In un momento storico drammatico per la nostra nazione, alle prese con una pandemia che continua ad imperversare e mietere ogni giorno centinaia di vittime, parlare di Calcio giocato appare, allo stato, un irresponsabile azzardo oltre che una circostanza decisamente fuori luogo.
La Redazione di TuttoSerieD, ha ritenuto opportuno dare voce ad alcuni protagonisti legati al vasto e variegato mondo della Quarta Serie. Un modo, questo, per conoscerne il relativo pensiero rispetto alle tematiche più attuali, delicate ed importanti che riguardino da vicino il sistema Calcio dilettantistico.
Ad intervenire in Esclusiva ai nostri microfoni, il tecnico del Bitonto Calcio, Roberto Taurino.
L’Allenatore salentino, al timone della formazione neroverde dalla scorsa estate, ha gentilmente concesso alla nostra Redazione la seguente intervista.
Mister, innanzitutto le chiedo come stia vivendo questo momento così drammatico e particolare che sta attraversando tutto il Paese. Ognuno di noi ha stravolto la propria quotidianità, le proprie abitudini, in una nazione messa letteralmente in ginocchio da un virus che ha già mietuto oltre 18mila vittime lungo lo stivale e altre decine di migliaia nel mondo. Quali pensieri l’accompagnano in un momento storico così particolare e triste per l’Italia intera?
Anch’io, come la maggioranza degli italiani, sto vivendo questo momento relegato in casa. Ci è stato chiesto di farlo ed è necessario attenersi scrupolosamente a questa indicazione, non solo perché ci sia stata imposta, ma perché sia la cosa più giusta da fare. Non lo ritengo un sacrificio, proprio perché c’è un motivo più che valido se si è stati privati di ogni libertà. Non possiamo fare una semplice passeggiata, uscire all’aria aperta o svolgere il nostro mestiere normalmente, ma c’è una ragione validissima, legata ad un evento eccezionale di portata mondiale. Ciò che mi preme più di tutto, è far passare nel migliore dei modi ai miei figli questo momento storico così delicato. Mi sto dedicando moltissimo a loro, per fargli superare questa fase nella maniera meno traumatica possibile. La mia speranza è che si capisca tutti quanti che, da una simile situazione, si possano e si debbano trarre degli insegnamenti importanti. Sono convinto che, facendo delle opportune riflessioni, ci siano tutti i presupposti per diventare uomini migliori una volta ritornati alla totale normalità. Il genere umano, storicamente, ha sempre saputo rialzarsi dopo eventi calamitosi, eccezionali e distruttivi, imparando a dare più valore a cose che sembravano essere scontate. Per quanto concerne l’attività sportiva e lavorativa, posso senz’altro dire che per un uomo che per 43 anni ha vissuto di Calcio, vivendo questo Sport quotidianamente e appieno, starci forzatamente a distanza sia una sofferenza non di poco conto. La mancanza cresce di giorno in giorno, ma cerco di superare questo periodo con in testa il pensiero fisso che presto tornerò sul campo di Calcio e ciò mi da tanta forza per affrontare il presente con la dovuta serenità.
Riguardo alla Stagione calcistica, continuano a susseguirsi pareri molto discordanti tra loro. Alcuni addetti ai lavori sono fermamente convinti che quest’annata sia definitivamente conclusa, altri sperano si possa in qualche modo portare a termine ed altri ancora, che pensano che completarla regolarmente sul campo sia l’unica strada percorribile. Qual’è il suo pensiero a riguardo? Lei crede che sia ancora plausibile attendere di ritornare in campo? O pensa anche lei che non ci siano più i presupposti anche tecnici, fisici ed atletici per una ripresa?
Certamente, a questo proposito, ognuno di noi avrà le sue idee e starà ipotizzando uno scenario piuttosto che un altro. Sono convinto che chi sarà chiamato a decidere le sorti di questa Stagione, abbia ben chiara in mente una strategia da adottare in ogni caso. Ho profonda fiducia di chi è a capo del nostro movimento e auspico che qualunque scelta sia dettata dal buon senso, lo stesso che la LND ha dimostrato fermandosi prima di tutte le altre Leghe. E questo grande merito va riconosciuto alla Lega Nazionale Dilettanti. In ottica ripresa, mi sembra purtroppo abbastanza chiaro che, più passino i giorni, meno possibilità ci siano di ripartire. Il protocollo sanitario ipotizzato, che prevede l’effettuazione di tamponi e la frequente sanificazione degli spazi comuni, credo sia economicamente insostenibile per le realtà di Serie D. Si parla di porte chiuse, di distanziamento sociale, ma per far riprendere uno Sport di continuo contatto come il Calcio, è necessario sul serio che il rischio di contagio sia pari a zero. Allo stato attuale, nessuno può dirci quando ciò avverrà, ecco perché nutro seri dubbi sulla ripresa del Campionato. Ci sono infatti delle tempistiche che vanno tenute in debita considerazione. Le squadre non possono di certo affrontare delle gare ufficiali senza prima aver effettuato un periodo di riatletizzazione. Questo è doveroso anche per rispetto del lavoro portato avanti da ognuno sino al momento dello stop. Credo che se si arrivasse a metà Maggio, senza aver ripreso quantomeno le sedute di allenamento, non ci sarà la possibilità di ricominciare. Io sono comunque convinto che in Lega abbiano stabilito una sorta di “deadline”, una data limite entro cui ripartire. Un termine, superato il quale, sia umanamente impossibile pensare di completare la Stagione nel giro di 30/40 giorni al massimo. Io non sarei troppo contento di prolungare l’attività agonistica fino ad estate inoltrata. Portare troppo in là questa Stagione, oltre a generare delle problematiche legate ai contratti dei vari tesserati in scadenza per il 30 Giugno, condizionerebbe pesantemente anche la prossima annata e questo è un rischio che si deve categoricamente evitare. Senza contare che sarebbe complicato giocare nei mesi più caldi dell’estate. Non tutte le società di Quarta Serie possono usufruire di impianti di illuminazione adeguati per giocare magari in notturna. Francamente spero che non si vada incontro ad una soluzione del genere e si pensi piuttosto alla pianificazione della Stagione successiva. Questa è in assoluto una delle preoccupazioni più grandi che mi accompagnano in questo momento. Credo non si possa prescindere da una visione a lungo termine e sarebbe il massimo se tutto il sistema-Calcio uscisse da questa situazione fortificato e migliorato sotto molti aspetti, stabilendo sin da ora le linee guida per non assistere ad un’altra estate piena di ricorsi, polemiche e recriminazioni varie.
Appare purtroppo scontato che, a seguito della pandemia in atto che ha messo in ginocchio il Paese e l’intera economia nazionale, anche il Calcio, specie quello dilettantistico, andrà incontro ad una grave crisi economica. Nelle ultime settimane si è riscontrato una paura diffusa nel 90% degli atleti dilettanti, la paura di non percepire lo stipendio chissà fino a quando e l’ulteriore timore che molte Società scompaiano del tutto a causa dell’abbandono di molti Presidenti, che dovranno salvaguardare prima di tutto i propri interessi lavorativi e le rispettive aziende. È una preoccupazione legittima a suo avviso? Esiste questo rischio concreto, oppure No?
Ci saranno diversi rischi che si potranno correre da questo punto di vista. Purtroppo le differenze legate ai guadagni e alle tutele dei Calciatori professionisti da quelli dilettanti, sono enormi. Chiedere ad un atleta di Serie A di rinunciare a tre stipendi, rappresenterebbe un sacrificio che non comprometterebbe la propria serenità. Chiederlo ad un Dilettante invece, sarebbe francamente improponibile. Gli stipendi medi si aggirano tra i mille e i duemila Euro, percepiti per dieci mensilità. Denaro con cui si devono mantenere delle famiglie, con oneri importanti a cui far fronte. E’ un momento in cui vada richiesto a tutti un sacrificio, questo è indubbio. Anche i Presidenti hanno le loro problematiche da affrontare, relative alle rispettive aziende e interessi lavorativi. Perciò auspico una soluzione che porti tutti a fare un sacrificio, ma direttamente proporzionale alle singole possibilità. E un’altra cosa da cui non si possa prescindere, è una maggiore tutela contrattuale per i Calciatori dilettanti. Una mossa imprescindibile per debellare situazioni drammatiche che non possono più esistere in nessuna Categoria. Spero inoltre, che non siano tante le squadre destinate a sparire dal panorama calcistico nazionale così come si stia ipotizzando in questi giorni, ciò significherebbe uscirne con le ossa rotte e a uno scenario simile non voglio neanche pensarci.
Nello specifico, quali pensa possano essere le soluzioni più adeguate per salvaguardare l’intero movimento? Crede che un sostegno concreto e cospicuo da parte del Governo possa bastare per ridurre gli effetti futuri che si immaginano devastanti di questa pandemia?
Credo che l’intervento del Governo sia auspicabile, ma a questo proposito bisogna fare le opportune considerazioni. Penso che il Consiglio dei Ministri, in questo momento, abbia delle questioni molto delicate da affrontare e da risolvere per il Paese. Offrire un aiuto alle aziende, significa indirettamente consentire ai Presidenti-imprenditori di continuare a fare Calcio. Sento parlare di cassa integrazione, detrazioni fiscali, sospensione di determinate imposte e tributi, una serie di interventi per fare in modo che tutti superino questo momento critico. E’ curioso però, che tutti chiedano al Governo un sostegno immediato. Dalle aziende in difficoltà ai lavoratori autonomi, dai commercianti agli artigiani, ogni categoria sociale cerca di trovare un appiglio per poter salvaguardare il proprio futuro. Forse però dovremmo comprendere che lo Stato non produca denaro autonomamente e in quantità illimitate. Dovremmo capire che bloccando il pagamento di tasse e contributi, lo Stato non avrebbe più quei fondi da destinare alla salvaguardia delle aziende e di tutto ciò che ruoti intorno all’economia nazionale. Perciò credo sia molto più plausibile auspicare che si adotti una soluzione equilibrata per il bene di tutti. Non sono un politico, non sono un economista o un esperto in materia, ma riesco a rendermi conto di come il denaro non piova dal cielo e di come il Governo debba anche attenersi a delle dinamiche gestionali che rispettino le linee guida dell’Unione Europea. Io ho fiducia nell’attuale Governo e sono certo che si muoverà per il bene di tutti, anche per la salvaguardia di tutte le aziende. Anche il sistema-Calcio è classificabile tra queste e sono certo che la politica italiana, senza distinzione di principi, valori e colore, lavorerà in questa direzione non appena sarà il momento. Ma cerchiamo di capire che un ruolo fondamentale, in ogni scelta e situazione presente e futura, lo avremo tutti quanti noi, con il nostro comportamento e senso di responsabilità.
Qualcuno ha detto che la Stagione potrebbe risultare “falsata”, sia in caso di chiusura anticipata andando incontro a dei verdetti a tavolino che inevitabilmente non accontentino tutti, sia in caso di ritorno in campo dopo un’inattività così lunga, con il rischio di vedere affrontarsi Calciatori senza il giusto spirito, senza la dovuta serenità mentale e con una freschezza atletica non adeguata per competere a certi livelli. Lei, con il suo Bitonto, è particolarmente interessato da questo tipo di discorso. Siete da molto tempo al primo posto in classifica e in caso di chiusura anticipata della Stagione potreste molto probabilmente andare incontro ad una promozione diretta in Serie C. Credete o sperate di poter tornare in ogni caso in campo, per completare regolarmente il Campionato? Oppure avete in testa un altro tipo di scenario conclusivo che auspicate venga concretizzato dalla Lega?
Sbilanciarmi per ipotizzare uno scenario oppure un altro, non è nelle mie volontà. In queste ultime settimane ne ho sentite veramente di tutti i colori. Si è parlato di promozione diretta per le prime dei nove Gironi, si è ipotizzato la disputa di soli Play-Off aperti alle prime cinque o sei in classifica, ho letto dell’ipotesi ripescaggio destinata alle attuali seconde, nel caso in cui venissero meno determinate società di Serie C e, insieme a queste, tante altre possibili soluzioni. Ad esempio, quella di promuovere tutte le prime e tutte le seconde di Serie D, creando un ulteriore Girone di C. Si è ipotizzato persino la creazione di una Serie C “Élite”, oltre a due raggruppamenti che fossero come una sorta di C2, una soluzione, questa, che equivarrebbe ad un enorme passo indietro, a mio avviso. Insomma, c’è davvero da perderci la testa ascoltando tutte le varie campane. E’ abbastanza fastidioso notare come la maggior parte degli addetti ai lavori delinei un ipotetico finale in base alla propria situazione di classifica, o ai rispettivi obiettivi stagionali. Ecco perché non voglio entrare in queste dinamiche e intendo unicamente rimettermi con fiducia a quelle che saranno le decisioni della Lega. Scelte e determinazioni che non potranno di certo essere prodotte in base alle esigenze della singola squadra, ma a quelle di un intero movimento. Cerchiamo di comprendere come non ci sia in gioco solo il finale di un Campionato, ma anche e soprattutto la credibilità di un intero sistema. Anche perché, un movimento limpido, ben amministrato e correttamente strutturato, permetterebbe a tutti quanti noi di alimentare la passione che ci spinge a lavorare nella maniera più lucida, adeguata e serena possibile. E sono certo che ogni scelta sarà concretizzata in base proprio a questo principio. La nostra speranza resta in ogni caso quella di riprendere al più presto e lasciare che sia il campo a determinare il destino calcistico di ognuno di noi. E’ chiaro che non si potrà comunque parlare di un finale “normale”. Si andrebbe incontro senz’altro a gare condizionate nelle tempistiche, negli orari, nei ritmi, senza pubblico e giocate con una serie di cambiamenti rispetto al consueto, che saranno inevitabili e fisiologici. Siamo stati letteralmente travolti da un evento che ha scombussolato l’esistenza di ognuno di noi, una circostanza senza precedenti che sarà presente sui libri di storia. Per questo non si può pensare che tutto, Calcio compreso, possa uscirne indenne. Quindi, che si riprenda a giocare o meno, cerchiamo di capire che ci saranno delle ingenti conseguenze per tutti, nessuno escluso. Noi continueremo in ogni caso a sperare di completare sul campo il percorso iniziato la scorsa estate, risultando così i fautori del nostro stesso destino.
Non posso chiudere senza prima chiederle un giudizio sulla Stagione del suo Bitonto. In un Girone da molti definito in partenza una vera e propria “C2”, avete condotto un Campionato straordinario. Solo tre le battute d’arresto, il miglior attacco del Girone assieme a quello dell’Audace Cerignola, la miglior difesa dell’intera Categoria: questi sono solo alcuni dei dati eccellenti che hanno caratterizzato un cammino decisamente esaltante. Come giudica nel complesso la Stagione della sua squadra? Il pensiero di non poter più scendere in campo per completare del tutto il percorso iniziato la scorsa estate, quanta preoccupazione comporta nell’ambiente neroverde?
Se dovessimo analizzare solo e soltanto i numeri, le statistiche e i dati relativi al nostro Campionato, avremmo una dimensione ancor più ampia ed esatta di quello che è stato il nostro percorso sino ad oggi. Questo, ancor più della classifica in se’ e per se’, da l’idea di quanto straordinaria sia stata la Stagione dei miei ragazzi. Sono numeri, i nostri, che avvalorano lo splendido cammino concretizzato da Calciatori di assoluto livello tecnico, ma ancor più morale ed umano. Ai nastri di partenza di questo Girone si presentavano realtà blasonate ed ambiziose come Foggia, Taranto, Audace Cerignola, Casarano e anche il Sorrento di Mister Maiuri, un tecnico che stimo tanto, da cui ho avuto piacere di essere allenato in passato, e che è al timone di una squadra con alle spalle una società sana e competente, con tutti i presupposti per fare Calcio nella maniera migliore. Senza dimenticare le altre compagini del Girone H, squadre ben strutturate, ostiche e difficilissime da affrontare per chiunque. Quindi per noi, trovarsi in vetta da Ottobre scorso, in un raggruppamento di così alto livello, è motivo di grandissimo orgoglio. Non siamo certamente primi per caso, nessuno ci ha mai regalato nulla. A tal proposito, ci tengo a fare un plauso a tutti i miei ragazzi, ringraziando in particolare il nostro Presidente, Francesco Rossiello. Se siamo stati nelle condizioni di esprimerci al massimo, cercando di competere per obiettivi prestigiosi, il merito è suo. Personalmente ho avuto modo di conoscerlo l’estate scorsa ed è stato un onore per me, perché ho avuto il privilegio di imbattermi in un uomo dai valori straordinari, con alle spalle una famiglia altrettanto speciale. Ha avuto abbastanza “coraggio” nell’affidare un progetto così ambizioso ad un Allenatore reduce da un esonero. Puntare su di me per migliorare il quarto posto dell’anno scorso, è stato per certi versi da temerario e con questa scelta, ha dimostrato di avere coraggio e capacità di analizzare in primo luogo le peculiarità professionali ed umane di un tecnico. In questo senso gli devo tanto e non finirò mai di ringraziare lui ed il Direttore De Santis per aver creduto fortemente in me. Penso che a Bitonto debbano tenersi stretti un Presidente e una società del genere. Lavorare in un contesto simile è un lusso. Pensare di non poter completare il nostro percorso sul campo, riconosco che nel gruppo abbia generato un po’ di preoccupazione, e questo l’ho avvertito. Tutti noi vorremmo, al di là di tutto, trionfare sul campo e chiudere ogni discorso giocando regolarmente fino alla trentaquattresima Giornata. Sarebbe un gran peccato non riuscire a chiudere il cerchio, però ripeto, stiamo tranquilli e cerchiamo di andare avanti con fiducia. Finché non sapremo a quale destino dovremo andare incontro, continueremo ad allenarci anche tra le mura domestiche, con l’intensità di sempre e con la mentalità vincente che ha contraddistinto tutto il nostro cammino. Cerchiamo di tenere alto il morale del gruppo, rimanendo noi stessi in tutto e per tutto anche da lontano. Se poi si dovesse chiudere l’annata anticipatamente, non potremmo di certo sentirci meno meritevoli qualora ci venisse assegnata una promozione diretta dopo ventisei Giornate disputate e oltre 2/3 di Stagione completata. Questo non è un auspicio, sia chiaro. Non sto qui a dire “Basta, chiudiamola qui e mandiamo il Bitonto in C!”. Sto sperando realmente di avere la possibilità di giocarci il primato sul campo e fino in fondo. Un Calciatore, così come un Allenatore, vive di questo. Se penso che proprio ieri saremmo dovuti scendere in campo allo “Zaccheria” per giocarci lo scontro diretto con il Foggia, mi vengono i brividi. Chissà quante e quali emozioni avremmo vissuto ieri pomeriggio, se tutto fosse andato nel migliore dei modi. Ripeto sempre ai miei ragazzi che dobbiamo andare avanti con l’orgoglio di chi ha fatto otto mesi di sacrifici incredibili, concretizzando un percorso straordinario, a prescindere dall’epilogo. E questo è innegabile.
Mister, c’è qualcosa che sente di dire ai suoi ragazzi, al Club, ai tifosi e a tutto l’ambiente neroverde? Un messaggio, un auspicio o un augurio che intende indirizzare loro?
L’unico pensiero che mi viene da rivolgere loro, è quello di stare tranquilli, cercando di affrontare questa fase delicatissima con grande serenità. Sono certo che supereremo anche questa, grazie specialmente a quegli uomini straordinari che oggi sono impegnatissimi per trovare soluzioni mediche e scientifiche, per consentirci di debellare del tutto questa brutta pandemia. Continuiamo ad alimentare la speranza di poter tornare presto alla normalità e pensiamo che, una volta superato questo dramma, sarà ancor più grande la voglia di regalarci a vicenda momenti di gioia, spensieratezza ed immenso entusiasmo, vivendo delle gesta della squadra neroverde per cui giochiamo, lavoriamo e facciamo il tifo.
Si ringraziano Mister Roberto Taurino e il Bitonto Calcio, per la cortese disponibilità concessa alla Redazione di TuttoSerieD.