In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il forte attaccante dell’Acireale, Adamzaki Ouattara.
Il 21enne talento ivoriano, giunto in granata nello scorso mese di Dicembre, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Adam, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo vivendo una situazione che mi fa pensare e mi preoccupa tantissimo. Ciò più mi rattrista, è vedere il numero di persone che ogni giorno perdono la vita a causa di questo terribile virus. Quando sento giornalmente il numero dei deceduti in Italia, mi viene da piangere. Ogni singola vita vale tantissimo e spero che tutto finisca al più presto, perché non si può più andare avanti così. In questo periodo io vivo da solo e mi sto allenando moltissimo in casa, seguendo due distinti programmi di allenamento. È impossibile spiegare quanto manchi il Calcio ed ogni suo aspetto. Con i miei compagni, siamo come una vera famiglia. Sento molto la mancanza dei momenti in cui, fuori dal campo, ci prendevamo in giro, ridendo e scherzando come fossimo fratelli. Non vedo l’ora di ritrovarmi con loro, di recuperare la quotidianità perduta e di rivedere la mia ragazza, che purtroppo non vedo da molto tempo. Non ci sono parole per spiegare cosa stia accadendo, dobbiamo solo pregare Dio affinché ci aiuti a superare in fretta questo momento. Sono certo che con la protezione divina, e con una adeguata condotta da parte del Governo, ne usciremo presto.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari anche in estate inoltrata?
La mia speranza è sicuramente quella di ripartire al più presto, anche in estate inoltrata, nonostante io abbia seri dubbi che ciò possa accadere. Se dovessero ripartire Serie A e B, vorrebbe dire che ci sarebbero nuovamente le condizioni sanitarie per tornare in campo e, a quel punto, mi aspetto una ripartenza anche nelle categorie inferiori. Bisogna in ogni caso stare molto attenti alle decisioni che si prendono, perché in gioco ci sono interessi notevoli. In questo senso, confido tanto nel Presidente Sibilia, che è una persona seria, abituata a prendere decisioni eque e concrete. Lui ha sottolineato più volte che i campionati debbano terminare regolarmente sul campo, perciò spero che presto ci siano le condizioni perché ciò possa accadere.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Questo è un problema grandissimo, che desta grande preoccupazione in tutti noi. Oggi, legarsi a una società dilettantistica, non da’ nessuna garanzia dal punto di vista economico e, il mio, è un discorso che riguarda l’intera categoria, ad esclusione di pochissime realtà che invece onorano tutti gli impegni fino in fondo. Quello che mi dispiace più di tutto, è vedere certe situazioni in cui i dirigenti “marciano” sulla crisi che deriva dalla lunga sosta dovuta al Coronavirus, per non pagare ai propri tesserati gli stipendi dei mesi precedenti al momento dello stop. Tutto questo è molto triste, perché tanti di noi hanno famiglie da mantenere e non è facile essere sereni, nella vita, e anche in campo. È una questione di rispetto. Io posso comprendere quei Presidenti che hanno sospeso i pagamenti a causa delle difficoltà incontrate dal momento in cui il campionato si è fermato, ma non posso affatto capire quelle Società che non pagano i propri tesserati già da settembre o ottobre scorso, e nel nostro Girone ce ne sono diverse. La Lega deve necessariamente verificare, prima che inizi la Stagione, se una Società abbia le potenzialità per affrontare un percorso di nove/dieci mesi, con tutto quello che comporta. In alternativa, dovrà istituire un fondo a cui possano attingere tutti i tesserati che sono vittime della cattiva gestione di alcuni Club. Ovviamente non spetta a me dare suggerimenti, ma di certo posso dire che una soluzione bisognerà trovarla e anche di corsa.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Il rischio che tante società scompaiano è molto concreto, soprattutto perché sono sempre di più i Presidenti in difficoltà. In questo momento, il futuro non appare troppo positivo, ma io sono sicuro che la Lega farà qualcosa di importante per salvaguardare tutto il movimento. Credo tanto in un contributo del Governo. Il Calcio, e non mi riferisco solo a Serie A e B, è un’azienda, e in quanto tale, dev’essere sostenuta per evitare situazioni spiacevoli. I Dilettanti dovrebbero essere appoggiati ancor di più dei Professionisti, perché nelle categorie superiori si potrà comunque contare su introiti e risorse ben diverse, mentre, nelle Serie minori, si lotta per la sopravvivenza e in tanti non l’hanno ancora capito. Purtroppo, da parte delle istituzioni, non c’è molto rispetto per la nostra categoria e quindi non possiamo far altro che sperare che le cose cambino al più presto. Con la crisi che c’è all’orizzonte, e con cui tutti dovremo confrontarci, bisognerà per forza fare qualcosa di importante, altrimenti sarà davvero difficile in futuro.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da ben più di un mese siano tutti completamente fermi. L’Acireale è attualmente al settimo posto nella graduatoria del Girone I, a soli cinque punti dalla zona Play-Off. In considerazione della vostra posizione di classifica, che lascia ancora aperto qualunque tipo di scenario, e mancando sulla carta altre otto gare, quali aspettative avvolgono l’ambiente granata in questo momento?
Di Stagione “falsata” si potrebbe parlare solo se non si tornasse più in campo. Potrebbero avere molto da contestare, tutte quelle società che sono in lotta per qualcosa di importante e che non potrebbero più inseguire i propri obiettivi. Se invece si tornasse in campo, avremmo tutti le stesse difficoltà e ogni squadra potrebbe determinare il proprio destino sul campo, senza poter recriminare nulla. Noi abbiamo tutti le stesse cose in testa. Vogliamo assolutamente tornare in campo, perché abbiamo ancora troppo da dare e dimostrare. Sentiamo di meritare quantomeno il terzo posto e abbiamo una voglia matta di riprendere a giocare, per provare ad arrivare quanto più su possibile in classifica.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Adam Ouattara, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Questa è una gran bella domanda. E’ difficile fare qualsiasi ipotesi. Di sicuro, non riesco a mettermi nei panni di quei ragazzi che oggi giocano in squadre che sono seconde per un punto o che si ritroverebbero in Eccellenza per uno o due punti, con ancora tante gare da giocare. Purtroppo però, se non si tornerà in campo, bisognerà per forza prendere delle decisioni e credo che, alla fine, non si potrà fare a meno di promuovere le attuali prime dei nove Gironi. E anche in zona retrocessione, qualcuno dovrà necessariamente scendere di categoria, per quanto mi dispiacerebbe tantissimo che per molti colleghi venissero meno tutti gli obiettivi stagionali. Ho la sensazione che, comunque vada, andremo incontro ad un’altra estate piena di ricorsi, opposizioni e sedute nelle aule dei tribunali. E questo, purtroppo, è un rischio molto concreto se non si completasse la Stagione regolarmente sul campo.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. La scorsa estate sei arrivato a Taranto avvolto da grandi aspettative, ma poi, in rossoblù, non ti è stato concesso lo spazio che ci si aspettava. A dicembre ti sei trasferito ad Acireale, in una piazza gloriosa e ambiziosa, dove hai trovato un buon minutaggio, riuscendo a siglare anche tre gol. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla Stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo?
Quest’anno è stato bellissimo per me. Non ho nessun pensiero negativo, né tantomeno dei rimorsi o dei rimpianti. Quella di Taranto è stata un’esperienza stupenda, anche se non ho quasi mai avuto l’opportunità di giocare. Ritrovarmi in una realtà del genere, mi ha fatto capire quale sia il mio reale valore. Anche se ci tenevo a dimostrarlo sul campo, ricorderò sempre con immenso piacere i mesi trascorsi a Taranto. Sono maturato tanto dal punto di vista fisico e mentale. Mi sono confrontato con un contesto importante e ho un ricordo splendido di tante persone e dei tifosi rossoblù. A dicembre sono arrivato ad Acireale, in un altro grande Club, con una tifoseria magnifica e una storia importante alle spalle. Qui ho trovato un Mister che si è fidato di me, mi ha dato spazio e mi ha insegnato tantissime cose. Incontrarlo, anche se solo per poco tempo, è stata una fortuna. E’ un grande tecnico e una splendida persona. Ha sempre trovato le parole giuste per farmi capire e crescere, sotto tanti aspetti. In granata ho finalmente ripreso contatto con il terreno di gioco, ho segnato tre gol e fornito un assist vincente a Palermo: una circostanza, questa, che non potrò mai dimenticare. In quell’occasione avevo l’opportunità di calciare a rete, ma ho preferito servire un mio compagno meglio piazzato, dimostrando come abbia a cuore le sorti della squadra, ancor prima delle mie. Questo aspetto fa parte anche della mia indole. Se davanti alla porta ho il 50% di possibilità di far gol, e vedo che un mio compagno ne possa avere il 70/80%, non ci penso due volte a servirlo per dare alla squadra maggiori chances di segnare. Nel complesso, quest’ultima annata, è stata per me molto positiva e di grande crescita generale.
La Stagione dell’Acireale, sin qui, è stata di grandissimo spessore. Senza i nove punti complessivi che sono stati sottratti in classifica strada facendo, sareste al terzo posto in solitaria, in un Girone complicatissimo come quello I di Quarta Serie. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che Stagione è stata quella dell’Acireale? E la possibilità che non possiate tornare in campo per centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
Quella dell’Acireale è stata una stagione straordinaria. Anche quand’ero a Taranto, seguivo sempre l’andamento del Girone I. Quando vedevo i miei attuali compagni in testa alla classifica e il modo in cui vincevano le partite, ho pensato che potessero realmente vincere il campionato. Poi, strada facendo, è successo quel che è successo, i punti di penalizzazione subiti hanno influito tanto sul nostro percorso e ci siamo ritrovati al settimo posto, pur meritando ben altro piazzamento. Però, nel complesso, penso che questa squadra, considerato tutto il percorso, anche i mesi in cui io non ne facevo parte, ha condotto una Stagione stupenda, della quale i tifosi possono andar fieri. Spero davvero che l’Acireale riesca a contare in futuro su basi solide, perché, confermando questa squadra e questo allenatore, l’anno prossimo ci sarebbero tutti i presupposti per vincere il campionato. Questa città e questi tifosi, meritano altre categorie. Se non potessimo più tornare in campo per completare il percorso iniziato molto tempo fa, rimarremmo malissimo. La speranza di ritornare ad indossare la maglia granata nelle restanti otto partite, è fortissima. Nonostante le varie difficoltà, tutto il gruppo continua a sperare che la Stagione non sia finita qui.
In conclusione, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, al Club, ai tifosi e all’intero ambiente granata?
Voglio mandare un abbraccio a tutti, augurando di superare un simile momento senza alcuna conseguenza. Da questo periodo così difficile, ne possiamo uscire tutti insieme, rispettando le regole e rimanendo in casa finché sarà necessario farlo. Solo così potremo tornare quanto prima a vivere le domeniche negli stadi d’Italia, per giocare, tifare e gioire per i nostri colori.
Si ringraziano Adamzaki Ouattara e l’Acireale Calcio, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.