Intervistato dai colleghi de “La Gazzetta dello Sport“, il tecnico dell’ACR Messina Andrea Pensabene, ha affrontato molteplici tematiche, dalle più serie e delicate, alle più effimere e leggere. Un’intervista a 360°, nella quale si è parlato anche della sua squadra e in cui l’Allenatore biancoscudato non ha usato mezzi termini nel dire che a suo avviso, la “luce“, non si potrà rivedere prima di due o tre mesi almeno.
Questo un estratto dell’intervista rilasciata dall’Allenatore dell’ACR Messina a “La Gazzetta dello Sport“:
“Sono giorni molto particolari. Anch’io, come milioni di italiani, sono in casa, mi dedico alle faccende domestiche e alla spesa. L’unica valvola di sfogo è un po’ di corsa. Mentre la squadra sta seguendo un piano di lavoro quotidiano a distanza. La sospensione è arrivata nel momento in cui avevo iniziato ad intravedere un cambio di marcia e nuovi stimoli, nonostante la frattura con la tifoseria. Io, da Allenatore, avevo il compito di isolare il gruppo e devo dire che la vittoria sul Licata, in questo senso, era stata un toccasana.
A quando la ripresa del Campionato? Quello che è successo in Serie A mi fa temere il peggio. Credo che per vedere un po’ di luce dovremo aspettare almeno due/tre mesi. Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi. La Lega Nazionale Dilettanti ha agito con tempistiche perfette, sospendendo i Campionati al momento giusto. Adesso però, non sappiamo se riusciremo concludere a questo Torneo.
Il Calcio, in questo momento, è l’ultimo problema in una nazione in ginocchio. La vita umana vale il prezzo di ogni stravolgimento a cui ognuno di noi deve essere pronto. Non sappiamo cosa attenderci dal futuro.
Per quanto riguarda il nostro rendimento, è evidente che la squadra sia stata costruita male per via dei troppi scossoni avvenuti strada facendo. Ci sono carenze in alcuni reparti e troppi doppioni in altri. Il nostro Presidente ha investito tanto, ma in alcuni casi è stato mal consigliato.
La rivalità con l’FC Messina? Loro stanno facendo un ottimo lavoro, ma faccio fatica a pensare a un netto ribaltamento del consenso. Siamo un po’ come Hellas e Chievo Verona. In futuro si vedrà se esisteranno ancora due realtà, a dirlo sarà solo il tempo e la programmazione di chi dovesse essere intenzionato a fare Calcio qui a Messina”.