Alla luce delle ultime dichiarazioni rilasciate dal presidente del Taranto FC 1927 Massimo Giove sul Quotidiano di Puglia di oggi (venerdì 13 marzo), siamo costretti, pur volendolo evitare in un momento così delicato per la sensibilità collettiva, a rispondere punto su punto. Procediamo con ordine. Ciò che il trust avrebbe lamentato, parafrasando quanto dichiarato da Giove, in merito alla questione-bilancio, rappresenta una condotta irrispettosa della legge: l’amministratore unico aveva l’obbligo, dopo il deposito del bilancio, di renderlo disponibile ai soci nei quindici giorni antecedenti l’assemblea. Ciò non è avvenuto, nonostante formale richiesta del socio. Fornire il bilancio non è una concessione, ma un obbligo: il trust avrebbe potuto riservarsi ogni rimedio di legge, fino all’annullamento della delibera di approvazione del bilancio.
Per quanto concerne il logo, vorremmo far notare al Quotidiano che non c’è alcuna diatriba in corso. Il logo scelto dai tifosi è in uso al Taranto, gratuitamente, e ci sembra ridicolo sottolinearlo. Il 23 dicembre 2019, dopo l’avvenuto cambio di denominazione, l’A.P.S. Taras 706 a.C. ha inviato una Pec al Taranto contenente il regolamento di licenza d’uso del logo e la liberatoria, “che disciplinano la concessione gratuita al Taranto e tutelano la società dagli utilizzi impropri”. Il marchio, di fatto, era già utilizzato dal club da molti mesi: il trust, si è occupato di depositarlo e di disciplinarne l’utilizzo per il bene del Taranto, lasciando ovviamente che fosse la società a giovarsene economicamente. Il regolamento e la storia del nuovo logo, scelto dai tifosi, sono inoltre disponibili sul sito dell’associazione. Giove dichiara di volerlo cambiare, sfidando la piazza e ignorando ancora una volta quanto riporta lo statuto del Taranto. Il logo deve rimanere questo: per correttezza dei tifosi, che hanno partecipato in massa all’iniziativa e che pensavano di poter essere parte attiva in un progetto di comunità con la loro squadra.
Il presidente del Taranto, nel corso dell’intervista, asserisce inoltre che l’associazione gli avrebbe proposto la cessione delle quote in possesso: non è assolutamente vero e non c’è alcuna intenzione di farlo. La mancanza di un piano industriale, chiesto con forza dal trust per la prima volta nel lontano dicembre 2017, le continue sfide a una tifoseria delusa e nauseata, i ripetuti ribaltoni tecnici, ci fanno pensare, invece, che sia Giove ad essere di passaggio come tutti gli altri soci di maggioranza che l’hanno preceduto. Non i tifosi, che c’erano già quando Giove è entrato in società. Quei tifosi, che hanno fatto rinascere il calcio nel 2012, restano, e parte del loro apporto economico, sotto forma di ricapitalizzazione effettuata all’epoca-Campitiello, è servita a coprire le perdite del bilancio al 30 giugno 2018. Del contributo economico del trust, per quanto detto, se n’è giovata direttamente la gestione attuale ed è risultato provvidenziale. Questo trust è nato per essere una risorsa del club e si trova momentaneamente confinato in un ruolo di resistenza, ma continuerà a rappresentare i tifosi e ad essere la parte buona del calcio, con ancora più forza.
In un momento difficile per la nazione e dunque per lo sport, fa davvero male osservare come a Taranto si continui a inquinare il dibattito, a sfidare una tifoseria stanca e sfiduciata, a disattendere richieste di chiarezza. Il calcio non è più quello di inizio millennio: i tifosi hanno più consapevolezze, hanno preso nuovi spazi, conoscono il funzionamento dei club, le zone d’ombra di un calcio che non riesce a rinnovarsi e da quali personaggi stare alla larga. Taranto deve rigettare con forza tutti gli attori, nessuno escluso, che hanno partecipato a una storia sportiva deprimente, ingloriosa, anche in serie superiori. Non può dargli spazio, perché non lo meritano. E vorremmo lanciare una sfida: se il presidente intende proseguire e dare davvero basi solide al club, allora si proceda alla ricapitalizzazione. Il trust è pronto a fare la sua parte, a mettere ancora una volta soldi nel Taranto, per il bene del Taranto. Senza tifosi non si va da nessuna parte.