Di Coronavirus lasciamo parlare gli esperti, ma che Taranto abbiamo visto in stagione? Il punto interrogativo è bello grosso. Immaginavamo tutto molto diverso: ma partiamo dall’inizio. Il Taranto ha preso Nicola Ragno nell’intento di migliorare il gioco e soprattutto per “vincere il campionato”. Mettendo sotto contratto un tecnico vincente che accanto alle sue convinzioni calcistiche (giuste o sbagliate che siano) non ha fatto bene e tutto è dipeso dai risultati. Li avrebbe ottenuti se probabilmente avesse compreso che il Taranto non va allenato: va gestito… insieme alle sue pressioni.
Il dato che preoccupa è soprattutto la solidità difensiva: 21 gol subiti ad oggi sono troppi per una squadra che ambiva a vincere. La prima cosa da registrare è proprio il reparto arretrato. Anche l’attacco è in difficoltà, si segna meno rispetto alle previsioni tant’è che nelle ultime quattro giornate, la formazione allenata da Panarelli è rimasta a secco.
Il Taranto visto a Santa Maria Capua Vetere esce ulteriormente ridimensionato, e il gol sbagliato da Genchi a un metro dalla porta è lo specchio della stagione. Da cancellare, con una pesante X in rosso… questa volta senza il blu. Decisamente peggio, rispetto all’ultima uscita con il Bitonto che aveva fatto sperare, per poter chiudere l’annata in maniera “degna”.
Sicuramente il vero problema della stagione è stata la mentalità e l’incapacità di una squadra di reagire ogni volta che è andata sotto. Purtroppo, contro il Gladiator, al di là dell’impegno degli under, l’unica nota positiva di questa stagione, non è arrivato altro. Niente gol e un attacco che non riesce più ad incidere come probabilmente avevano fatto in passato Favetta, Croce e D’Agostino.
Doveroso soffermarsi sui singoli. Guaita che saltava gli avversari come birilli e aveva tanti motivi per far vedere qualcosa di magico. In realtà non ha mai inciso, probabilmente non riuscendo ad esprimersi come fatto in passato. E Olcese? Il direttore sportivo De Santis in una conferenza stampa aveva evidenziato la crescita dell’attaccante e che a breve avremmo visto il vero calciatore… Probabilmente stiamo parlando di due giocatori diversi. Non pervenuti neppure Luigi Manzo e Allegrini, oltre a Matute che nell’ultimo periodo sembrava il più solido tra i centrocampisti in rosa insieme a Stefano Manzo: il camerunense si è perso in un bicchier d’acqua. Insomma, ancora una volta, il centrocampo è saltato come un tappo di champagne a Capodanno.
Obbligatorio chiamare in causa gli under: Ferrara, Pelliccia, Marino, Cuccurullo e Sposito. Questi ragazzi le potenzialità le hanno dimostrate e sono stati quasi sempre una risorsa. Ci sarà da rimboccarsi le maniche e continuare a lavorare, soprattutto per dimostrarci che non ci siamo sbagliati sulle loro qualità.
E per finire il pensiero va a quei coraggiosi tifosi rossoblù che hanno sfidato tutto e tutti per assistere alla stagione della promozione. Si aspettavano un Taranto battagliero e che avrebbe spazzato gli avversari come birilli, e invece? Si sono dovuti sorbire una squadra senza logica e determinazione.
Pur non firmata da Samuel Beckett, la partita è a scacchi: due sentimenti hanno caratterizzato la stagione. Irritazione e preoccupazione… anche per il futuro che verrà.
Modesto consiglio al Taranto: studi la “mossa del cavallo”.