Il Dipartimento Interregionale attraverso il Comunicato Ufficiale N°109 del 5/03/2020 ha rinviato tutte le gare del campionato di Serie D per dar modo a tutte le associazioni e le società sportive, a mezzo del proprio personale medico di effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus COVID-19 tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano inoltre ha sottolineato che l’espletamento di tali controlli è a carico delle associazioni e società sportive. La sospensione delle gare è avvenuta per la necessità di tempi tecnici particolari nell’eseguire tale dovere.
Resta da chiarire in che modo le 166 società calcistiche stanno effettuando questi controlli? Le gare sono state sospese, ma alcune società, in balia delle prossime decisioni sulla calendarizzazione e ripresa del torneo, hanno fissato delle amichevoli, altre ancora hanno sospeso gli allenamenti consentendo ai propri tesserati di recarsi verso le proprie abitazioni. Ma questo week-end non doveva essere utilizzato per produrre una certificazione medica sufficiente ed esaustiva dello stato di salute di ogni squadra?
Secondo la Federazione Medico Sportiva l’attività fisica aumenta le difese immunitarie e rinforza tutti gli apparati, in principal modo quello cardio-respiratorio. Per tale motivo praticare sport è sicuramente uno dei modi per combattere qualsiasi tipo di malattia che attacca le difese immunitarie, quindi la sospensione degli allenamenti non va attuata. Ha diramato un vademecum di norme igienico-sanitarie, da osservarsi in gara e in allenamento sia negli spogliatoi, sia nei locali comuni e nei servizi igienici degli impianti, atte a evitare la diffusione di ogni tipo contagio (Leggi: norme igienico-sanitarie e buone prassi).
Intanto i dati che arrivano dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono allarmanti: il numero totale di casi COVID-19 ha quasi superato i 100.000 in tutto il mondo. La maggior parte dei casi riguarda la Cina continentale, seguita da Corea del Sud, Iran e Italia. “Questo è un virus unico, con caratteristiche uniche. Questo virus non è influenza”, ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Siamo in un territorio inesplorato.“
Al 7 marzo, in base ai dati pubblicati dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC) nel sito dedicato al focolaio da nuovo coronavirus, sono stati notificati complessivamente 101.412 casi confermati in laboratorio di COVID-19, di cui 3.488 decessi. In Europa, nei Paesi UE/SEE (Unione europea/Spazio economico europeo), si registrano 6.821 casi confermati. La maggior parte dei casi registrati al di fuori della Cina sono associati a viaggi in zone dove è documentata la trasmissione del virus. In Europa sono stati documentati cluster di trasmissione locale in Germania, Francia, Italia e nel Regno Unito.
Il mondo calcistico è quello più seguito, più popolato e deve dare esempio. Naturalmente difronte ad un’emergenza che conserva al suo interno lati alquanto oscuri e critici è difficile prendere una posizione quando poi questa deve discendere da norme parlamentari inopinabili e insindacabili. Un mero controllo sulle società calcistiche deve essere fatto, la Lega deve far capire che ci troviamo difronte ad un problema serio che richiede comportamenti responsabili da parte di tutti e un cambiamento radicale delle abitudini di vita, senza il controllo diventa difficile contrastare la diffusione e il contagio del coronavirus.
Per conoscere la situazione attuale in Italia consultare la pagina del Ministero della Salute (clicca qui).