Situazione ai limiti del paradossale quella che si sta vivendo in casa Savona. La squadra, in un impeto di orgoglio difficile anche da descrivere, ha battuto sul campo una squadra forte come la Caronnese, vincendo 2-1 al “Bacigalupo” Domenica scorsa, grazie ad una prestazione da Libro Cuore. Questa settimana però, si è registrato un altro legittimo stop per i ragazzi di Mister Luciano De Paola, che avevano già dichiarato nella conferenza pre-Caronnese, come quella contro i lombardi sarebbe stata l’ultima volta che sarebbero scesi in campo, fosse perdurata la sconcertante situazione societaria che verte da mesi in seno al sodalizio biancoblù.
Il gruppo non si è allenato ad inizio settimana, in attesa di capire se l’ultimo Consiglio di Amministrazione straordinario, in programma qualche giorno addietro, potesse scongiurare l’ipotesi peggiore, quella cioè della fine anticipata della Stagione degli Striscioni. Uno scenario questo, che nel Girone A di Serie D inizia a preoccupare non poco. Purtroppo, la gloriosa Società ligure versa in conclamati e gravissimi problemi di carattere finanziario e sembra essere davvero sull’orlo del precipizio. Una circostanza che ovviamente vorrebbe essere scongiurata anche dalle avversarie del Savona, a cominciare da quella Fezzanese, che domani “dovrebbe” ospitare i biancoblù sul manto erboso del “Luperi” di Sarzana.
L’impresa storica, da annali del Calcio, compiuta Domenica scorsa dai ragazzi di De Paola, è purtroppo passata troppo presto in secondo piano. La squadra non poteva e non può d’altronde permettersi di continuare a profondere il massimo impegno, quando da mesi non percepisce un solo Euro, cosa che per tutti i Calciatori in organico, rappresenta un autentico “dramma”, dovendo mantenere e far sopravvivere se stessi e le rispettive famiglie, con lo stipendio che il Club dovrebbe corrispondere loro mensilmente.
Purtroppo però, la situazione in seno ai vertici societari appare sempre più buia e complicata. Dopo il passaggio di mano dal Gruppo rappresentato da Roberto Patrassi all’attuale Presidente Sergio Sgubin, non c’è stato alcun miglioramento in generale e si sperava potesse esserci un drastico cambio di rotta almeno a margine del cruciale Consiglio di Amministrazione straordinario, tenutosi a Milano nei giorni scorsi. Un summit durante cui, le massime cariche del Club, hanno dibattuto su diverse questioni, a cominciare dai vari iter burocratici da rispettare, seppur in gravissimo ritardo. Un vertice al termine del quale le bocche sono rimaste colpevolmente e forse anche irresponsabilmente cucite, con un portavoce della Società che si è limitato a dire soltanto “Si lavora per gradi, ci vorrà qualche giorno per sbloccare la situazione”; un’uscita tutt’altro che rassicurante per squadra e tifosi e che ancora attende di vivere il suo prosieguo in concreto, visto come allo stato non ci siano novità in nessun senso e resti ancora da capire se la squadra deciderà o meno di scendere in campo, Domenica, a Sarzana.
Stando a quanto trapelato da fonti molto vicine alla Società, pare che servano con una certa urgenza, tra i 150 e i 200mila Euro, somma che a qualche esponente della Società pare stia facendo “girare la testa” e in assoluto sembra sia difficile da reperire, soprattutto in tempi stretti. L’Amministrazione Comunale, intanto, attende il pagamento dell’assicurazione sulla fideiussione necessaria per l’utilizzo dello Stadio “Bacigalupo”, ma è chiaro che i primi ad attendere risposte fattive siano i giocatori, con il gruppo sempre più solo, sconcertato e allo sbando.
La squadra ha affrontato solo un paio di sedute d’allenamento in settimana, confrontandosi in una di esse, negli spogliatoi del Bacigalupo e per circa un’ora, con il D.S. Christian Papa, rientrato a fianco della squadra dopo un mese di assenza.
Bocche cucite da parte di tutti i tesserati, anche se le consuete “rassicurazioni” giunte proprio da Milano, non sembra siano state recepite in modo tranquillo e sereno in questa circostanza. Già a margine del recente confronto diretto con Sgubin, giocatori e Staff non rimasero troppo “rassicurati; scelsero Sì di giocare contro la Caronnese, ma annunciando che sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbero schierati in campo, se non fossero seguiti a stretto giro di posta dei cambiamenti drastici e concreti. Durò più di due ore il confronto tra squadra e Patron nella pancia del “Bacigalupo”, in un summit nel quale Sgubin non ritenne di mentire circa la reale situazione del Club in questo determinato momento storico. Si è parlato di situazione disperata, dove manca liquidità e dove, al tempo stesso, emergono quotidianamente debiti e pendenze pregresse a cui non si può far fronte. Il Presidente in pectore biancoblù, ha inoltre ritenuto di informare il gruppo, sul fatto che manchino degli sponsor “forti” e che non ci siano aiuti da parte del territorio. Lo stesso numero uno del Club, ha confessato come si sia trovato dinnanzi ad una realtà che neppure immaginava al momento del suo insediamento risalente a meno di un mese addietro; ha chiarito come non si possa certo pensare di ripianare i debiti con gli incassi del botteghino, ma si è congedato da loro determinato a volerci metterci la faccia anche in futuro e sino in fondo.
Attualmente, l’unica strada percorribile per evitare il fallimento immediato del Savona Calcio, sarebbe quella che vedesse Calciatori e Staff stringersi alla causa per il bene della maglia, del contesto, della Città e dei tifosi, scegliendo di arrivare fino a fine Campionato senza percepire gli stipendi e andando avanti nella speranza (vana e utopistica) che la Società trovi una soluzione miracolosa per tappare le varie falle, avvalendosi del contributo di potenziali nuovi soci o sponsor, di piccoli-medi imprenditori o privati, dislocati sul territorio savonese.
Insomma, un incubo senza via d’uscita, che purtroppo ritorna a coinvolgere una realtà calcistica tanto gloriosa, quanto abituata a vivere di questi drammi sportivi legati a gestioni societarie malsane, inadeguate e fuori da ogni logica.
E intanto, i primi a risentire di tutto questo sono proprio i giocatori rimasti in rosa, al fianco di Luciano De Paola, un tecnico comprensibilmente ormai allo stremo delle forze psico-fisiche e al timone di un gruppo pesantemente ridotto a livello numerico dopo le recenti partenze dei vari Tripoli, Vita, Rossini, Marchio, Buratto, Shekilidze, Lo Nigro, Castellana, Amabile e Obodo, tra gli altri. Senza nulla togliere a chi è partito e ha legittimamente scelto di chiamarsi fuori da un simile contesto, ma chi è rimasto ad onorare quella maglia così importante, da Capitan Ghinassi sino al più inesperto degli Under, merita un plauso di proporzioni immani. E adesso non resta che capire se questi stessi, sceglieranno di rendersi protagonisti di un’altra impresa, che stavolta sarebbe tale già solo scendendo in campo domani, oppure se decideranno di sventolare bianca, smettendo di sacrificarsi per un contesto societario che in questo momento non merita neppure di essere preso in considerazione. Qualunque dovesse essere la decisione dei ragazzi di Mister De Paola, che nelle prossime ore andranno a rendere pubblico il loro intento per la gara di domani, non si potrà far altro che rivolgere loro un doveroso apprezzamento, perché già ad arrivare sino ad oggi in queste condizioni, prima ancora che atleti di gran livello, hanno dimostrato di essere uomini veri ed integerrimi. In questo senso, il loro Campionato, è stato già vinto in largo anticipo.