Interpretando il pensiero della maggior parte degli addetti ai lavori, specie di coloro i quali ruotino nel variegato mondo del Calcio dilettantistico, il tecnico dello Sporting Trestina Enrico Cerbella, ha voluto esprimere la propria opinione rispetto al momento a dir poco “critico” che sta attraversando la nostra nazione e riguardo gli scenari futuri a cui potrebbe andare incontro la Serie D.
Impegnato nel Girone E di Quarta Serie, lo Sporting in questo momento sarebbe salvo senza dover passare dai Play-Out, trovandosi all’undicesimo posto in classifica a otto Giornate dal termine della Regular Season.
In un’intervista rilasciata nelle scorse ore, il tecnico bianconero non ha usato giri di parole per esternare il suo pensiero: “Il Campionato sono certo sia finito qui“. Non poteva essere più chiaro e laconico l’Allenatore della compagine umbra nell’esprimere la sua ferma convinzione, rispetto alla totale mancanza di presupposti per riprendere la Stagione interrottasi qualche settimana addietro.
Queste le parole di Mister Cerbella:
“In questo periodo molto delicato che stiamo attraversando, la nostra Società ha bloccato tutte le attività svolte in gruppo e sicuramente le estenderà anche per la prossima settimana. Abbiamo preferito percorrere la strada di seguire e monitorare i ragazzi con un programma personalizzato per ognuno di loro, che gli permetterà di allenarsi da casa propria, facendosi trovare pronti nel momento in cui ci chiedessero di ripartire. Abbiamo ritenuto giusto procedere in questi termini, anche perché non erano percorribili altre strade e forme di allenamento. Con lo Staff Tecnico al completo, monitoriamo costantemente, giorno per giorno, le condizioni fisiche e mentali dei nostri ragazzi.
Ma ci tengo a sottolineare questo, con schiettezza e serenità: sono fermamente convinto che il Campionato sia finito qui. La diffusione di questo virus è stata classificata come pandemia ed è una circostanza che dovrà far riflettere i vertici del Calcio. Ci sono grandissimi interessi economici in ballo, è vero, ma parliamo pur sempre di un gioco e sarebbe un errore ripartire in maniera forzata, mettendo in secondo piano la salute di tutti gli addetti ai lavori.
Il dispiacere più grande è collegato al fatto che il nostro movimento non possa essere quello svago di cui, milioni di italiani, ora più che mai, avrebbero bisogno per evadere un minimo da questa triste quotidianità e non pensare a tutto quello che ci sta succedendo.
Mi sento particolarmente vicino ai nostri tifosi e all’intera popolazione italiana. Do un arrivederci al più presto possibile a tutti gli appassionati di Calcio che spero possano tornare quanto prima a tifare la propria squadra del cuore, affollando gli spalti degli Stadi italiani di ogni Categoria”.