammaticità di quanto stia avvenendo. E’ necessario che si faccia tutti un bagno di umiltà, capire che non siamo onnipotenti, e riprogrammare la nostra vita sulla base di una scala di valori, che veda al primo posto alcuni principi fondanti dell’essere umano, di cui si è perso il senso. In questo momento mi trovo a Roma, città in cui risiedo. Sono solo in casa da più di un mese, svolgo in smart working la mia professione di avvocato, cercando di vivere nella maniera più serena possibile questo periodo di quarantena. Le giornate sono abbastanza piene per via dei numerosi impegni e contatti telefonici e via web. Mi considero un uomo fortunato, proprio perché sono in salute e cerco di preservare, attraverso un comportamento responsabile, quel dono importantissimo che è la vita. Auspico che lo sport, il mondo del Calcio in particolare, segua questo tipo di riflessioni. Il football è occasione di svago, divertimento, esaltante dal punto di vista agonistico, però, l’aver vissuto questo momento tragico, ci deve far capire come non sia una priorità in questo momento. Ci dovremo ritenere fortunati, il giorno in cui torneremo a goderne e a viverlo nella sua pienezza.
Pare proprio che ci si debba rassegnare all’idea che, a seguito della pandemia in atto che ha messo l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli addetti ai lavori appartenenti al vasto mondo dei Dilettanti: una paura legata alla concreta possibilità di non percepire lo stipendio chissà fino a quando. A ciò si unisca il timore che molte Società scompaiano del tutto, a causa dell’abbandono di molti Presidenti che dovranno salvaguardare, prima di tutto, i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. È una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto, oppure No?
Questa è una preoccupazione assolutamente legittima. Io mi occupo in prima persona di Diritto dell’Economia che, talvolta, diventa Economia del Diritto. Sono un giurista, immerso in fenomeni di micro e macroeconomia, oltre che di finanza. Qualche valutazione sui vari sistemi economici, e sulle conseguenze di una plausibile catastrofe finanziaria, riesco a farla. Nel nostro Paese, si sta ipotizzando un calo del Pil nazionale dell’8/10%, una percentuale notevole che determinerà il venir meno di milioni di posti di lavoro. La crisi economica diventerà un fatto quasi matematico, che si riverbererà sicuramente nel mondo del Calcio. E non tanto tra i Professionisti, quanto soprattutto tra i Dilettanti. La Serie A è coinvolta solo parzialmente da questo discorso, infatti si sta parlando di un’imminente ripresa proprio per via di interessi economici di proporzioni incredibili, derivanti dai diritti televisivi e da altre valutazioni di carattere finanziario. Nelle categorie inferiori, è necessario produrre valutazioni di tutt’altro genere. Dal punto di vista giuridico, essendoci un nesso di causalità tra prestazione dei giocatori e rimborso spese, in mancanza di quella prestazione, le società non sarebbero tenute a rimborsare. E’ necessario però, che si concretizzi un’azione di buon senso da parte dei vari Presidenti, perché è comprensibile la preoccupazione di tutti i tesserati, rispetto al rischio di non percepire per lungo tempo i rispettivi emolumenti. Noi abbiamo provveduto a rimborsare praticamente ogni tesserato finché si è giocato e fino al momento dello stop, ma il problema si pone per il futuro, per quei mesi in cui non si è giocato e non si giocherà. Ci sono Club che non hanno alcun denaro da gestire allo stato attuale. Non c’è possibilità di pianificare il finale di questa stagione e ancor meno la prossima. Ho parlato con diversi colleghi, Presidenti anche di squadre piuttosto blasonate: non ne ho ancora trovato uno che dica di non essere in serie difficoltà nell’affrontare spese ingenti a campionato fermo. La volontà di tutti, a Dio piacendo, è quella di tornare a fare Calcio nella prossima stagione e, nel frattempo, per poter andare incontro alle legittime pretese dei tesserati, è necessario che il Governo intervenga in nostro aiuto, con uno stanziamento dedicato esclusivamente al Calcio dilettantistico. Ci sono decine di migliaia di persone da tutelare e supportare, in una fase in cui nessun Presidente si potrà permettere esborsi eccessivi, a fronte di nessuna entrata. Capisco il grido d’allarme lanciato in questi giorni da tanti tecnici e calciatori, capisco perfettamente che reclamino delle garanzie contrattuali ben più solide di quelle tutt’ora in essere, però non si può neanche chiedere ai Club di rispondere presente in relazione ai mesi in cui non si è giocato, perché sarebbe come andare incontro di proposito ad un fallimento, societario e personale, inevitabile.
Quali pensa possano essere, nello specifico, le soluzioni più adeguate per salvaguardare l’intero movimento? Crede che un sostegno importante e concreto da parte del Governo possa bastare per ridurre gli effetti che si immaginano devastanti di questa pandemia?
L’intervento del Governo penso sia indispensabile. Come ho appena detto, sarà necessario venire incontro alle società dilettantistiche e agli stessi calciatori, magari istituendo un fondo da cui possano attingere i Club, anche per costruire una solida piattaforma economica in ottica futura. In questo momento, i tesserati hanno la possibilità di ottenere un contributo di 600,00€ come previsto dal Decreto “Cura Italia”, mentre, le società, possono accedere a dei finanziamenti tramite il Credito Sportivo. Si tratta di cifre che, pur con tasso favorevole, andranno sempre restituite, e non credo siano la soluzione ai problemi a cui andranno incontro i protagonisti di questo settore. Auspico quindi una manovra del Governo, volta proprio a salvaguardare un sistema, che muove un indotto di centinaia di migliaia di persone, oggi senza alcuna prospettiva futura.
Riguardo alla Stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa che non ci siano più i presupposti per una ripresa?
Credo che una ripartenza sia plausibile solo per quanto riguarda la Serie A. In tutte le altre categorie, è semplicemente impossibile che si ritorni in campo a breve-medio termine, soprattutto perché non sussistono le condizioni dal punto di vista sanitario. Finché non dovesse essere concepito, prodotto e distribuito un vaccino, non si potrà mai garantire a tutti gli addetti ai lavori di giocare e lavorare in sicurezza. Francamente, non riesco ancora a capire come si faccia a non annunciare la conclusione definitiva della stagione. E’ tecnicamente impossibile proseguire. D’ora in avanti, ci sarà un protocollo severissimo a cui dovranno attenersi tutte le società dalla Serie A in giù. A cominciare dalla gran parte delle realtà di Serie B, non credo sia possibile rispettare alla lettera determinati protocolli igienico-sanitari. Faccio veramente fatica a comprendere come mai non si sia arrivati ad una decisione definitiva, che ci consenta di capire come si concluderà la corrente stagione e come poter impostare la prossima. Le criticità di carattere sanitario, sono la prima ragione contro un’ipotetica ripartenza, subito dopo, ad impedirci di tornare in campo, vi sono delle dinamiche di carattere economico-finanziario. Alla maggior dei Club, sono venute meno le risorse su cui potevano fare precedentemente affidamento. Perciò, prendiamo atto tutti quanti che la stagione sia ampiamente terminata. Cominciamo a pensare, sin da subito, come e quando si potrà ripartire nella prossima annata. Riguardo ai verdetti da emettere per questo campionato, non ho dubbi che le soluzioni più opportune si possano trovare tranquillamente. Nel nostro Girone, penso che sarà promosso in Serie C il Bitonto, mentre il Foggia sarà quasi certamente ripescato e non ci saranno troppi problemi nel completare i vari raggruppamenti. A mio avviso, sarebbe giusto optare anche per un blocco delle retrocessioni, proprio per non scontentare nessuno, fermo restando che, con il possibile fallimento di molti Club, si potrebbe andare incontro ad una stagione da record per quanto concerne i ripescaggi. Tutto questo, sempre che si torni a giocare nel giro di 4/5 mesi ancora. Potrà sembrare una previsione eccessivamente pessimistica, ma sono abituato a ragionare sempre con riferimento al “worst-case”, così come fanno gli amici anglosassoni. Quello di uno slittamento della prossima annata sportiva, sarebbe uno scenario a dir poco catastrofico, ma non si può non tenere conto anche di questa malaugurata evenienza. Al di là di tutto, sono davvero convinto che, l’anno prossimo, molte squadre non riusciranno ad iscriversi. Una considerazione, questa, che faccio basandomi su ragioni che rasentano la psicologia. Temo infatti che diverse società geograficamente collocate nelle zone d’Italia più colpite dal virus, come Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, faticheranno a trovare una soluzione e gli stimoli per tornare a parlare di Calcio giocato, anche in futuro. In quei territori dove si contano giornalmente centinaia di morti, ci vorrà molto più tempo per tornare alla normalità e, se non altro, credo ci saranno tantissime società, in tutta la nazione, che dovranno ridimensionare sensibilmente i propri obiettivi.
Qualcuno ha detto che la Stagione potrebbe risultare “falsata” sia in caso di chiusura anticipata, andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, sia in caso di ritorno in campo dopo una inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi Calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Lei, il Grumentum Val D’Agri, la Società che rappresenta, come la pensate a questo proposito? Siete tra l’altro ancora in lotta per il definitivo raggiungimento dell’obiettivo-salvezza. Credete o sperate di poter tornare in ogni caso in campo? Oppure avete in testa un altro tipo di scenario che sperate venga concretizzato dalla Lega?
Se mi chiedessero di far scendere in campo la mia squadra a breve-medio termine, la mia risposta sarebbe assolutamente negativa. Nel caso in cui la Lega disponesse di giocare le restanti gare di campionato, io non escluderei che il Grumentum Val D’Agri possa opporsi, rifiutandosi di farlo. Sarebbe veramente assurdo che la LND ci chiedesse di ultimare la stagione. Per quanto sia il mio pane quotidiano, non farei mai ricorso se ci fosse una valida motivazione sportiva. Diverso sarebbe, nel caso in cui si violassero i diritti della persona: se ciò accedesse, dovrei per forza oppormi. Non si scherza con la salute dei ragazzi, in assenza di vaccino e cura. Ma poi, lancio una provocazione da Azzeccagarbugli: se uno dei ragazzi, malauguratamente, si dovesse infettare e decidesse di tutelare le proprie ragioni, giuridicamente, chi ne risponderebbe? Ma queste, sono solo ipotesi: sono più che sicuro che presto ci verrà sapientemente comunicata la fine della corrente annata sportiva. Nessuno si potrà mai prendere la responsabilità di far rischiare la propria salute a migliaia di addetti ai lavori. Ma poi, scusate, in trasferta come dovremmo andarci per rispettare la distanza sociale? Con tre pullman? In quali e quanti alberghi dovremmo far soggiornare trenta persone? E gli spogliatoi? Come ci si dovrebbe comportare con sanificazioni, tamponi e controlli vari? Non scherziamo! Ma poi, perché dovremmo riprendere ad ogni costo? La Serie D non ha le “motivazioni” economiche della A. Non c’è la minima ragione per riprendere! Una chiusura anticipata è inevitabile e porterebbe con se un’unica negatività: l’interruzione del trattamento economico dei tesserati, di cui parlavamo poc’anzi. Su questo aspetto, bisognerà lavorare sinergicamente tra Lega, Governo e Società. Per il resto, non c’è davvero più nulla da attendere.
Non posso chiudere senza averle chiesto un giudizio sulla Stagione del suo Grumentum. Collocati nel Girone probabilmente più difficile e competitivo dell’intera categoria, vi siete resi protagonisti di un percorso abbastanza positivo e, al momento dello stop, avevate tre squadre sotto di voi, a soli quattro punti dalla prima posizione che garantiva la permanenza di diretta. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, come giudica la stagione della sua squadra, al primo storico campionato di Serie D?
Il mio, è un giudizio estremamente positivo. Se non erro, il Grumentum Val D’Agri, è la prima squadra lucana che in Serie D, da matricola, riesce a mantenere la categoria. Questo, naturalmente, immaginando che il campionato sia terminato qui. E’ stato un percorso straordinario il nostro, cominciato circa cinque anni addietro dalla Prima Categoria, fino ad arrivare in Serie D, dopo lo storico Triplete della scorsa annata. Con il Grumentum, abbiamo centrato anche una promozione in D con la squadra di Volley femminile, oltre ad aver vinto un Torneo Regionale con la formazione Juniores. Abbiamo concretizzato una storia, ancora breve, ma molto intensa. Il percorso fatto con i nostri giovani, è la cosa che più mi riempie d’orgoglio. Fosse per me, giocherei la Serie D con una squadra dall’età media di vent’anni. Io adoro il Calcio giovanile, per me non c’è cosa più bella ed appassionante. Tornando alla Prima Squadra, quest’anno per noi è stato un sogno. Ci siano fatti assolutamente onore, dimostrando di essere un’ottima compagine, composta da elementi di grande affidabilità e da Under di notevole prospettiva. In alcuni frangenti abbiamo fisiologicamente pagato lo scotto della matricola, specie su alcuni campi importanti. Ma dal Mister, dallo Staff Tecnico e da tutto l’organico, è stato condotto davvero un ottimo campionato. Portare il Grumentum al “Fanuzzi” di Brindisi, allo “Iacovone” di Taranto, allo “Zaccheria” di Foggia, o al “San Francesco” di Nocera Inferiore, in Stadi gloriosi, dove in passato sono stato da tifoso a vedere gare di categoria superiore, è stato motivo di grandissimo orgoglio. Confesso che mi sono esaltato non poco, vedendo la mia squadra giocare alla pari con certe corazzate. Già nel momento in cui vidi la composizione del Girone H, mi sembrava di sognare: il mio piccolo Grumentum in un raggruppamento pieno di storia, nel Girone forse più competitivo e difficile della storia della LND. Noi lo abbiamo affrontato con lo spirito di una modesta realtà, che ha avuto l’onore di confrontarsi con piazze storiche e blasonate. Speriamo di riprovarci l’anno prossimo, dopo aver acquisito maggiore esperienza, in una condizione in cui, tutto l’ambiente, me compreso, sarà più pronto e temprato. Chiudiamo questa stagione con un po’ di rammarico, perché ci tenevamo tanto a completare del tutto il Torneo, e poi perché aspettavamo da troppo tempo quel Grumentum-Foggia, inizialmente in programma per l’8 marzo. Sarebbe stata la partita finora più importante della storia della mia società. Chi avrebbe mai immaginato di vedere i Satanelli impegnati in Val D’Agri? Purtroppo però, non è stato possibile ritagliarsi quest’ulteriore fetta di storia. Ci sarebbe piaciuto tanto giocare tutte le trentaquattro gare in programma e salvarci sul campo. A parte le sfide interne contro Bitonto e Foggia, le altre sei partite erano, secondo me, alla nostra portata e non ho dubbi che ci saremmo salvati senza neppure passare dai Play-Out. Anche il Mister e i ragazzi sono rimasti un po’ male per questo. I calciatori, credo, per mantenere comunque la forma fisica, si stanno allenando presso le proprie abitazioni, anche se nessuno sta alimentando false speranze rispetto ad una ripresa. Per una questione di onestà intellettuale, ho detto ai ragazzi di non farsi illusioni, perché la stagione è finita. Comprendo i loro turbamenti, sono stato atleta anch’io in gioventù, e posso capire quanto manchi l’adrenalina della competizione agonistica. Però le priorità, in questo determinato momento storico, sono ben altre e i miei ragazzi l’hanno capito perfettamente, da persone sveglie, responsabili ed intelligenti quali sono.
Volgendo uno sguardo al futuro, immaginando che presto si potrà recuperare la consueta normalità dal punto di vista umano e sportivo, quali sono le sue aspirazioni in qualità di principale responsabile di questo Club? Quali sono le reali prospettive che avvolgono la realtà calcistica da lei presieduta?
Al momento, è necessario non fare voli pindarici, anche perché dobbiamo prima di tutto uscire da una drammatica situazione pandemica. Se un domani ci fossero i presupposti economici, logistici e strutturali, valuteremo il da farsi. Sono un uomo ambizioso, ma profondamente con i piedi per terra. Credo che le prospettive possano cambiare, solo se in futuro si uscisse da questa situazione di crisi, con le aziende del territorio impegnate a fare la propria parte, progettando infrastrutture adatte e al passo con i tempi, polivalenti e che favoriscano lo sviluppo del turismo sportivo. Con un’adeguata programmazione e professionalità, con la possibilità di progettare un business plan con apporti di finanza variegata, il Grumentum potrebbe anche immaginare un ruolo tra i Professionisti. Se invece queste circostanze imprescindibili non trovassero attuazione, saremmo ben contenti di consolidarci in questa categoria, che per noi rappresenta già un lusso.
Presidente, c’è un messaggio, un auspicio o un augurio, che intende indirizzare ai suoi ragazzi, ai tecnici, ai tifosi e a tutto l’ambiente biancazzurro?
Innanzitutto, dobbiamo ringraziare il Signore, se ci consente di preservare la nostra salute, godendo del bene della vita. Non c’è valore più prezioso di questo. La possibilità di divertirci, giocare e fare attività agonistica, è un tesoro grande. Speriamo di poter considerare, questo dramma sanitario, solo un incidente di percorso. Auguro a tutti di ritrovare al più presto un benessere fisico, ma soprattutto interiore. Agli amici che supportano e tifano il Grumentum Val D’Agri rammento che, il nostro, non è solo un progetto di sport, ma un progetto di vita. L’anno prossimo ci rimetteremo in gioco con uno spirito ancor più solido di fraternità, amicizia e rispetto degli avversari e per quelle squadre contro cui saremo onorati di giocare. Facciamo tesoro di questa difficile esperienza, per ripartire tutti più forti e con la consapevolezza che, attraverso lo sport, possiamo e dobbiamo diventare uomini migliori.
Si ringraziano il Presidente Antonio Petraglia e l’A.S.D. Grumentum Val D’Agri, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.