In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il Calciatore dell’Agropoli, Gennaro Cozzolino.
Il 22enne esterno campano, cresciuto nel Settore Giovanile dell’Avellino, con alle spalle esperienze molto importanti tra Messina e Reggio Emilia, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Gennaro, l’intera nazione sta vivendo un periodo storico drammatico, probabilmente senza precedenti. Costretti a stare chiusi nelle proprie abitazioni, anche i Calciatori, professionisti e dilettanti, hanno dovuto cambiare radicalmente le proprie abitudini quotidiane. Personalmente, come stai vivendo questo momento così delicato? Qual’è il tuo pensiero rispetto a ciò che attualmente stia avvenendo nel mondo?
Stiamo attraversando un momento molto delicato, che ci deve servire a riflettere sul senso più profondo di tante cose. Personalmente sto trascorrendo queste settimane così particolari ad Acerra, con la mia famiglia. Passo il tempo con loro, dando una mano nello sbrigare le varie faccende domestiche. Mi alleno quotidianamente per tenermi in forma, al di là se si dovesse o meno riprendere a giocare. Ho cercato di creare nel garage di casa, con l’aiuto di mio padre, una specie di palestra in miniatura, utile per svolgere gli esercizi di allenamento mattutini o pomeridiani, a seconda del mio programma atletico giornaliero. Cerco di trovare il tempo anche per studiare, seguire video lezioni e aggiornarmi su aspetti di cultura generale. Questa situazione si protrae ormai da poco più di un mese e non possiamo far altro che continuare a sperare che si possa tornare alla normalità quanto prima. L’aspetto maggiormente positivo, è l’aver vissuto la famiglia come non accadeva da troppo tempo, stando sempre fuori per il Calcio. All’inizio di quest’epidemia siamo stati in troppi a non renderci conto della gravità della situazione. L’importante ora è aver capito e usare le giuste precauzioni, affrontando ogni singolo giorno con adeguato senso di responsabilità. Dobbiamo comprendere l’importanza del tempo e delle piccole cose. Migliaia di persone nel mondo stanno pagando con la vita e questo pensiero provoca immensa tristezza. Per rispetto di chi non ce l’abbia fatta e di chi ogni giorno lavori e si sacrifichi per il nostro bene, è doveroso attenersi scrupolosamente alle indicazioni dateci, affrontando il presente in maniera costruttiva, ottimistica e positiva.
A detta di numerosi addetti ai lavori, la Stagione calcistica in corso sembra sia giunta al termine anzitempo. Quel che appare evidente, è che non sussistano minimamente le condizioni sanitarie, tecniche, mentali e non solo, per riprendere l’attività agonistica in tempi brevi. Qual’è il tuo punto di vista in questo senso? Credi che realmente non ci sia più la possibilità di scendere in campo? O pensi che sia ancora legittimo sperare che si possa concludere la Stagione, scendendo in campo entro il 30 Giugno o magari anche in estate inoltrata?
Mi rendo conto che qualcuno potrà giudicarmi folle, ma l’unica speranza che nutriamo io e ognuno dei miei compagni di squadra, è quella di poter tornare al più presto in campo. La nostra attuale classifica potrebbe portare i più a pensare che ci si possa esser arresi o che possa risultarci indifferente una ripresa o meno dell’attività agonistica. Beh, così non è. Abbiamo una voglia immensa di tornare in campo e cullare il sogno di un’impresa a cui continueremo a credere, finché la matematica non ci dovesse condannare. Detto questo, è altrettanto vero che non si possa pensare di riprendere il Campionato in assenza delle opportune condizioni sanitarie. Anche se, sono convinto che se ci dovessero chiedere di ripartire, sarà solo e soltanto nel momento in cui i rischi di contagio fossero pari a zero per tutti gli addetti ai lavori. Diversamente, credo che nessuno tra Calciatori, Allenatori, Arbitri, così come tutte le altre figure appartenenti al nostro movimento, sia disposto a mettere a repentaglio la propria salute. Se invece l’incolumità di ognuno di noi fosse garantita, penso che non ci sarebbe neppure un individuo che si opporrebbe ad una ripresa, anche in estate inoltrata. Una chiusura regolare del Campionato è auspicabile, soprattutto nel rispetto di quelle realtà che hanno già investito tanto per molti mesi e stanno lottando per obiettivi prestigiosi ed importanti. Noi giocatori viviamo di Calcio e per il Calcio, e personalmente non credo a chi oggi dica di volerla chiudere qui, così. Con i miei compagni non vediamo l’ora di riprendere ad allenarci e disputare le partite ufficiali, per cercare di giocarci le nostre chances di permanenza, nonostante oggi, classifica alla mano, possano sembrare alquanto residue. In ogni caso, sono sicuro che se il 3 Maggio, dovesse intervenire un ulteriore decreto ministeriale con cui ci fosse consentito di riprendere gli allenamenti, allora sarebbe effettiva la possibilità di ripresa nell’immediatezza di quella data. Se al contrario, si concretizzasse l’ennesima proroga delle misure restrittive attualmente in essere, arrivando così al prolungamento dello stop ad ogni attività, si potrà certamente definire conclusa la Stagione 2019/20.
Allo stato attuale, oltre alle legittime preoccupazioni dovute alla pandemia in corso e al dispiacere di non poter più eventualmente competere sul campo per i rispettivi obiettivi, la “paura” più grande che accomuna i Calciatori, specie quelli militanti in categorie dilettantistiche, è quella di dover fare i conti con le difficoltà economiche derivanti da questo dramma socio-sanitario. Sono in tantissimi a non percepire lo stipendio da molto tempo, vivendo nell’incertezza più totale legata al presente e al futuro personale e delle rispettive famiglie. Cosa senti di dire a questo proposito? È davvero così grande e diffusa la “paura” di una crisi economica che travolga sin da subito l’intero movimento?
Questa credo sia una preoccupazione fondata, legittima e che vivo anch’io in prima persona. Apparteniamo ad una Categoria per nulla tutelata e che vive di situazioni drammatiche, che chi sta al di fuori, spesso, non riesce neppure ad immaginare. È chiaro che la crisi economica a cui andrà inevitabilmente incontro tutto il sistema, renderà ancor più critica la situazione generale. Devo dire che qualcosa in questo senso stia cominciando a cambiare. Ogni squadra di Serie D, tramite il proprio Capitano, sta colloquiando costantemente con l’A.I.C., grazie al lavoro incessante di Antonio Trovato, Responsabile della stessa Associazione Italiana Calciatori. È in corso una sorta di rivolta sociale, con noi Calciatori dilettanti uniti e compatti per vederci riconosciuti diritti e tutele che sono doverose e necessarie, adesso più che mai. Uniformarci dal punto di vista contrattuale alle Leghe professionistiche, è ciò che preme di più a tutti quanti noi in questa fase. In un momento in cui la stragrande maggioranza non percepisce più lo stipendio, e in tanti non si vedono riconosciuto un rimborso da molti mesi, non sapendo come fare a mandare avanti la propria famiglia. Queste situazioni fuori dal tempo e da ogni logica, si teme possano essere amplificate dalla crisi generale che ci attenderà prossimamente. Per questo si spera che si possa trovare un punto d’incontro, per evitare che si generino scenari ancor più devastanti di quelli che già si siano materializzati da tempo nel panorama del Calcio dilettantistico nazionale. Come detto, qualcosa ha iniziato a muoversi. Anche in relazione alla piattaforma “Sport e Salute” e al Decreto “Cura Italia”, che prevedono un indennizzo di circa seicento Euro mensili da destinare ai Calciatori dilettanti. A coloro i quali abbiano sottoscritto dei contratti a cifre ben più alte, potranno sembrare spiccioli, ma di questi tempi è una cifra che potrebbe far comodo ed essere ritenuta meglio di niente, specie per chi abbia delle famiglie anche numerose da mantenere. Sono piccoli passi che ci fanno ben sperare per il futuro, nonostante le difficoltà siano ancora tantissime. E penso che il sostegno concreto della LND e del Governo sia assolutamente imprescindibile.
Sono numerosi gli addetti ai lavori convinti che, a partire dalla prossima Stagione, moltissime squadre dilettantistiche siano destinate a scomparire del tutto. I Calciatori dilettanti nel loro complesso, intesi come una vera e propria categoria sociale, si sentono sempre più soli, maltrattati e non tutelati. Questo è il pensiero della quasi totalità dei tuoi colleghi. La pensi anche tu in questa maniera? Se Governo e LND non dovessero intervenire pesantemente sul sistema Calcio dilettantistico, quali pensi siano i reali rischi a cui vadano incontro Società e Calciatori?
Sono anch’io dell’idea che diverse squadre possano non riuscire ad iscriversi ai prossimi Campionati. Questo perché si presupponga che molti Presidenti-imprenditori dovranno prestare più attenzione alle rispettive aziende, destinando ogni energia alla salvaguardia delle stesse e smettendo di investire in un Calcio che, tra l’altro, non offre un ritorno economico rilevante. Naturalmente è uno scenario che ci si augura non si concretizzi ma che all’orizzonte, oggi, appare una possibilità assai concreta. È inevitabile augurarsi un intervento cospicuo da parte soprattutto del Governo. Un sostegno da cui, allo stato attuale, non si può prescindere per garantire sostenibilità ai Club e agli atleti dilettanti, specie quelli maggiormente in difficoltà e a rischio tracollo.
Si parla comunemente di “Stagione falsata” in caso di Campionato deciso a tavolino e di “annata sportiva ancor più falsata”, qualora si scendesse a breve e forzatamente in campo, costringendo migliaia di Calciatori e addetti ai lavori ad un rischio immane. Tutto questo, in un momento in cui la condizione fisica di ogni atleta, sia tornata a livelli da precampionato o quasi, visto che da circa un mese e mezzo siano tutti completamente fermi. Riguardo alla condizione fisica di ognuno di voi e all’eventuale necessità di un richiamo della preparazione atletica prima di riprendere a giocare, qual’è il tuo pensiero?
Nessuno di noi è abbandonato al proprio destino. Abbiamo un programma atletico da seguire in casa e continuiamo a lavorare tra le mura domestiche, indipendentemente dalla possibilità o meno di riprendere l’attività agonistica. Apparteniamo al mondo del Calcio dilettantistico, ma la maggior parte di noi vive, si comporta e agisce da autentico professionista. Per questo siamo tutti impegnati da oltre un mese, per portare avanti un programma atletico giornaliero dedicato. Se si dovesse riprendere a giocare, ci faremmo trovare nelle migliori condizioni possibili e credo che non ci vorrebbe poi così tanto per ritrovare la freschezza atletica che avevamo fino al momento dello stop. Rispetto invece alla definizione di Stagione “falsata”, andrei cauto. Personalmente non mi piace questa definizione. Siamo nel bel mezzo di un problema sociale che coinvolge ognuno di noi, nessuno escluso. Siamo tutti sulla stessa barca e se ci fossero i presupposti per una ripresa, il modo in cui si andrebbe a riprendere dipenderebbe solo e soltanto dalla determinazione e dalla voglia di ogni squadra, giocatore e allenatore. È indubbio che si andrebbe incontro a delle problematiche inevitabili e ci sarà chi sarà contento di determinate decisioni e chi meno, specie in caso di non ripresa dell’attività agonistica. Ma ipotizzando di andare ad ultimare regolarmente il Campionato, penso che nessuno potrebbe parlare di annata “falsata”, e tutti dovrebbero dare il massimo per cercare di raggiungere i rispettivi obiettivi, credendo negli investimenti fatti e nella forza psico-fisica dei propri tesserati.
In caso di chiusura anticipata della corrente Stagione, avranno indubbiamente un compito difficilissimo coloro i quali saranno chiamati a decidere le sorti e l’epilogo dei vari Campionati. Quale formula pensi sarebbe più corretto adottare? E per quanto concerne promozioni dalla D alla C e retrocessioni dalla D in Eccellenza, quale sarebbe, a tuo avviso, lo scenario più giusto e meno “indolore” per cui si dovrebbe optare? Gennaro Cozzolino, cosa suggerisce di fare per chiudere la Stagione nella maniera più corretta, “giusta” e meno polemica possibile?
Come detto, ipotizzando una chiusura anticipata definitiva, sarebbe inevitabile che qualcuno restasse profondamente deluso. Anche noi lo saremmo vedendoci eventualmente privati della possibilità di lottare per altre otto partite, cercando di raggiungere un obiettivo insperato. Stesso discorso per quelle Società che vedano il primo posto o la salvezza diretta distanti solo uno o due punti. Immedesimandosi in queste realtà, diventa molto complicato sbilanciarsi ed ipotizzare uno scenario finale piuttosto che un altro. Posso pensare all’annullamento del Campionato, ripartendo nella prossima Stagione con gli stessi organici, al netto di chi non dovesse farcela ad iscriversi, ma ciò comporterebbe un’infinità di polemiche e andrebbe ad incidere pesantemente su tutte le altre Categorie, perciò è un’ipotesi, questa, che tenderei a scartare. Allo stesso tempo mi viene difficile pensare che si possa promuovere o retrocedere determinate squadre, quando da calendario mancherebbero ancora otto Giornate. A maggior ragione, vista anche la comprensibile difficoltà nello sbilanciarmi, continuo a sperare che ci siano le condizioni per una ripresa, affinché ogni squadra possa andare incontro al proprio destino, attraverso le prestazioni sul campo.
Parliamo per un attimo delle dinamiche strettamente legate al terreno di gioco. Quest’anno hai condotto un Campionato di ottimo livello, scendendo in campo in ventisei gare ufficiali e togliendoti la soddisfazione di griffare il prestigioso successo di Bitonto ad inizio Girone d’Andata. Volendo produrre un bilancio della tua personale Stagione, senza ovviamente dimenticare che ci sarebbero ancora otto gare da giocare, come giudicheresti il tuo rendimento nel complesso? E riguardo agli obiettivi futuri, quali sono le tue aspirazioni legate proprio al proseguo della tua carriera?
Nel complesso posso parlare di una buona Stagione a livello personale. Ero reduce da un’annata con la Reggio Audace, esaltante dal punto di vista ambientale e dei risultati, ma dove non ero riuscito a ritagliarmi lo spazio che speravo. Sono arrivato ad Agropoli pensando proprio che ci fosse l’opportunità di giocare da protagonista, in una Società che all’inizio sembrava piuttosto ambiziosa e ben strutturata. Facendo un rapido passo indietro, è facile comprendere le ragioni di questa mia scelta. Dopo aver vissuto delle splendide annate nel Settore Giovanile dell’Avellino, ho affrontato la Stagione 2017/18 in prestito al Messina, l’attuale ACR della famiglia Sciotto. In biancoscudato ho disputato una grande annata, sotto la guida di Mister Giacomo Modica. Al mio primo anno tra i “grandi” è stata una fortuna immensa per me lavorare con lui, in una piazza di assoluto prestigio. Nel Luglio del 2018, rientrato ad Avellino per fine prestito, ho firmato un contratto triennale per poi andare nuovamente via a titolo temporaneo. Poi accade che l’Avellino fallisce e per me viene meno qualunque prospettiva e scenario già delineato. A quel punto, vado in cerca di un progetto importante, in un contesto dove potermi ritagliare uno spazio di rilievo. Firmo di corsa con la Reggio Audace, una realtà straordinaria che con la D non aveva nulla a che vedere. Per me diviene un’occasione unica per rialzarmi in maniera decisa, e anche se non sono riuscito a giocare quanto avrei voluto, è stata un’immensa opportunità di crescita umana e professionale, in un contesto fantastico. Quest’anno però, avevo la necessità di ritagliarmi un ruolo da protagonista a 360° e alla fine ho privilegiato l’Agropoli, rifiutando altre occasioni. Una scelta dovuta in primis alla presenza iniziale in Società, di alcune figure di un certo spessore, che parevano essere garanzia di serietà e che davano l’impressione che ci potessero essere tutti i presupposti per fare un Campionato importante, in un Girone di livello altissimo, sicuramente il più difficile e competitivo dell’intera Serie D. Poi però, tra Ottobre e Novembre scorso è venuto tutto meno e di conseguenza sono cambiate ambizioni, prospettive e si è dovuto giocare realisticamente per qualcosa di ben diverso da quanto fosse stato ipotizzato ad inizio anno. Strada facendo abbiamo perso diversi “pezzi”, privando l’organico di quell’esperienza fondamentale per affrontare un Campionato del genere. Se fossimo rimasti nelle condizioni di partenza, avremmo condotto tutt’altra Stagione. Ma nel complesso, visto e considerato tutto quanto, posso ritenere la mia una buona annata. Il gol siglato a Bitonto rimane la soddisfazione più grande che mi sia ritagliato con indosso questa maglia, un momento unico che ricordo sempre con immenso piacere. L’aver indossato la fascia di Capitano in cinque occasioni è stato motivo di grande orgoglio. L’aver totalizzato un minutaggio importantissimo è stato qualcosa di molto positivo per me, al di là della classifica. Perciò, a livello personale, non posso che stilare un bilancio positivo. Per quanto riguarda le mie ambizioni future, è innegabile che l’auspicio più grande sia quello di tornare allo stesso punto in cui ero, quando ho sottoscritto un triennale con l’Avellino, che all’epoca era in Serie B. Ero ad un passo dal Calcio “che conta” come si suol dire, poi tutto è svanito senza che avessi colpe e senza neppure accorgermene. Ecco, mi piacerebbe molto ritornare a quel livello con un’altra grande Società, ritagliando il mio spazio tra i Professionisti. Da circa tre anni sono assistito da Fulvio Catellani, un uomo che considero un amico vero e sono certo che, insieme a lui, troveremo la soluzione adeguata per il proseguo della mia carriera, una volta che questa Stagione sarà terminata a tutti gli effetti.
Per l’Agropoli è stata una Stagione un po’ particolare dal punto di vista dei risultati. Un’annata condizionata in parte dai vari cambi di guida tecnica e dal ricambio concretizzatosi al vertice del Club. Nel complesso, che Stagione è stata quella dei Delfini? La possibilità che non possiate tornare in campo per provare a centrare un piazzamento ancor più dignitoso, quanto rammarico comporterebbe dentro di voi?
Voglio innanzitutto sottolineare come nessuno di noi meriti l’attuale classifica. Non ho mai parlato di alibi, scuse o giustificazioni varie. In fondo, ognuno è autore del proprio destino a seguito di quanto prodotto e seminato durante l’anno. Però, è altrettanto vero che un po’ di sfortuna ci sia sicuramente stata. Siamo partiti con il piede giusto, vincendo persino sul campo del Bitonto e concretizzando anche altri buoni risultati, poi però, le vicissitudini societarie hanno indubbiamente inciso sul nostro rendimento generale. C’è stata grande confusione nella prima parte di Stagione e questo ha tremendamente condizionato il nostro percorso, portando alla partenza di diversi miei compagni, ad una conseguente diminuzione dell’età media della rosa e alla riduzione di quel tasso di esperienza fondamentale in un raggruppamento difficilissimo come quello H di Serie D. Adesso non voglio attribuire colpe e responsabilità, anche perché chi ha commesso determinati errori, e parliamo di più persone, ne è ben consapevole. Quindi non sono qui a puntare il dito contro nessuno, nonostante ci potrebbero essere i presupposti per farlo. Ci tengo unicamente a ribadire come il nostro percorso sia stato condizionato dalla confusione generale che si è materializzata al vertice del Club sino a Gennaio. Anche i tre cambi di guida tecnica hanno portato a degli stravolgimenti naturali e fisiologici, che però hanno contribuito a destabilizzare ulteriormente gli equilibri già precari della squadra. A questo proposito però, ci tengo a sottolineare che siamo stati guidati da tre tecnici che, prim’ancora che ottimi Allenatori, sono tutti dei grandi uomini. Persone splendide che vorrei ringraziare singolarmente per quanto mi abbiano dato durante quest’ultimo anno. Anche i vari avvicendamenti in panchina penso siano stati figli di una situazione societaria non particolarmente serena. Da quando poi si è insediata l’attuale Società, si è cominciato a respirare un’aria diversa. Tutto è cambiato tra Dicembre e Gennaio scorso, con l’arrivo di questa dirigenza. Persone del posto, gente volenterosa, competente, che non ha fatto promesse altisonanti che poi non avrebbero potuto trovare riscontro nella realtà. Hanno fatto in modo che ci venissero garantiti l’alloggio e l’organizzazione delle trasferte, hanno illustrato chiaramente i propri programmi e le relative possibilità. Sono entrati in gioco trovandosi di fronte a tante criticità appartenenti alla gestione precedente e sicuramente non era facile gestire l’impatto con una realtà dove ci fossero tante cose da sistemare in partenza. Le persone che oggi gestiscono l’Agropoli, ripeto, sono spinte da grande entusiasmo e ci tenevano tanto a salvare una Categoria come la Serie D, anche in vista del Centenario del Club, che si celebrerà nel 2021. Purtroppo si sono obiettivamente trovati a fronteggiare numerose problematiche ed è stato doveroso da parte nostra, seppur tra mille difficoltà personali, dare loro il tempo di resettare tutto per poi adempiere agli impegni assunti nei nostri confronti. Si era anche giunti ad un accordo, grazie alla fattiva collaborazione di noi Calciatori, determinati a chiudere dignitosamente una Stagione sfortunata sotto diversi punti di vista. Una volta che sembrava stesse per andare tutto per il verso giusto, è accaduto questo dramma sanitario che ha messo in standby ogni tipo di discorso. Questa è stata un’ulteriore parentesi infelice nella Stagione dell’Agropoli, ma viviamo con la speranza che si possa ritornare presto alla normalità, per completare sul campo il nostro Campionato e per consentire al Club di mettere definitivamente ordine ad ogni cosa. Noi, come detto, auspichiamo che si possa tornare a giocare al più presto, anche perché sentiamo un forte senso di responsabilità e rispetto nei confronti di una piazza intera, che pretende che la maglia dell’U.S. Agropoli venga onorata nella maniera più dignitosa possibile e meritano il nostro totale impegno sino in fondo. Come ho detto prima, sin quando non fosse la matematica a condannarci, noi continueremo a credere nell’impresa, sperando che alla fine ci possa essere la possibilità di completare sul campo il cammino iniziato la scorsa estate e portato avanti sino ad oggi con grandi sacrifici e tra mille difficoltà. Per questo posso dire con assoluta determinazione che ci dispiacerebbe molto se la Stagione terminasse anzitempo. Magari ci sarà qualcuno che, leggendo queste parole, mi prenderà per matto, ma ci sarà anche chi apprezzerà oltremodo la nostra encomiabile voglia di portare a termine un percorso sportivo e professionale, al di là di una classifica che possa risultare deficitaria. Noi viviamo di questo, della passione che ci muove, dei valori che ci spingono a dare tutto sempre e comunque. Chi pensa che l’Agropoli abbia perso voglia e motivazioni, si sbaglia di grosso. E se dovessimo tornare in campo, sono sicuro che lo dimostreremmo concretamente sul terreno di gioco.
In conclusione, c’è un messaggio, un augurio, un auspicio, che intendi rivolgere ai tuoi compagni, al Club e ai tifosi agropolesi?
L’augurio che voglio indirizzare a tutti è quello di riuscire a vivere sereni, cercando di trovare appoggio, vicinanza e conforto nei propri affetti. Cerchiamo di tenere duro, sperando che questo brutto momento passi nel più breve tempo possibile, sperando che si riprenda presto a giocare a Calcio e soprattutto che si ritorni a sorridere e ad abbracciarci proprio come abbiam fatto fino a qualche settimana fa.
Si ringraziano Gennaro Cozzolino e l’U.S. Agropoli 1921, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.