In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il Bomber della Recanatese, Manuel Pera.
L’esperto attaccante toscano, attuale capocannoniere del Girone F di Quarta Serie, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Manuel, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Parliamo di un qualcosa di mai vissuto e dalle proporzioni incredibili. Quella che stiamo conducendo in questo momento, non è vita. La quotidianità di ognuno è stata letteralmente stravolta, e non è bello vedersi privati della propria libertà. So perfettamente che sia giusto rispettare le indicazioni che ci sono state date dal Governo, ma è chiaro non sia una situazione semplice da gestire per nessuno. Io sto trascorrendo questo periodo in Toscana, in casa mia, con i miei affetti. Fortunatamente stiamo tutti bene, però il pensiero di tutte le vittime che questo virus stia mietendo nel mondo, trasmette un’inevitabile angoscia. La situazione di precarietà generale, non può che suscitare in me grande preoccupazione, però cerchiamo di andare avanti con fiducia, sperando che tutto passi nel più breve tempo possibile. Ho estrema fiducia nei medici, negli scienziati e negli specialisti che dovranno concepire e produrre un vaccino contro il Coronavirus. Ci rimettiamo al loro lavoro, augurandoci che trovino una soluzione in tempi ragionevolmente brevi.
Col passare dei giorni, sembrano sempre più alte le probabilità che la Stagione calcistica sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che continuino a non sussistere le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che effettivamente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari anche in estate inoltrata?
Sicuramente nutriamo tutti la speranza che si possa riprendere e portare a termine il Campionato, sia per cercare di raggiungere i rispettivi obiettivi, sia perché, ripartire, significherebbe avere maggiori possibilità di essere retribuiti sino in fondo. E questo è un pensiero che riguarda soprattutto quei Calciatori che non abbiano la fortuna di militare in Società virtuose come quella a cui appartengo io e che probabilmente, al di là di quello che sarà l’epilogo stagionale, onoreranno ogni impegno. Però, in generale, credo che sia nella testa di tutti gli addetti ai lavori, la volontà di attendere il momento più opportuno per ritornare in campo. E questo anche se dovesse accadere in piena estate. In fondo, il nostro, oltre che un lavoro, è anche un meraviglioso divertimento. Quindi non vedo perché ci si dovrebbe opporre ad una ripresa, anche oltre il 30 Giugno. Ci sarebbe da trovare una soluzione per i vari contratti, ma non penso ci sarebbero grandi problemi in tal senso. I miei dubbi riguardano più che altro le possibilità effettive di ripresa. A questo proposito sono abbastanza pessimista, e la mia speranza di tornare presto in campo, si contrappone ad una visione realistica delle cose, che mi porta a credere che sia molto, molto difficile che questo Campionato si determini regolarmente attraverso la disputa delle restanti gare. Una soluzione potrebbe essere quella di ripartire direttamente a Settembre, giocando le ultime partite in quel periodo e facendo slittare di diversi mesi l’inizio della Stagione successiva. È un’ipotesi remota, ma è una delle tante che si potrebbero pensare ed attuare pur di arrivare una conclusione di questo Campionato, quanto più regolare possibile. Poi, personalmente, sarei disposto a giocare in qualunque momento, perché so già quanto mi mancherà ogni sfaccettatura del Calcio nel momento in cui arriverò in futuro a dire basta. Anche per questo, per quanto io continui ad avere forti dubbi rispetto ad una ripresa, voglio continuare a sperare che presto ci siano tutte le condizioni perché si ritorni finalmente a giocare.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro proprio e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Assolutamente sì. Gioco a pallone da circa quindici anni e purtroppo di queste situazioni ce ne sono state sempre tante ogni anno. I Calciatori di Serie D, e i Dilettanti in generale, non sono per niente tutelati. Ci sono Presidenti, e sono tanti, che se decidono di smettere di tirare fuori denaro lo fanno, senza pensare alle conseguenze. E questo è possibile perché c’è troppo poco controllo su quelle che siano le reali potenzialità di ogni singola Società. Purtroppo l’Italia è indietro anni luce rispetto a tantissimi paesi nel mondo e anche le criticità legate al nostro movimento derivano dall’arretratezza che purtroppo caratterizza la maggior parte dei settori in Italia. Per fare Calcio non basta la passione, ci vogliono prima di tutto i presupposti economici. Oltre a chi scende in campo, ci sono tecnici, collaboratori, dirigenti, inservienti, persone che non possono prescindere da uno stipendio, necessario per mandare avanti la propria famiglia. In Serie D non girano le cifre assurde e fuori dal mondo che caratterizzano le Serie superiori e quindi, chi gestisce una Società in questa Categoria, è chiamato ad avere un rispetto se possibile ancor maggiore dei rispettivi tesserati. Io mi ritengo un vero privilegiato, da questo punto di vista. Se tutti i Presidenti di Calcio fossero come il nostro, come il Dottor Guzzini, non esisterebbe neppure il minimo problema in questo ambiente. Purtroppo però, di persone di questo calibro, ce ne sono ben poche nel nostro mondo e quando le si incontra bisogna tenersele strette. Se oggi la maggior parte dei Calciatori di Serie D spinge per una ripresa dell’attività agonistica, è proprio perché ognuno di noi ha fatto questo tipo di considerazioni. Fermandoci definitamente, sarebbero in tantissimi a perdere molti soldi e c’è gente disposta a tutto pur di evitarlo. Se chiedessi a tanti di noi se fossero disposti a riprendere, nonostante i tanti rischi del caso, risponderebbero quasi tutti di sì, proprio perché quando in gioco c’è il bene di una famiglia, si è disposti veramente a tutto. Quando ho giocato a Taranto ho visto cosa significhi lavorare e vivere a diretto contatto con il rischio. Ho riflettuto molto vedendo gli operai dell’Ilva rischiare la propria vita e quella delle rispettive famiglie. Lì ho capito più che mai, che quando si ha bisogno di lavorare per vivere, non si tiene conto di alcun rischio. Perciò capisco perfettamente le preoccupazioni che riguardano la nostra Categoria. Sono più che legittime e spero che si trovi una soluzione per dare una svolta concreta anche a questo.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
L’intervento della Lega e del Governo, penso che sia di fondamentale importanza. Forse anche la possibilità che la Serie A venga in soccorso delle Serie minori, potrebbe essere una soluzione da prendere in debita considerazione. In altre Nazioni europee, questo è già stato predisposto e credo che potrebbe essere una soluzione percorribile anche qui da noi. L’ipotesi che molte squadre non ce la facciano ad iscriversi ai prossimi Campionati, è più che concreta. La maggior parte dei Presidenti sono imprenditori, che dovranno ragionevolmente salvaguardare le rispettive aziende, lesinando investimenti ed energie psico-fisiche alle Società di Calcio. Anche in questo senso è auspicabile il sostegno concreto, quantomeno da parte della Lega, affinché si possa evitare un sensibile stravolgimento di diverse Categorie. E’ l’unica cosa che posso auspicare, visto che ipotizzare una soluzione piuttosto che un’altra, mi riesce molto difficile.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane per la propria salute. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, è tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da ben più di un mese siano tutti completamente fermi. La Recanatese è attualmente al quarto posto nella classifica del Girone F, a sette punti dalla vetta, con ancora otto gare da giocare, compresi gli scontri diretri contro Matelica e Campobasso. In considerazione della vostra posizione di classifica, che lascia ancora aperto qualunque tipo di scenario, quali aspettative avvolgono l’ambiente giallorosso in questo momento?
Se alla fine si tornasse tutti in campo, penso che nessuno potrebbe parlare di Stagione “falsata”. In quel caso, ogni squadra determinerebbe il proprio destino attraverso le singole prestazioni e, nonostante le varie problematiche a cui si potrebbe tutti andare incontro, nessuno potrebbe avere nulla da recriminare. Diverso sarebbe in caso di chiusura anticipata. Qualsiasi fosse lo scenario conclusivo decretato direttamente dalla Lega, sarebbe inevitabile che molte squadre restassero scontente e si sentissero penalizzate, specie quelle che oggi si ritrovano magari ad uno o due punti di distanza dal proprio obiettivo. Noi, in ogni caso, speriamo di riprendere, ma solo con la sussistenza di determinate condizioni sanitarie. Immaginiamo cosa possa accadere se si riscontrasse anche un solo caso di positività al virus in una singola squadra. Tutto il gruppo sarebbe costretto ad andare in quarantena e saremmo di nuovo punto e a capo. Non si può prescindere dagli opportuni controlli e dalle necessarie precauzioni. Mi rendo conto che non sia affatto semplice, ma nonostante questo, noi continuiamo a sperare di poter riprendere il Campionato, per completare un percorso iniziato la scorsa estate e vedere dove noi stessi saremmo capaci di arrivare, completandolo del tutto.
Nel caso in cui non si potesse fare a meno di chiudere anticipatamente la corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. In tal caso, quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Manuel Pera, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
In caso di mancata ripresa, penso che sarebbe giusto promuovere in Serie C tutte le attuali prime in classifica. È chiaro che le seconde, ma anche le terze o le quarte ambiziose come noi, si potrebbero ritenere oltremodo penalizzate, però è anche vero che una decisione non si potrebbe fare a meno di prenderla. E l’ipotesi che molte squadre vengano meno ai nastri di partenza della prossima Stagione, potrebbe garantire l’opportunità di ripescaggio a tutte quelle formazioni attualmente non al primo posto nei vari Gironi di Serie D e che abbiano i requisiti necessari per potervi accedere. Per quanto riguarda le retrocessioni invece, potrei ipotizzarne l’annullamento, allargando i Gironi a più squadre nel prossimo Campionato, al netto di tutte quelle realtà che, come detto, non riusciranno eventualmente a prendere parte alla Stagione successiva, risentendo oltremodo della crisi economica che potrebbe travolgere tutto il sistema. In ogni caso, le soluzioni sono davvero molteplici e non possiamo far altro che sperare che la Lega intraprenda la strada più indolore e giusta possibile.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al campo e di quella che è stata la tua Stagione. In poco più di due anni a Recanati hai segnato la bellezza di 56 gol ufficiali tra Campionato, Play-Off e Coppa Italia di Serie D. Hai sempre toccato come minimo quota 20 gol e anche quest’anno eri arrivato a 16, con ancora otto gare da disputare nella Regular Season. Che tipo di annata è stata quest’ultima, a livello personale? Volendo produrre un bilancio rispetto alla Stagione ancora in corso, fino ovviamente al momento dello stop, come valuteresti il tuo rendimento complessivo? E riguardo gli obiettivi futuri, quali sono le aspirazioni legate proprio al proseguo della tua carriera?
La mia Stagione è stata più che positiva fino al 1º di Gennaio. Da quel momento in poi, ho avuto spesso la febbre e una serie di piccoli infortuni che non mi hanno più permesso di scendere in campo al 100% della forma. A volte facevo fatica ad arrivare al meglio alle gare domenicali, spesso ho stretto i denti per poterci essere e quindi il mio bilancio cambia inevitabilmente da Gennaio sino al momento dello stop. Nel Girone di Ritorno non sono mai stato nel pieno delle forze, ma nel complesso penso di poter essere soddisfatto. La circostanza che mi vede in vetta alla classifica marcatori del nostro Girone, mi fa pensare che qualcosa di buono si sia fatto anche quest’anno e mi fa credere che in campo io abbia ancora molto da dare. Riguardo al futuro da Calciatore non ho ancora un’idea precisa. Mi piace vivere il presente e dedicarmi appieno al raggiungimento di ogni obiettivo, Stagione per Stagione. Posso dire però, che il giorno in cui deciderò di smettere, ho l’idea di fare l’Allenatore. Amo troppo il gioco del Calcio, nonostante le tante cose meno belle che vi ruotino intorno, però la passione e l’amore per questo Sport mi fanno essere sicuro che quando deciderò di dire basta, resterò in questo ambiente e spero davvero di poter fare l’Allenatore. Ho già avviato le pratiche per partecipare al Corso F.I.G.C. e spero di iniziare nel momento in cui si ripartirà anche in quel settore e si ricomincerà quel tipo di attività. Ovviamente parliamo in prospettiva futura, visto che ancora ho le motivazioni, la fame e la voglia di quand’ero ragazzino. E finché la testa e le gambe me lo consentiranno, continuerò a dare il massimo in campo, con i miei compagni.
La Stagione della Recanatese, sin qui, è stata di ottimo profilo, nonostante in molti si aspettassero qualcosa in più in ottica promozione. Al secondo miglior attacco del Girone F, si contrappone una difesa tutt’altro che ermetica, la quarta peggiore del raggruppamento. Siete comunque al quarto posto e potenzialmente ancora in corsa per gli obiettivi molto importanti di cui abbiamo appena parlato. Nel complesso, in attesa che ne si conosca l’epilogo, che Stagione è stata quella della Recanatese, secondo te? E la possibilità che non possiate tornare in campo per centrare un piazzamento ancor più esaltante, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
L’annata della Recanatese è stata più o meno simile a quella di Pera. Siamo partiti molto forte, generando un lungo testa a testa con il S.N. Notaresco, per poi distanziarci gradualmente dal vertice, accusando un calo, ma mai nelle prestazioni. Siamo una squadra che gioca a Calcio nel modo più autentico e il senso di questa affermazione lo comprenderà senz’altro chi ci abbia affrontato o visto giocare. Non credo che qualcuno possa dire di aver mai visto giocare male la Recanatese, quest’anno. Qualcuno dirà che abbiamo preso un po’ troppi gol e che forse averne subiti molti più delle dirette concorrenti per il vertice, possa essere proprio il motivo del distacco di sette punti dalla vetta. A chiunque pensi questo, dico solo che quando si prova a giocare costantemente a Calcio, quello vero, quello in cui la palla viaggia sempre veloce e rigorosamente a terra, ci sta di rischiare qualcosina più del normale. Se abbiamo subito qualche rete di troppo, significherà che dovremo sacrificarci tutti ancor di più, a cominciare da noi attaccanti, che siamo chiamati a dare il nostro contributo anche in fase difensiva. Noi sappiamo benissimo quali siano i nostri pregi e i nostri limiti. Sicuramente ognuno merita la classifica che ha, ma quel che è certo, è che non ci siamo mai risparmiati e abbiamo cercato sempre di imporre il nostro Calcio, interpretando il credo del nostro tecnico. Siamo un gruppo molto unito, allenato splendidamente, con alle spalle una Società unica, che può ampiamente ritenersi un lusso per la Categoria. Siamo ambiziosi, volevamo lottare per il massimo possibile e questo nessuno può metterlo in dubbio. A maggior ragione, sarebbe enorme il rammarico qualora non si potesse più tornare in campo. Posso assicurare che noi tutti, dal primo all’ultimo, crediamo fermamente alla promozione e sappiamo che avere eventualmente a disposizione altre otto gare, con ancora 24 punti in palio e tanti scontri diretti da giocare, ci darebbe la possibilità di raggiungere qualunque traguardo. Negli anni passati, abbiamo diversi esempi di Campionati persi clamorosamente nelle Giornate conclusive. Anche in virtù di questo, non vediamo l’ora che si torni alla normalità e ci venga consentito di lottare come sempre per vincere, completando la Stagione sul campo. E credo che questa, resti l’unica cosa giusta, regolare ed opportuna da fare, nel momento in cui ce ne fossero le condizioni.
In conclusione, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, ai tecnici, al Club, ai tifosi e all’intero ambiente giallorosso?
Voglio indirizzare un auspicio generale al mondo del Calcio e allo Sport in generale. La mia speranza è quella che si possa trarre beneficio da tutta questa situazione. E ciò può accadere solo se si decidesse di svoltare e di evolvere in tutti gli ambiti, smettendo di stare anni luce indietro rispetto a tanti altri paesi nel mondo. In Italia non si può più prescindere dalla costruzione di Stadi nuovi, di strutture sportive all’avanguardia, non si può non garantire assicurazioni e tutele per tutti, mettendoci al passo con i tempi in tutti i settori. Questo è l’augurio più grande che possa fare al Paese, auspicando proprio un miglioramento netto della società in generale. Mi auguro che non rimangano solo dei bei propositi e che, chi di dovere, prenda finalmente la situazione in mano, cambiando in meglio l’Italia sin da ora. E l’altro augurio che voglio fare è a tutti noi, legati in qualche maniera al mondo del Calcio. Speriamo di poter tornare al più presto ad esultare in campo per una vittoria, ritornando prima di tutto alla vita e ad una serena quotidianità.
Si ringraziano Manuel Pera e l’U.S. Recanatese 1923, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.