Anche il tecnico del Milano City, Andrea Ardito, ha commentato ai microfoni de Il Fedelissimo Online, la situazione che ha colpito il nostro paese portando allo stop dei campionati, queste le sue dichiarazioni:
“Essendo la zona più colpita abbiamo vissuto la situazione per primi. Dal primo caso a Codogno allo stop totale dei campionati abbiamo attraversato un periodo in cui non potevi allenarti o fare la doccia in spogliatoio. Non riuscivi ad assicurare i dovuti controlli che servono a staff e calciatori, in Serie D le squadre che hanno il dottore al campo tutti i giorni sono pochissime. Non potevamo rispettare nemmeno le minime indicazioni. Di norma ci alleniamo a Milano, ma vista la situazione siamo dovuti andare a svolgere la seduta in un campo a un’ora di distanza e senza la possibilità di fare le docce. Un periodo veramente complesso, nel quale dovevi comunque pensare alla partita della domenica o del mercoledì. Era però veramente difficoltoso far sì che tutti i ragazzi potessero lavorare in maniera adeguata, soprattutto a livello mentale. Più scendi di categoria e meno interessi economici trovi. Nelle serie minori, pur essendoci, sono inferiori a quelli di Serie A e B. Per me il presidente della LND, Cosimo Sibilia, ha fatto un grande gesto riconoscendo per primo la gravità della situazione e poi seguendo a ruota le scelte delle altre leghe. È stata la prima persona ad avere il coraggio di fare qualcosa di concreto. Ripartenza dei campionati il 5 aprile? Ieri è arrivata una comunicazione dalla scuola di mio figlio, vogliono compilare un foglio per iniziare le lezioni delle elementari a distanza. Quando arrivano queste indicazioni dagli istituti scolastici, a catena si sviluppa tutto il resto. Impossibile riprendere in quella data, sarebbe già un miracolo riuscirsi ad allenare il 5 aprile. Ripresa tra i mesi di aprile e maggio? La speranza è quella. Riprendere vorrebbe dire che la situazione è migliorata. Vedendo però quello che sta succedendo qua, non credo che si riuscirà a ripartire con le dovute garanzie nel giro di poco tempo. Anche se tra venti giorni calassero i contagi non sarebbe ancora finita. In Serie D non si possono assicurare controlli di standard elevato. Il campionato in questo momento non è l’ultimo dei problemi, ma la salute viene prima di tutto”.